Visita ad Hutchinson. Laboratori e ricerca

Nel 1853 Hiram Hutchinson, un ricco americano di origine britannica era in viaggio a Parigi. Li fece la conoscenza di Charles Goodyear, suo compatriota ed inventore (per caso) del procedimento della vulcanizzazione della gomma.

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Hutchinson, gli compro’ in esclusiva i diritti per lo sfruttamento del brevetto per la produzione di stivali e zoccoli in gomma e lo stesso anno ne avvio’ la produzione dopo aver acquistato l’antica cartiera reale francese di Langlée ed averla convertita all’uopo.

Il sito fu scelto per la sua vicinanza a Parigi (120km) e l’abbondante presenza di una rete di canali d”acqua della regione del Gâtinais, oltre che per le preesistenti strutture industriali della cartiera.

Nel 1970 il gruppo Hutchinson è stato acquistato in maggioranza da una delle “7 sorelle”, la, Total che ne ha fatto il proprio polo chimico. Oggi il gruppo Hutchinson conta di ben 100 siti in tutto il mondo, 27000 impiegati ed un giro d’affari annuo di 3 miliardi di euro.

Il grosso della produzione si divide tra il settore automobile e quello aeronautico, usi militari compresi. Per questi settori Hutchinson produce materie plastiche di tutti i tipi e per svariati utilizzi, dagli isolanti alle guarnizioni fino ai rivestimenti interni degli aerei e le pale di elicottero.

Un piccolo settore del gruppo da sempre mantenuto è quello dei pneumatici da bicicletta. La cui produzione avviene proprio nel primo sito storico di Hutchinson, a Châlette-sur-Loing.

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In realtà questo sito di produzione non è fotografabile in una sola inquadratura, visto che lo stabilimento è diviso in vari edifici che coprono un’area di 13 ettari! Non tutto è dedicato ai pneumatici da bici pero’. Basti pensare che che su un totale di 1200 operai che lavorano qui, solo 100 sono impiegati a tempo pieno alla produzione di pneumatici. E non sempre, visto che la produzione è stagionale, con il picco che va da Marzo ad Agosto.

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In questi stabilimenti si lavora pero’ la stessa materia che si è sempre prodotta sin dal 1853: il caucciù.

Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto, in questo sito è presente anche il centro di ricerca mondiale di Hutchinson. Ovvero qui si fa la ricerca scientifica necessaria per sviluppare nuovi metodi e inventare nuove materie plastiche. Nel centro di ricerca lavorano permanentemente 70 tra ingegneri, fisici, matematici e chimici. Con il bel budget annuale di ben 150 milioni di euro!

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L’edificio che ospita il centro di ricerca è naturalmente recente ed ospita un’infinità di laboratori.

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In ogni stanza di questi corridoi ci sono strumentazioni sofisticate ed apparecchiature di ogni genere. Molte delle quali non mi è stato permesso fotografare.

Si va da semplici laboratori di chimica

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ad apparecchi per fare scansioni a raggi-x e risonanze magnetiche dei composti chimici

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spettrografi di massa, generatori di idrogeno

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e microscopi elettronici (-quello in foto ha una risoluzione di qualche nanometro e costa ben 100.000eu-)

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Chiaramente queste apparecchiature non sono usate con l’unico scopo di fare copertoni da bici, basti pensare che qui sono state sviluppate materie plastiche utilizzate sui razzi Ariane o svariati satelliti.

Sezione totalmente off-limits per le foto è quella del centro di calcolo e simulazioni informatiche. Un grande open-space dall’atmosfera ovattata foderato di moquette rossa completamente stipato di display davanti i quali passano le giornate ricercatori di tutte le età. E tutti i display sono collegati ad un computer centrale che occupa una stanza chiusa al centro dell’open space. 15mq di ram e processori collegati in serie.

A piano terra invece si trovano i laboratori dedicati alle sperimentazioni pratiche.

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Qui uno stuolo di chimici mette in pratica le formule teorizzate al piano di sopra e miscela in alambicchi e macchinari ad hoc vari componenti per ottenere le materie plastiche desiderate.

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Dall’onnipresente caucciù, che viene prodotto attraverso dei miscelatori “playmobil” come li chiamano qui (in contrasto a quello che vedrete più avanti per la produzione vera)

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ad altre materie plastiche di ultima generazione, come ad esempio un nuovo particolare tipo di silicone che ora viene utilizzato per costruire pezzi di pale di elicottero

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Ovviamente tutto quello che viene prodotto in questi laboratori in piccolissime quantità viene testato con altri strumenti di tutti i tipi: rugosimetri, spettrometri, densimetri, etc. etc..

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Un centro di cui in Hutchison vanno molto fieri e che rappresenta anche una bella vetrina delle loro capacità. Tanto che questo centro di ricerca ha relazioni con numerose università nel mondo (Francia, USA e Cina) dove giovani ricercatori vengono qui per stages o progetti di dottorato e post-doc.

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Per quanto concerne l’utilità di avere un centro di ricerca del genere accanto ad un reparto di produzione di pneumatici da bici il miglior esempio me lo fanno Yoann, project manager del reparto chimico, e Norbert, del reparto R&D che cura i rapporti con i Team Pro sponsorizzati da Hutchinson: “se il sabato Absalon o un Pro della DH mi chiede un pneumatico di un modello che abbiamo, ma con una mescola un po’ più dura o un po’ più morbida o che abbia un maggior grip sul bagnato, io vengo qui, e la Domenica successiva abbiamo sviluppato e prodotto la mescola necessaria. Pronta per essere testata dal corridore”.

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Per la cronaca: Yoann oltre che ingegnere chimico corre come élite di mtb.

 

-continua-

 

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