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La Federazione olandese avrebbe nascosto un caso di doping

Il sito olandese Wielerflits.nl ha pubblicato un articolo in cui viene rivelato che il 4 maggio 2011 la KNWU (Koninklijke Nederlandsche Wielren Unie), la reale federazione ciclistica olandese, avrebbe deliberatamente nascosto la positività all’EPO di un proprio tesserato professionista. Questo corridore avrebbe terminato immediatamente la propria carriera chiedendo alla federazione di non rendere pubblico il caso e la sua identità.

Il sito mantiene l’anonimato del ciclista, che è stato però contattato ed ha confermato la cosa, dichiarando che all’epoca il direttore della federazione, Huib Kloosterhuis, l’ha accettata in ragione delle “tristi circostanze famigliari” del corridore.

Questo caso però solleva molti dubbi, in particolare sul fatto che le federazioni membri dell’UCI hanno firmato un obbligo di trasparenza, che è alla base del concetto stesso di “sport pulito”, come ha fatto notare un avvocato attivo nei casi sportivi.

Wielerflits ha anche raccolto l’opinione di un esperto di doping, Douwe de Boer, il quale ha dichiarato che non è cosa poco comune per le federazioni nascondere i casi di doping, e che ne ricorda uno dello stesso periodo sempre in seno alla KNWU, ma che la cosa succede anche in altri paesi. Questi casi vanno comunque sempre comunicati a UCI e WADA in modo che le sospensioni o squalifiche possano essere validate.

Il caso di questo ciclista nascosto dalla KNWU invece non è stato riportato all’UCI, anche se la federazione ha assicurato di avergli fatto scontare i 2 anni di squalifica previsti, assicurandosi che non partecipasse in competizioni.

Un rappresentante dell’UCI contattato sulla questione ha dichiarato che si tratterebbe di una caso grave se una federazione non avesse comunicato un caso di doping all’UCI. In primis per verificare se la sanzione fosse appropriata, e secondo, per assicurarsi che il corridore non partecipasse a competizioni in altri paesi durante la squalifica. Infine ha dichiarato che investigheranno sul caso e che potrebbero esserci conseguenze per la KNWU.

Infine l’articolo ricorda che negli anni successivi, in particolare dal 2012, la federazione olandese si è molto spesa per l’istituzione di una commissione UCI “per la verità”, ovvero per rivelare l’utilizzo del doping nel ciclismo negli anni precedenti, al fine di eradicare “la cultura della menzogna” alla base del doping. Un comportamento che Wielerflits definisce di “facciata”, mentre lontano dalle telecamere si teneva nascosto un caso di doping da EPO.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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