Era il pronostico più facile l’oro nell’inseguimento a squadre su pista per la Gran Bretagna. In semifinale il quartetto composto da Bradley Wiggins, Ed Clancy, Steven Burke e Owain Doull aveva battuto il record del mondo contro la Nuova Zelanda, ma in finale hanno dovuto vedersela con una grande Australia (Alexander Edmondson, Jack Bobridge, Michael Hepburn e Sam Welsford), che è rimasta in testa dal primo kilometro (0”299 di vantaggio), a metà corsa (0”695 di vantaggio), sino ai 13km (0″09 di vantaggio) per poi vedersi superata grazie alle trenate di Wiggins. 743 millesimi il ritardo finale dei canguri.
3’50”265 il tempo finale dei britannici, nuovo record del mondo, e medaglia d’oro.
Medaglia numero 8 (5 d’oro) per Wiggins, showman come al solito, che diventa l’atleta britannico più medagliato di sempre, battendo lo scozzese Chris Hoy.
Sempre divertenti le dichiarazioni di Wiggins post-gara. Alla domanda su quali fossero i suoi piani per il futuro: “per domani i postumi di una sbronza“.
Medaglia di bronzo per la Danimarca, che ha battuto la Nuova Zelanda nella finalina.
Da ricordare l’ottima prova del quartetto italiano, Simone Consonni, Liam Bertazzo, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Michele Scartezzini, ripescati e volati a Rio all’ultimo minuto, sono stati capaci di battere il record italiano, sfiorare la finalina per 7 centesimi e chiudere sesti. Un ottimo segnale per il futuro.