Anche Cannondale si orienta ai freni a disco, con la sua ammiraglia da gara, la SuperSix Evo.
Solo pochi mesi fa avevamo proposto il nostro test della versione per freni classici e gruppo meccanico.
In questo caso invece la bici, oltre che in versione freni a disco, era dotata di gruppo elettronico Shimano Ultegra DI2 e ruote in carbonio per copertoncino in versione Tubeless. Una bici che presenta dunque le ultime caratteristiche più “aggiornate” del momento.
La trasmissione Ultegra DI2, con freni Shimano BR805 e leve Shimano RS785 è combinata, come tradizione Cannondale, con la guarnitura HollowGram Si, mentre il resto del montaggio è sempre di casa, con il trittico, attacco manubrio, piega (in alu con diametro 26mm -migliorabile su una bici di questa fascia-) e reggisella (da 25,4mm), marchiati Cannondale. Le ruote sono anch’esse marchiate HollowGram, ma di fatto sono ruote assemblate con mozzi Formula (24 raggi Straight-Pull e attacco CenterLock) e cerchi Stan’s NoTube in carbonio da 35mm, già montati Tubeless con dei copertoni Schwalbe Pro One da 25mm e sigillante NoTubes.
Sella Fi’zi:k Arione a completare il pacchetto, oltre al pratico supporto ripiegabile per Garmin sul frontalino dell’attacco manubrio, che funge anche da supporto per la centralina del gruppo elettronico nella parte inferiore.
La configurazione dei dischi è quella che ormai si sta imponendo come standard, ovvero 160mm all’anteriore e 140m al posteriore. Più controcorrente la scelta degli standard dei perni, o meglio, del perno, quello posteriore, che resta il classico quick-release da 9mm per 135mm di battuta. All’anteriore invece troviamo il perno passante da 12mm, che utilizza nello specifico il sistema perno passante Maxle, pratico, ma non dei più veloci, in quanto occorre svitare completamente il perno per estrarlo.
In linea di massima, forcella e attacco Flat-Mount al posteriore per il freno a disco a parte, la bici è la SuperSix Evo come già la conosciamo. In particolare le sensazioni in sella sono le medesime: La SuperSix Evo si è dimostrata assolutamente neutra. L’unico limite è davvero “il manico” di chi la guida. Rispetto alla CAAD12, in discesa mi è sembrata perdonare un po’ di più, in particolare grazie al fatto che eventuali imperfezioni dell’asfalto risultano filtrate meglio, ed in staccata e percorrenza di curva questo dà ulteriore sicurezza. La bici provata, sempre in taglia 58, pesava 7,45 kg senza pedali. Un peso che potremmo definire “più che onesto” in rapporto al montaggio freni a disco + elettronico + tubeless + componenti in alluminio basici.
Nei test di bici coi freni a disco sono sempre in difficoltà nel parlare di questi componenti, in quanto, essendo argomento controverso, a seconda che chi legge sia pregiudizialmente contrario o favorevole la lettura delle sensazioni ne sono sempre condizionate, quindi se se ne parla bene è per “spingerli”, se se ne parla male (o non entusiasticamente) si è retrogradi. Come già espresso altre volte, non credo che chi opterà per questa versione con freni a disco avrà di che pentirsene, ed allo stesso tempo chi propenderà per la versione rimbrakes non rimarrà staccato di chilometri in discesa rispetto gli amici disco-dotati (pioggia a parte).
Al momento attuale potrebbe essere sensato orientarsi verso la soluzione freni a disco, in particolare se si intende fare un acquisto che duri nel tempo. Questo va mediato ovviamente rispetto l’annoso problema degli “standard”, in particolare dei mozzi. Nel caso della SuperSix la scelta di avere il quick release al posteriore può sembrare controcorrente, o azzardata, soprattutto se fatta solo nell’ottica di risparmiare peso, sempre in un’ottica di acquisto di lunga durata, anche se al momento molte ruote in commercio vengono proposte con mozzi versatili, i quali sono compatibili tramite adattatori con le varie soluzioni. Resta da dire che nell’utilizzo la SuperSix non ha fatto rimpiangere perni passanti al posteriore. Anche sprintando in fuorisella non ho mai sentito i dischi sfregare sulle pastiglie, segno che il carro è bello granitico.
Granitico anche l’avantreno, al pari della sorella rimbrakes, che beneficia del perno passante, anche se la soluzione adottata farà storcere il naso a chi pretende cambi ruota da F1. In questo caso un sistema un po’ più rapido (tipo il R.A.T. di Focus) potrebbe essere una soluzione da tenere in considerazione.
Molto buone le ruote, che con un canale interno da 19mm si accoppiano bene ai copertoni da 25mm, gli ottimi Schwalbe Pro One, che mi sono sembrati molto sensibili alla pressione in configurazione tubeless, diventando troppo duri (e scomodi, soprattutto all’anteriore) o troppo molli anche con mezza atmosfera di differenza.
Conclusioni
La SuperSix Evo, anche in questa configurazione, che strizza l’occhio a chi ama le innovazioni, non si smentisce restando una bici di grande sostanza, adatta a chi ricerca le comodità e la sicurezza di gruppo elettronico e freni a disco a discapito di un aumento di peso tutto sommato accettabile e non penalizzante.
Prezzo: 4999eu