Storie: 9 settembre 1969, la caduta di Merckx

Nella vita di ogni corridore c’è un episodio che segna un momento, una svolta, un prima ed un dopo. Spesso questo avviene per eventi traumatici come le cadute.

Eddy Merckx è un corridore di cui è difficile dire qualcosa. Di lui è stato detto tutto e di tutto. Il più grande corridore di tutti i tempi. Sicuramente il più vincente. Non c’è record nel mondo del ciclismo che prescinda dal suo nome.

Si può ricordare però un episodio, non dei più conosciuti, che ne ha segnato negativamente la carriera. E si tratta di un episodio del 1969, il che da la dimensione di cosa sia stata la carriera di Merckx nonostante l’influsso di questo episodio negativo, dato che dal 1969 a fine carriera, solo per rimanere alle vittorie più prestigiose, il belga ha vinto: 4 Sanremo, 2 Roubaix, 4 Liegi, 2 Lombardia, 4 Giri d’Italia, 4 Tour de France, 1 Vuelta e 2 Mondiali.

Eppure.

Eppure il 9 settembre 1969 Merckx perse parte del dono ricevuto da parte degli dei del ciclismo.

Fresco vincitore del suo primo Tour, correva una gara su pista a Blois, in Francia, dietro Derny. Un’esibizione ben pagata a cui partecipavano molti stradisti di nome. Eddy era in scia al suo allenatore, l’ex pistard francese Fernand Wambst, l’andatura sui 60km/h.

Foto: Martin Seggesmann

Davanti a Wambst era Jiri Daler, pistard cecoslovacco, già medaglia d’oro alle olimpiadi nell’inseguimento individuale nel ‘64. Al Derny del suo allenatore però  si spezzò improvvisamente il perno del pedale, facendogli perdere il controllo del mezzo. Prima virando bruscamente verso la parte alta della pista e poi tornando giu verso il centro cadendo rovinosamente.

Wambst, dietro, non riuscì ad evitare il Derny e Daler, andandogli contro a tutta velocità, cadendo e portandosi inevitabilmente dietro Merckx che seguiva.

Wambst, che indossava un casco in cuoio pesante da Stayer, morì sul colpo. Merckx che indossava un leggero casco « alla belga » fini’ in coma per il trauma cranico.

Non subi’ alcuna frattura, ma uno spostamento del bacino. Questo gli causò poi forti dolori, ma c’erano i contratti da onorare, e soldi da guadagnare. Merckx perse 1 milione di franchi francesi in pochi giorni per non aver onorato della sua presenza alcuni criterium. Si rimise in pista già il 25 settembre. Ma in poco tempo si rese conto che dopo le corse non riusciva nemmeno a camminare.

All’epoca però di riabilitazione, osteopatia, etc..non se ne parlava nemmeno.

Comincio’ a farsi curare da specialisti in osteopatia e fisiokinesiterapia solo dal 1971. E come lui stesso ha raccontato, la sua leggendaria maniacalità sui mezzi, le biciclette, era in gran parte dovuta al fatto che aveva spesso dolori ai muscoli delle gambe e cambiava spesso posizionamenti o lunghezze dei componenti.

In particolare dopo l’incidente di Blois cominciò a pedalare sempre più basso, e questo, a suo dire, gli impediva di tirare lunghi rapporti in salita. Caratteristica che gli è sempre stata propria, dato che Merckx in salita era solito appunto tirare rapporti duri da seduto.

A questo punto si può con certezza dire: per fortuna degli altri.

Belgian racing cyclist Eddy Merckx on his way to victory in the Escalada a Montjuic road race, Barcelona, Spain, 27th September 1972. (Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)
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