“Quest’anno ho rinunciato ad iniziare la mia stagione in Australia e mi sono allenato a Monaco. Per me è più o meno lo stesso. Le basi si fanno tranquillamente in inverno e si continua lavorando in intensità. Ormai so che posso mantenermi ad alto livello da gennaio a ottobre. Deve essere anche una questione d’età. Ho l’impressione di essere cambiato. Voglio concentrarmi innanzitutto sulle corse importanti e non andare più a cercare la vittoria su ogni corsa ed ad ogni costo.”
Così Peter Sagan, ormai 30enne, intervistato dopo l’inizio, peraltro non troppo brillante di questa stagione.
Dopo il Tour de San Juan, si è diretto in Colombia per un lungo stage in altitudine vicino Medellin, località ormai diventata molto frequentata dai vari pro. Il rientro in Europa per la Strade Bianche. Il primo vero obiettivo stagionale è la Sanremo: “il genere di corsa che vorrei aggiungere al mio palmarés“.
Dopodiché la campagna delle Fiandre, come d’abitudine.
Novità di questa stagione sarà la partecipazione al Giro d’Italia. Questo però non gli farà mancare il Tour, per la caccia all’8^ maglia verde, quindi olimpiadi e mondiali: “penso di avere i titoli per dire che su una corsa di un giorno può succedere di tutto. Dall’inizio della mia carriera sono sempre stato contento di quello che ho vinto e di come l’ho vinto. So che da dieci anni il ciclismo è molto cambiato, lo stile delle corse è più aggressivo, più anarchico (alla faccia di chi dice che radioline e powermeter hanno anstetizzato tutto -ndr-). Ma se continuo, se sarò ancora sulla bici sarà per una sola ragione: avrò voglia di vincere“.
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