Steven De Jongh, DS della Trek-Segafredo, ha rilasciato delle laconiche dichiarazioni riguardo il possibile futuro della stagione:
“Sono contento che la Paris-Nice continui e che stiamo gareggiando qui. È forse una delle ultime gare per un pezzo. Possiamo vedere dalla Cina e dall’Italia quanto tempo ci vuole prima che le cifre dei contagiati non crescano più. Finché ci dicono che è sicuro per il grande pubblico non vedo motivi per non correre, ma temo che tutto possa cambiare in pochi giorni“.
Circolano ormai da giorni le voci circa la possibilità che anche il Giro d’Italia possa andare incontro a problemi. E per una grande giro di 3 settimane diventerebbe praticamente impossibile essere rimandato ad altro momento della stagione. Mauro Vegni lo ha spiegato recentemente: “cancellare il Giro d’Italia creerebbe una situazione molto complessa non solo per il ciclismo, ma per tutto il paese. Non voglio nemmeno pensare ad un’eventualità del genere. I danni sarebbero veramente immensi“.
In tutto questo emergono anche prime difficoltà di tipo economico. Il quotidiano spagnolo AS, ha lanciato la notizia che i corridori e staff della squadra kazaka Astana non sono pagati da inizio 2020. Una situazione analoga è stata vissuta dalla Astana nel 2018, poi risolta. Alexandre Vinokourov, il Team Manager, ha rassicurato dicendo che si tratta di ritardi dovuti alla complessa e lenta burocrazia inerente al fatto che lo sponsor principale della Astana è il fondo sovrano Samruk Kazyna, e che i pagamenti sono soggetti ad un lungo iter di approvazione. Altre fonti parlano di ritardi dovuti alla difficile situazione globale anceh dal punto di vista economico, sempre dovuta all’epidemia di coronavirus. Il fondo sovrano kazako infatti è principalmente attivo nel campo delle utilities energetiche, che sta attraversando un periodo complicato.