Il futuro è dello sport all’aria aperta

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Guardare in avanti è l’unico modo per non cadere in depressione da quarantena. Per noi ciclisti ancora di più, visto che in diversi Paesi, fra cui l’Italia, è vietato praticare sport all’aperto. Sbeffeggiati, additati a nemico pubblico numero uno, sgridati da concittadini frustrati, ora chiusi in casa insieme a runner e chiunque altro volesse ossigenare il cervello nel rispetto delle norme antivirus.

Gli untori che praticano sport hanno però davanti a sé una rivincita enorme: anche chi ci dà contro si troverà a fare i conti con un modo di vivere che non sarà più lo stesso di prima, perlomeno fin quando non verrà trovato un vaccino. Palestre, spogliatoi, eventi al chiuso con tanta gente, sono tutti destinati ad essere ignorati a lungo per paura del contagio.

Il modo più sicuro per muoversi sarà quello di stare all’aria aperta, lontano dagli altri. Proprio come fa chi va in bici da corsa. Magari noi dovremo stare attenti alle uscite di gruppo, ciò non toglie che non è un problema rispettare la distanza sociale mentre si pedala. E voi, sceriffi da balcone ed isterici al volante, vi dovrete adattare o rassegnarvi ai vostri travasi di bile mentre ingrassate e rinstupidite davanti al televisore.

 

Commenti

  1. E vogliamo parlare del fatto che mentre si vieta lo sport all'aria aperta, le tabaccherie rimangono aperte. Con il covid19 che attacca i polmoni le sigarette sono un vero toccasana.
  2. ulau75:

    E vogliamo parlare del fatto che mentre si vieta lo sport all'aria aperta, le tabaccherie rimangono aperte. Con il covid19 che attacca i polmoni le sigarette sono un vero toccasana.
    Mi sento di spezzare una lancia a favore dei tabaccai.
    1. Io non fumo e non apprezzo molto chi lo fa. Ma non puoi chiedere alla gente di smettere di fumare in piena emergenza (gente chiusa in casa da settimane, magari con parenti morti o malati). Creeresti più problemi che altro.
    2. I tabaccai sono aperti perché vendono anche altre cose: marche da bollo, francobolli, biglietti del bus... Tutte cose assolutamente essenziali.

    Non è giusta la guerra contro il ciclista o il runner, ma nemmeno quella contro il tabaccaio.
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