I pro francesi chiedono la fine del confinamento | BDC Mag
Pascal Chanteur

I pro francesi chiedono la fine del confinamento

107
Pascal Chanteur

Il presidente del sindacato dei ciclisti professionisti francesi (UNCP), Pascal Chanteur, ha scritto una lettera al ministro della salute in cui chiede un ritorno anticipato alla possibilità di allenarsi all’aperto su strade pubbliche.

Il primo pensiero va evidentemente alle famiglie toccate dalla tragedia, ai malati, al personale medico. Ma allo stesso tempo devo pensare alla mia corporazione che deve reagire rispetto quella che potrebbe essere una catastrofe. Oggi rispettiamo scrupolosamente le misure di confinamento, ed è normale, ma negli ultimi giorni ho sentito il ministro dell’agricoltura dire che bisogna aiutare chi lavora nei campi, vedo le imprese edili che possono riprendere le loro attività rispettando le consegne sanitarie, ed allora penso che anche noi siamo dei lavoratori che hanno un mestiere…allora vorremmo che alla fine del mese di confinamento, ovvero il 15 aprile, i corridori possano, con una deroga ed un’attestazione dei loro datori di lavoro, tornare a lavorare. Lo dovrebbero fare da soli, all’aperto, magari anche solo un paio d’ore. Un ciclista se rispetta totalmente gli obblighi e le buone pratiche sanitarie dovrebbe poter svolgere il proprio lavoro.”

Io rappresento i corridori professionisti. Ce ne sono alcuni, in scadenza di contratto al prossimo dicembre, che non hanno ancora corso. Alcuni stanno sacrificando la loro gioventù per questo, e si trovano al loro primo anno da ciclisti professionisti confrontati a tutto questo. Lo dico a tutti quelli che non riescono a comprendere, che se loro stessi avessero un contratto di lavoro fino a dicembre e non potessero lavorare sino ad allora a causa del coronavirus,  forse vorrebbero anche loro poter continuare a lavorare semplicemente per avere ancora un lavoro a gennaio prossimo“.

Cosi, si è espresso Chanteur al sito Ouest-France. All’obiezione sulla possibilità di incidenti che andrebbero a gravare sul sistema sanitario, Chanteur cosi risponde:

…ma oggi per i lavoratori edili è possibile avere una deroga per lavorare, e parliamo di un settore in cui ci sono, secondo le statistiche, 400 incidenti di lavoro al giorno, quando in media i ciclisti professionisti ne hanno da 4 a  7 all’anno! Certo che ci sono incidenti anche tra i ciclisti, ma molto raramente tra i professionisti. Ed in più ci sarebbero ancora meno rischi ora con lo scarso traffico attuale“.

Chiosa finale sulle differenze tra paesi: “Siamo in concorrenza diretta con gli stranieri! Il ciclismo è uno sport mondiale e quando le corse riprenderanno i corridori francesi saranno messi a confronto con i migliori corridori mondiali che avranno avuto misure di confinamento diverse da paese a paese“.

Dariusz Milek

Questo tipo di istanze si fanno sempre più pressanti per tutto l’ambiente, che ormai è confrontato con diffusi tagli agli stipendi da parte delle squadre, e con le prime avvisaglie di sponsor che chiedono la disdetta anticipata dei contratti in virtù del fatto che le squadre non stanno, per forza di cose, onorandoli non correndo, e che ormai la maggior parte stanno tagliando il possibile per far fronte alla crisi economica che si porta dietro quella sanitaria.

Il caso più eclatante è quello della CCC, che ha fortemente ridotto i salari dei corridori e messo in cassa integrazione tutto lo staff, e ha, senza mezzi termini, nella persona del CEO della società polacca, Dariusz Milek, dichiarato che cercheranno di terminare i contratti di sponsorizzazione vista la situazione di stallo delle vendite dell’azienda CCC (vendita di scarpe): “in questo periodo in cui siamo costretti a ridurre gli stipendi di tutti gli impiegati sarebbe immorale mantenere quelli dei ciclisti“.

 

Commenti

  1. samuelgol:

    del tutto priva di conseguenze per la popolazione, essendo che le possibilità di contagio sono zero, e quelle di incidente 0.00001, anche minori del fare faccende domestiche.
    Questa regola potrebbe essere allora applicata a tutti quelli che si trovano in prossimità di zone di allenamento semi-disabitate e sarebbero molti se non moltissimi ;)
  2. marco:

    esatto, l'unico numero che ha senso è quello dei letti occupati in terapia intensiva. Il resto è fuffa in mano ai media che cercano click. Visto che sempre più letti si stanno liberando, la cosa fa ben sperare, anche se il problema sarà il dopo quarantena. Lombardia e Toscana si portano avanti con le generalizzazioni assolute, obbligando tutti quelli che escono a mettersi la maschera. Sono sempre più dell'idea che si viva alla giornata.
    Non esistendo una cura...si va molto a tentativi...però è un gran casino.
  3. cezar23:

    Ci sarebbero disparità tra cittadini all'interno di uno stesso Comune se non addirittura di una stessa Via e sarebbe solo un ulteriore caos per chi controlla il territorio. Già li vedo i ciclisti con borraccia, toll attrezzi e fettuccia per misurare 200mt
    Nessun caos. La regola è 1. Non stare attaccati agli altri. Se puoi rispettare tale regola principale, puoi andare in bici o a far footing o a fare tutto quel che è permesso, viceversa nulla è permesso se non ci si può distanziare.
Articolo precedente

SRAM eTap MultiClics e Zipp Vuka Shift AXS

Articolo successivo

Il successo mediatico del Fiandre virtuale

Gli ultimi articoli in Magazine