Nuova Specialized Diverge

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Specialized è stata pioniere nel mondo delle bici “tuttofare” on/off-road con la RockCombo del 1989. Ora, questo genere di bici sono in grande diffusione come Gravel, e dopo la prima Diverge, l’azienda statunitense ne propone una nuova e e riveduta versione.

La nuova Diverge si bbasa su un telaio in carbonio FACT completamente nuovo che ora consente il montaggio di copertoni sino a 47mm in 28″ e 2.1″ per gli amanti del diametro 650d. 42mm con parafanghi. Il telaio pesa sotto i 1000gr (nella versione S’Works), 1100gr (Expert, Comp) e 1300gr (Sport, Base).

Dalla sorella endurance, la Roubaix, eredita il sistema ammortizzante Future Shock 2.0 (sui modelli S’Works, Comp e Pro) che consente, tramite una cartuccia idraulica e due molle, sino a 20mm escursione al manubrio. Questo sistema è regolabile tramite il pomello sull’attacco manubrio, ma non consente il blocco totale. Sui modelli Base, Sport ed alcuni modelli con telaio in alluminio E5 è invece previsto il sistema Future Shock 1.5 senza idraulica, che fa quindi affidamento solamente su un sistema meccanico con tre molle.

Corrette anche le geometrie rispetto la precedente Diverge, con Reach più lungo, sterzo più aperto, offset aumentato. Il manubrio però, rispetto il movimento centrale è rimasto alla stessa altezza, mantenendo inalterata la posizione di guida tramite la lunghezza dell’attacco manubrio. Il carro è stato allungato, ed il movimento centrale ha acquisito +5mm di altezza per evitare impatti sugli ostacoli sugli ostacoli. In generale lo Stack è inferiore nelle taglie grandi, maggiore nelle taglie piccole. La scatola movimento rimane la 68mm filettata.

Per poter avere un carro più corto senza allungare il passo complessivo della bici, è stata adottata una soluzione innovativa, ovvero Specialized non ha alzato o abbassato il fodero lato trasmissione come nella maggior parte dei casi sul mercato, ma ha creato spazio per la corona tramite un inserto in carbonio pieno.

Altra novità introdotta sulla Diverge è lo SWAT, il sistema di trasporto interno al tubo diagonale di Specialized. Sulla Diverge c’è spazio per ben 2 contenitori per bombolette C02, antivento, etc.. (sui modelli SW, Expert e Comp).

 

La capacità di carico della Diverge è stata migliorata con ben 6 attacchi portaborraccia (i due classici, più uno sotto l’obliquo, due sui foderi della forcella, ed uno sull’orizzontale), inoltre, il telaio della Diverge è compatibile con la maggior parte dei portapacchi posteriori. Gli attacchi in basso sono appena sopra l’asse posteriore mentre l’attacco superiore è specifico – integrato nel collarino reggisella e fornito di serie su ogni bicicletta. La forcella è stata disegnata per essere compatibile con I portapacchi con fissaggio basso, steli forcella e forcellini (i portapacchi anteriori con attacchi classici sulla testa della forcella es. i Specialized Pizza Rack non sono compatibili con la Diverge. La maggior parte delle borse da telaio, reggisella e da manubrio sono compatibili con la Diverge (da notare che le borse per il tubo orizzontale che si agganciano con il Velcro possono danneggiarne il soffietto di gomma del Future Shock. Nel caso se ne volesse montare una sul tubo orizzontale, si consiglia di usare la Specialized Burra Burra, che si aggancia direttamente sul telaio)

Nuovo il reggisella Roval Terra da 27,2mm. Il quale va a sostituire l’apprezzato COBL-GOBL, mantenendone la stessa comodità, ma con un’estetica meno radicale (sulla versione S’Works è proposto un telescopico X-Fusion da 50mm).

Con la commercializzazione della nuova Diverge Specialized ha presentato anche un nuovo copertone, il Rhombus Pro 42mm (575gr). Copertone più estremo per fuoristrada. Tubeless.

La nuova Diverge viene proposta in vari modelli:

No frameset per l’Italia.

Commenti

  1. Mini4wdking:

    Veramente fatico a capire il mercato delle gravel... sono mountain bike poco evolute. Sono le mountain bike rigide di inizio anni '90, con telaio in carbonio invece che acciaio... Tutto qui. Spacciate per grande innovazione quindi fa molta MODA.
    La mia Diamond Back del 1994 con cambio Deore LX fa esattamente tutto quello che fanno ste bici.
    Se l'evoluzione della MTB ha portato ad aumentare notevolmente le loro capacità off-road, rispetto a quelle di fine '80 e primi '90, vorrà dire che il desiderio dei biker era quello di poter andare su sentieri più difficili, no? Ora questo desiderio sarebbe svanito? Non mi sembra, viste le ottime vendite che continuano ad avere le "vere" mtb.
    Vai in off road? Prendi una MTB. Vai su asfalto? Prendi una bdc (magari con assetto comodo, ma prendi una bdc).
    Perchè in Italia sono usabili molto poco. Ho vissuto fino a poco tempo fa in Australia, capitava di fare giri su asfalto per poi trovarsi davanti a bivi con strade sterrate, con la bici da strada toccava tornare indietro, con una gravel, essenzialmente con gomme large e meno soggette a forature, avrei potuto fare bei giri ad anello senza incrociare un'auto.
  2. Mini4wdking:

    Basta una MTB alluminio entry level hardtail, a cui monti copertoni da 1,90" poco tassellati invece dei 2,25"...
    Spesa 1000€
    Ma perchè? Scusa, in Austalia in un giro da 100 km magari ne fai 75 su asfalto dove la MTB si fa tirare da morire, e poi 25 di sterrato facile dove materiale da strada leggero andrebbe in crisi. Se compri una gravel e hai solo quella, con un paio di ruote complete in più, 500 €, hai una bici da asfalto puro la volta che vuoi "andare veloce". Perchè una cosa non ha senso in Italia, non significa che non ne abbia nel mondo. Poi il lato fighetto e modaiolo esiste per qualsiasi cosa.
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