La Fondazione antidoping del ciclismo (CADF) ha comunicato i numeri riguardanti l’impatto del Covid-19 sula propria attività antidoping. Le limitazioni sui movimenti e contatti per i lockdown nei vari paesi mondiali ha portato ad una diminuzione del 90% dei controlli fuori gara:
“È stato necessario, per seguire le misure restrittive adottate dalle autorità un po’ ovunque nel mondo, per seguire le raccomandzioni della WADA e per preservare la salute dei corridori, ridurre in modo significativo le nostre attività di controllo“.
Si è quindi registrato un calo del 90% dei controlli fuori competizione (gli unici ad essere svolti, visto che quelli in-competizione non si sono effettuati in mancanza di competizione…) nei mesi da inizio pandemia rispetto l’anno precedente.
La CADF ricorda che tra l’inizio dell’anno e l’inizio della pandemia nel 2020 sono stati svolti 2200 controlli antidoping, di cui 1250 fuori-competizione. Nel periodo di pandemia sono stati effettuati dei controlli di ri-analisi oltre ad aver sviluppato un programma di controlli per la ripresa delle competizioni. Nell’economia di questo programma la CADF ha stilato una lista di corridori da controllare prioritariamente sulla base di una valutazione sui rischi ed altri criteri. Il ritorno alla normalità partirà dai paesi che hanno per primi tolto le misure restrittive.