La sanzione di 9 mesi di sospensione per Dylan Groenewegen ha sicuramente un valore esemplare per la commissione disciplinare dell’UCI, ovviamente viste le conseguenze che il gesto dello sprinter olandese ha avuto sul suo rivale Fabio Jakobsen, il quale è rimasto in coma farmacologico per una settimana per poi subire già due interventi di ricostruzione della mascella e della mandibola.
Tralasciando un attimo le polemiche sulle mancate sanzioni agli organizzatori per le loro manchevolezze, che secondo molti sarebbero maggiormente responsabili delle conseguenze della caduta che non la caduta in se (barriere poste male ed il disegno dei finali di tappa allo sprint in discesa), vale forse la pena mettere in prospettiva questa sanzione.
Fino a mercoledì scorso la sospensione più lunga comminata ad un professionista non per violazioni antidoping erano i 6 mesi rifilati al cinese Wang Xin del team Keyi Look , il quale aveva aggredito due componenti dello staff della nazionale svizzera al Tour of Hainan 2017. Xing si infuriò accusando l’ammiraglia della nazionale svizzera di averlo fatto cadere. Una volta raggiunta l’auto e scesi i due dello staff elvetico, tra cui Danilo Hondo, Xin li aggradì spintonandone uno a terra e dandogli un calcio in testa. Cercò anche di colpire l’altro con una pompa da bici. Alla fine fu riportato alla ragione da alcuni spettatori e dalla polizia. Ai 6 mesi di sospensione dell’UCI si aggiunsero i 2 anni che gli rifilò la federazione cinese. Non solo a lui, ma anche ai dirigenti della squadra per “non saper gestire i propri atleti”.
5 mesi di sospensione per il venezuelano Leonardo Sierra (Carrera Jeans-Tassoni) e lo spagnolo Ramon Gonzalez Arrieta (Banesto) che si azzuffarono in modo indimenticabile alla Vuelta del 1995. Dopo essersi agganciati coi manubri per poi cadere i due continuarono con un alterco che alla fine sfociò nella scazzottata a favore di telecamere. Dopo essere stati divisi, i due, senza alcuna conseguenza per la zuffa, continuarono per 15km nella tappa prima di essere espulsi dalla corsa.
Incredibilmente si prese solo 1 mese di sospensione Theo Bos (Rabobank Continental Team) nel 2009 al giro di Turchia, quando prese per la maglia e tirò a terra Daryl Impey (Barloworld-Bianchi). Nella caduta Impey si fratturò due vertebre, ma non gli vennero computati i 20′ che si mise a raggiungere il traguardo (grazie alla regola degli ultimi 3km) riuscendo così a vincere la classifica generale. Bos si giustificò dicendo che era stato chiuso contro le barriere e cercò di spostare Impey per non cadere.
5 settimane di squalifica furono comminate a Gianni Moscon (Team Sky) per aver tentato di colpire Elie Gesbert (Fortuneo) al Tour de France 2018, da cui l’italiano fu anche escluso
Normalmente le scorrettezze in volata non portano quasi mai a squalifiche, ma a semplici declassamenti o al massimo a esclusioni dalla corsa, come fu il caso di Peter Sagan al Tour 2017 per avere chiuso e fatto cadere Mark Cavendish. O nel caso del lituano Andris Nauduzs che dette un pugno sul casco a Alessandro Petacchi al Giro d’Italia 2003.
Ironia della sorte, ai campionati delle Fiandre 2015 fu proprio Dylan Groenewegen ad essere vittima di una chiusura contro le transenne, da parte del belga Jens Debusschere, che venne relegato, ma non prese nemmeno un giorno di squalifica, anzi sui social ringraziò Groenewegen per “averci fottuto tutti e due” con la sua mossa azzardata…
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