[Test] Sella S’Works Power Mirror

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La stampa 3D è già una realtà in vari settori, ma promette sempre nuovi sviluppi. In campo ciclistico è già utilizzata per vari componenti, dai manubri alle congiunzioni per i telai alle selle. Oggetto di questo test è proprio una sella realizzata, in parte, con la stampa 3D: la Specialized S’Works Power Mirror.

Specialized per realizzare questa sella, che è al vertice della gamma selle dell’azienda americana, si è avvalsa della collaborazione di Carbon 3D, che utilizza in questo caso specifico una tecnologia chiamata Carbon DLS (Digital Light Synthesis), di cui potete trovare una spiegazione a questo link. Con questa tecnologia è quindi possibile creare delle strutture reticolari (nel caso della sella in questione con ben 7799 nodi) con caratteristiche variabili in quanto a diametri, lunghezza e rigidità di ogni filamento, in modo da “accordare” la struttura allo scopo ricercato. Per stabilire gli obiettivi ricercati in termini di punti di pressione e caratteristiche morfologiche del ciclista Specialized ha potuto basarsi sulla grande mole di dati di cui è in possesso grazie al proprio programma biomeccanico Retül, già implementato in svariati componenti denominati Body Geometry.

Venendo alla sella in questione, la Power Mirror è una sella “corta”, larga 143mm, realizzata con uno scafo in carbonio, binari di fissaggio al reggisella compresi, su cui è integrata la parte in 3D. Tutta la parte centrale della sella è “scavata”.

La forma della sella è piatta, con un leggero rialzo posteriore. Anche l’arco della parte posteriore non è molto pronunciato.

La sella misura 23,4cm di lunghezza, per un peso di 190gr. Esiste anche in versione più larga, 155mm, per un peso (dichiarato) di 195gr.

I binari di fissaggio al reggisella sono ovali, 7x9mm, quindi non compatibili con i morsetti reggisella per binari tondi da 7mm.

La sella è compatibile con gli accessori SWAT di Specialized, tramite due viti di fissaggio sulla parte inferiore-posteriore.

Prova

Veniamo al sodo: la Power Mirror è veramente comoda. Non c’è altro aggettivo che non venga subito in mente. La parte superiore è molto morbida, anche se la morbidezza varia molto da punto a punto. Ad esempio sulla parte anteriore è quasi gommosa, mentre nella parte posteriore, dove si appoggiano le ossa ischiatiche, è più compatta. La parte centrale, dove pur è presente il reticolo Mirror, è ininfluente, perché di fatto è scavato come tunnel di alleggerimento, quindi più basso rispetto la seduta.

I nostri lettori più attenti (o con un po’ di memoria) ricorderanno che già un anno fa avevamo provato una sella che presenta la stessa tecnologia 3D, la Fizik Adaptive 00. Da allora la Adaptive è la mia sella di elezione. La Mirror è più morbida in generale, non solo per quanto riguarda la parte 3D, ma anche per lo scafo in carbonio, che flette maggiormente. La cosa è avvertibile dalla prima seduta e mi aveva sollevato qualche perplessità, in quanto le selle troppo morbide o troppo imbottite, alla lunga, le trovo scomode. In particolare per il fatto che provocano frizioni nel momento in cui durante la pedalata le parti molli “affondano” nell’imbottitura.

Devo dire che non è il caso della Mirror Power. In particolare perché il rivestimento della sella ha grandissimo “grip”, impedendo di scivolare sulla sella, sia longitudinalmente che lateralmente. La seduta è davvero molto “ferma”. Al contempo è tutta la sella che si deforma, presumibilmente grazie anche alla flessibilità dello scafo, non solo la parte 3D. Quest’ultima invece fa una sorta di effetto “amaca” per cui quando ci si siede si ha l’impressione di affondare molto nei primi mm per poi invece raggiungere un “fondo” più duro e stabile.

Nel complesso si tratta di una sensazione davvero nuova rispetto le selle classiche. Il risultato finale è una grande sensazione di comodità, questo è garantito. Forse a qualcuno potrà non piacere, o potrà fare fatica ad abituarsi, in particolare perché la Power è anche una sella corta, una categoria che si sta ricavando grande successo, ma verso cui c’è ancora qualche resistenza.

Il fatto che il Mirror minimizzi gli scivolamenti sulla sella è anche garanzia contro sfregamenti indesiderati, a patto di scegliere la larghezza giusta per la propria conformazione. A livello di durata posso garantire che dopo 1 anno di utilizzo la Adaptive è ancora perfetta, senza deterioramenti, a parte un leggero scurimento di alcune porzioni di 3D, che però nel caso della Mirror sono esclusi a priori, essendo più sobriamente nera.

Se nel caso della Adaptive qualcuno era rimasto colpito dal notevole prezzo di 390€, lo sarà ancora di più dai 429€ di prezzo di listino della Power Mirror. Se però cercate una sella “comoda” la Power Mirror potrebbe fare veramente al vostro caso.

Specialized.com

Commenti

  1. simo911:

    400€ per una sella...stiamo perdendo la bussola :shock:
    La sella che uso ora( bontrager xxx presa usata a un prezzo decisamente più abbordabile) costava uguale ed è "solo" una lastra di carbonio( pure molto poco materiale)

    Questa almeno ha un imbottitura decisamente particolare

    Ad ogni modo fizik ha già a listino delle con la stessa imbottitura e prezzi più umani
  2. Ser pecora:

    Dipende da che posizione assumi in sella e dalla lunghezza del percorso/ore in sella.

    Più piano vai, quindi ad esempio su lunghe distanze, più resti fermo sulla sella. Infatti per lunghe percorrenze io consiglio sempre selle un po' arcuate posteriormente, in quanto si tende ad assumere una posizione più eretta (anche per la tipologia di bici di solito) e quindi si beneficia di un po' di supporto. Per giri (relativamente) brevi e veloci meglio selle piatte con appunto possibilità di muoversi.
    Imho.
    Almeno per me i casi in cui mi muovo sulla sella sono
    -cercare una posizione molto abbassata con gli avambracci sul manubrio dove tendo ad arretrare per allungarmi
    - salite dure dove mi trovo a pedalare in punta di sella
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