Anche per il giro delle Fiandre 2021 Mathieu van der Poel ha condiviso su Strava tutti i suoi dati registrati durante la gara, dando al pubblico non solo la possibilità di fare i soliti paragoni con quello che a cui siamo abituati, ma anche valutare la distribuzione degli sforzi in rapporto alle dinamiche di gara.
Intanto non si può che considerare la potenza media ponderata di 328w per le 6h18′ di gara, o la potenza media registrata di 270w, significa presumibilmente 6h e passa erogando 3,6w/kg., per una media di 41,9km/h sulle strette e tortuose strade fiamminghe. Implacabilmente la velocità media registrata da Asgreen (su un dispositivo identico a quello di MvdP, il Wahoo Roam) è di 42km/h netti.
Purtroppo i dati di potenza di Asgreen non sono disponibili, ma sarebbe stato interessante confrontare il picco di potenza e la distribuzione della stessa nello sprint finale, considerando che quello registrato da MvdP è stato di 1470w
MvdP ha accelerato negli ultimi 20″ di gara da circa 300w ad un picco di 1470w. Vediamo come si è svolta questa accelerazione finale:
MvdP ha accelerato per circa 3″ attorno ai 500w di potenza, per poi “sparare” tutto in 2″ in cui ha raggiunto il picco massimo. Poi ha tenuto una potenza sempre superiore ai 1400w per altri 3″ circa (19,3w/kg) per poi calare sino a 890w e quindi andare a zero.
L’errore di MvdP, se vogliamo chiamarlo cosi, è stato presumibilmente quindi quello di fare la solita sparata fulminante, ma troppo presto, “esplodendo” proprio qui 20mt prima del traguardo, mentre invece si può presumere che Asgreen abbia fatto uno sprint con una potenza più bassa di picco, ma più sostenuta nel tempo (2-3″?).
Va anche detto che MvdP, come sua abitudine, esprime questi picchi elevati con rapporti generalmente più corti degli avversari. Uno sprint come quello di MvdP sarebbe stato vincente al 99,9% su un qualunque strappo, stile Strade Bianche o Cauberg, ma non sul piano contro un corridore potente e più pesante come Asgreen. Infatti si è potuto vedere bene come spingesse un rapporto più lungo dell’olandese e gli esca di scia (abbastanza) agevolmente (da 4’23” nel video). Basti vedere la velocità massima raggiunta nello sprint dai due, che è di 58,3km/h per MvdP e 60,1km/h per Asgreen, ed il danese la raggiunge proprio pochi secondi dopo l’olandese, proprio sul traguardo, quando ormai questi aveva “mollato”.
Una situazione opposta a quella dell’anno scorso, in cui fu proprio MvdP a saltare fuori di ruota con la sua accelerazione mostruosa a Van Aert. Quest’anno, l’aver condotto lo sprint in testa ed aver tentato di prendere un po’ di distanza da Asgreen gli è costato caro. In una situazione simile, in futuro, gli converrebbe attendere veramente gli ultimissimi metri per sfruttare la propria accelerazione brutale.
Questo modo di condurre gli sprint in piano, non in progressione, è probabilmente ciò che lo rende poco adatto agli sprint di gruppo, pur avendo senza dubbio i watt per sostenerli, ma è proprio la loro distribuzione che lo rende più simile ad un finisseur. O a metà strada tra uno sprinter ed un finisseur.
Curiosità: assolutamente alla pari MvdP e Asgreen sul segmento Strava “vecchio Kwaremont+Paterberg”, che hanno affrontato con lo stesso identico tempo, condividendosi il KOM:
A me non sembra che VDP il Paterberg lo abbia fatto bene. Asgreen lo ha fatto bene. Bici bella dritta, azione composta, e traiettoria più breve. VDP era lì che arrancava cercando una canaletta strettissima, non riuscendo nemmeno a seguirla bene. E' in quel momento che ho pensato che Asgreen ce la poteva fare (mentre qualcuno diceva che la partita era persa, che stava regalando la gara a VDP, che non doveva collaborare, che doveva fare il furbo, ma magari addirittura aspettare il gruppo dietro).
Io sono pienamente d'accordo. Dovresti dirlo a chi lo ha criticato come spaccone per una esultanza tutto sommato normale.
Concordo in pieno. E' vero che quando uno non vince, il primo passo per far meglio la prossima volta è autoanalizzare cosa si poteva far meglio...e possibilmente farlo meglio la volta dopo. Però quando vince uno più forte, non per forza si è sbagliato o si poteva fare meglio. A volte, per non dire spesso, semplicemente ha vinto l'altro perchè è più forte in assoluto o lo era quel giorno. Fine.
Il ragionamento di cui parli è figlio dell'esaltazione smodata nella vittoria e la depressione esagerata nella sconfitta, clichè di cui siamo campioni del mondo. Mai che si riconosca il valore e il merito dell'avversario. Perdi e sei finito, vinci e sei Dio.