46 anni e 4 giorni. Tanto ci è voluto ad eguagliare il record di vittorie di tappa al Tour de France stabilito da Eddy Merckx. Mark Cavendish (Deceunick-QuickStep) lo ha fatto oggi, vincendo la 13^ tappa tra Nîmes e Carcassonne, 220km in cui non è successo granché, a parte l’ennesima caduta che oggi ha fatto fuori Simon Yates (Team BikeExchange) e Roger Kluge (Lotto-Soudal).
Il record eguagliato da Cavendish, in un Tour in cui stato chiamato a competere dopo anni difficili a causa della mononucleosi e della depressione è chiaramente la storia nella storia di questo Tour de France. Britannici (ma non solo) ora impazziti nel confrontare Eddy Merckx e Mark Cavendish, con la frase virale pronta e servita in ogni salsa: “diversi, ma uguali”, ma con il vecchio Eddy che ha già storto il naso, ricordando che lui le sue 34 tappe le ha vinte in salita, in volata, da solo, a cronometro…insomma, uguali mica tanto sembra voler dire il Cannibale, che di essere paragonato ad un velocista forse gli va stretto. Ma è Cavendish, persona intelligente come sempre ha dimostrato di essere, a raffreddare gli animi, ricordando anche lui che “Eddy resta il più grande corridore maschio di tutti i tempi”. Con tanto di precisazione politicamente corretta come i tempi richiedono.
Resta il fatto che questo record di Cavendish è una bella storia, soprattutto dal punto di vista umano, un esempio di come la volontà di non mollare anche nelle difficoltà poi possa (non sempre, va detto pure questo) pagare. Soprattutto, se come già detto si è intelligenti come lui e si rinuncia al guadagno subito e si sa andare a cercare l’ambiente adatto per poter tornare a galla. E la Deceuninck–Quick-Step in effetti si è dimostrata la scelta perfetta, essendo senza ombra di dubbio la squadra a supporto di sprinter più forte al Tour. Negli ultimi kilometri di tappa è implacabile nel mettersi davanti al gruppo e forzare un’andatura insostenibile per le altre squadre, che hanno invece i loro sprinter accompagnati da uno, massimo due compagni, ma non certo della qualità per le volate del treno DeClerq, Asgreen, Ballerini e Mørkøv. In tutto questo aiuta anche il fatto che Caleb Ewan si è schiantato e rotto alla 4^ tappa, Peter Sagan era l’ombra del suo vecchio se fino a prima del ritiro, Démare ed il suo treno è deragliato tappa dopo tappa sino al ritiro e Wout Van Aert spiana mari e monti, ma per la moltiplicazione dei pani e pesci si sta ancora attrezzando. Resta un parterre di buoni sprinter (Philipsen, promosso da ultimo uomo a titolare dopo il ritiro di Merlier), Bouhanni, Cortina, Colbrelli…ma nessuno in grado di saltare l’ultimo vagoncino del treno Deceunick. Quel Cavendish che viene portato in poltrona fino ai -50mt e poi però è bravo a stare in testa fino alla linea del traguardo. A 36 anni. Per 34 volte al Tour.
Chapeau
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