Filippo Ganna campione del mondo a cronometro per la seconda volta di fila, Wout Van Aert argento per la seconda volta di fila pure lui. Remco Evenepoel bronzo con complimenti generali per aver fatto una prova superlativa su un tracciato che doveva premiare corridori più pesanti.
Ma vediamo un po’ l’andamento della gara ed alcuni dati (presi dai profili Strava dei corridori).
Innanzitutto quelli di Ganna non sono disponibili, tranne ovviamente la velocità media, la più alta mai stabilita in una gara mondiale: 54.37 km/h su 43,3km di percorso. Percorso totalmente piatto (80mt di dislivello).
Ganna è partito più conservativo di Van Aert, al km 13,8, primo intertempo, l’italiano aveva un ritardo di 6,7″. Al km 33 però il vantaggio di Van Aert si è ridotto a soli 0,8″. Ganna negli ultimi 10km ha quindi fatto la differenza con un finale in crescendo, sua tipica condotta di gara, arrivando al traguardo con 5,4″ di vantaggio sul belga. Ganna e Van Aert hanno un peso (o dovrebbero pesare) abbastanza simile, 80kg circa, quindi la differenza tra i due alla fine deve essere stata di veramente qualche watt. A Van Aert si può imputare probabilmente una partenza troppo “sparata”, che ha avuto l’effetto di farlo calare nel finale. La cosa può essere evidenziata dal fatto che il belga ha tenuto una cadenza molto costante (100rpm) per tutta la gara, ma con un calo nel finale
Finale con l’entrata nel centro cittadino, con 3,5km da percorrere ed un paio di curve, che chiaramente sono i momenti in cui Van Aert smette di pedalare, ma negli ultimissimi chilometri si vede il calo nella cadenza e contemporaneamente dei picchi e dei cali nella velocità, segno che ha cercato di tirare fuori veramente tutto il rimanente, ma in modo un po’ scomposto e forse in calando.
Veniamo quindi ai dati di Remco, che sono completi anche della potenza. Intanto si può vedere la potenza media, uno strabiliante 384w per un corridore pesante circa 60,5kg, desunto dai dati della curva di potenza dal profilo Strava del belga, che danno appunto un rapporto peso potenza sulla prova di 6,2W/Kg . Cadenza perfettamente in linea con quella del suo connazionale: 100rpm.
Se si va a zoomare sull’ultima parte di percorso si vede come Remco sia più costante per velocità e cadenza rispetto a Van Aert, segno che la sua prova è stata impostata ad un ritmo pressoché perfetto. Anche la potenza media è perfettamente allineata con quella di tutta la prova, indizio che il giovanissimo belga abbia corso con una potenza “target” ben precisa e che l’obbiettivo sia stato altrettanto precisamente centrato.
A riprova, un confronto tra i due belgi sulla prima parte di gara, i primi 14km, sino al primo intertempo circa: Van Aert è partito sparato, sia come velocità, che cadenza e soprattutto come velocità di picco, ben 73,4kmh per Van Aert contro 61,2km/h per Remco, che evidentemente è stato molto più attento alla regolarità. I picchi di potenza di Van Art sono intuibili. In compenso si vede come in due curve proprio all’intertempo Van Aert abbia decelerato meno di Evenepoel, e conseguentemente abbia ripreso velocità più facilmente.
Alla fine cosa se ne può concludere? Remco Evenepoel ha realizzato una prestazione perfetta, sia come conduzione che come numeri. Su un percorso come quello di Brugge ha potuto fare ben poco contro due corridori decisamente più potenti di lui. Van Aert forse ha perso per una conduzione di gara troppo aggressiva nella prima parte che lo ha fatto finire in calando e perdendo ben 11″ in 30km. La potenza del belga però dovrebbe essere molto simile a quella di Ganna. Ganna che ha condotto una gara perfetta facendo, come sua abitudine, la differenza nella seconda metà dove decisamente imposta una marcia in più rispetto a tutta la concorrenza (come si è già visto alle olimpiadi ad esempio).
Detto questo forse la scelta del percorso non è stata la migliore da parte dei belgi padroni di casa, che hanno optato per un percorso velocissimo sfidando sulla pura potenza Ganna. Scelta che si è rivelata perdente. Un percorso con più salita avrebbe sicuramente premiato di più Evenepoel (che, fuori Roglic, avrebbe dovuto forse guardarsi al massimo da un Pogačar non al top), ed un percorso più tortuoso avrebbe probabilmente premiato di più Van Aert, corridore abituato anche ai cambi di ritmo ed accelerazioni degli sprint. I belgi invece hanno deciso di far confrontare in particolare Van Aert in un faccia a faccia su un percorso che per Ganna è stato un invito a nozze.
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