Bianchi sta pianificando una fabbrica di telai in carbonio e sede in Italia

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Bianchi ha svelato i piani per costruire una nuova sede e una fabbrica in Italia. La struttura di 30.000 metri quadrati avrà circa 17.000 metri quadrati dedicati alla produzione di biciclette. La produzione dovrebbe iniziare nel 2023. A pieno regime, la fabbrica sarà in grado di produrre 1.000 biciclette al giorno.

L’amministratore delegato di Bianchi Fabrizio Scalzotto ha illustrato i piani giovedì presso l’attuale sede dell’azienda in Via delle Battaglie, che ospita l’azienda da oltre 50 anni.

Il progetto di riqualificazione resterà all’interno del Comune di Treviglio (BG) ed è destinato a rivitalizzare una storica area industriale. “La chiave della visione e della strategia di Bianchi è l’inizio di un processo di re-shoring, riportando in Italia le capacità tecniche e produttive che erano state esternalizzate al di fuori dell’Europa nei decenni precedenti“, ha affermato Scalzotto.

Salvatore Grimaldi, presidente e titolare di Bianchi, ha dichiarato: “Crescere e sviluppare le aziende è la sfida che più di ogni altra mi affascina e oggi ne stiamo abbracciando una nuova: creare in Bianchi uno degli stabilimenti di produzione di biciclette più avanzati del mondo.”

A pieno regime, il nuovo sito impiegherà più di 250 persone tra impiegati, risorse tecniche e personale di produzione.

La nuova sede Bianchi ospiterà anche un Museo Bianchi. L’investimento complessivo nel progetto è di oltre 40 milioni di euro (45 milioni di dollari). I lavori sono iniziati il ​​mese scorso.

Commenti

  1. Salvo@ing:

    Io non sono certo che una bici (di altissima ha!ma) prodotta qui costi necessariamente più c'è prodotta in Cina e rivenduta in UE.
    Sommando dazi (ove presenti) e trasporto (il container è aumentato del 1000 per 100!) siamo quasi a pareggio con il plus dovuta alla manodopera UE.
    Obiettivamente un telaio Bianco CN non lo comprerei mai per 4.500€, una Bianco IT ci spenderei anche 5.000€. Come me credo molto altri, specie i bianchisti sfegatati.
    Anche io penso che, pur essendo difficile, si possano produrre in Italia biciclette ad un prezzo "vendibile", con stabilimenti all'avanguardia con poca mano d'opera e grande flessibilità. Lo dico anche per eseprienza diretta (in altri settori industriali).
    In Bianchi avranno certamente fatto le loro ricerche di mercato, avranno tenuto conto della difficoltà ad avere pezzi prodotti in oriente in periodi come questo, avranno forse ottenuto finanziamenti (nel comunicato si parla di aree da riqualificare), inoltre il mercato delle biciclette è in forte crescita. La materia prima forse (il carbonio) arriverà sempre da Oriente. Poi probabilmente potranno continuare a produrre tanti modelli a prezzo più basso in Asia.
  2. Ma quando il tutto si sarà normalizzato e tornato al pre pandemia che si fa? I capannoni sicuramente sono stati ristrutturati grazie a dei fondi, come qualcuno ha sottolineato precedentemente si parla di riqualifica, e si fa presto ad abbandonarli ancora una volta, i dipendenti a tempo determinato? si fa ancora prima a sostituirli con la manodopera cinese.
    In diversi settori ormai si parla di riportare la produzione in Europa, ma in oriente sono molto più competitivi e secondo voi staranno a guardare? La materia prima arriva ancora da la, e visto che è il problema di base non siamo ancora punto a capo?

    Non lo so...la vedo come una bella cosa (facevano anche schifo e tristezza i capannoni diroccati), ma lo è fino in fondo?
  3. walterde67:

    In Cina usano i dazi, noi potremmo applicare un po’ di sano patriottismo.
    I dazi ci sono anche in europa. Il patriottismo lo applichiamo quando i patrioti lo applicano verso noi consumatori. Per ora mi sembra che di fame, gli industriali italiani, non siano mai morti.
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