Se Matej Mohoric voleva sollevare un polverone nello statico mondo del ciclismo ci è riuscito, visto che si parla e straparla ovunque dell’ormai famoso reggisella telescopico con cui ha corso e vinto la Milano-Sanremo.
Arrivano anche le prime reazioni degli addetti ai lavori, come ad esempio Marc Madiot, team manager della Gourpama-FdJ (e vincitore di due Roubaix da corridore, 1985 e 1991), che sul Wilerfiets si è così espresso:
«È stato intelligente da parte sua (di Mohoric -ndr-). È stato spettacolare ed è quello che vogliamo. Non voglio giocare a fare il cavaliere della morale, però Mohoric è andato molto vicino a cadere varie volte. Cosa diremmo se fosse finito in sedia a rotelle dopo la discesa del Poggio? Se iniziamo a incoraggiare gli altri a fare lo stesso il pericolo e il rischio diventano ancora più grandi. Dobbiamo pensare anche alla sicurezza, no? Ma mi sembra che lo dimentichiamo un po’ troppo spesso“.
“Sono un team manager e non mi piace chiamare i genitori per dirgli che loro figlio è in ospedale. A me è già successo, e non voglio riviverlo. Ed il reggisella telescopico non è un miglioramento al riguardo. L’UCI farebbe bene a esaminare questi problemi reali (in realtà i reggisella telescopici sono approvati per uso in competizione dall’UCI dal 2014 e sono già stati usati dai pro -ndr-). Ma potrebbero non essere abbastanza forti contro la lobby dei produttori di biciclette“.
Tuttavia, il boss di Groupama-FDJ non può vietare ai suoi corridori di utilizzare il reggisella telescopico,se qualcuno lo chiedesse: “Dovrò dire di sì, perché non ho altra scelta. Se lo fanno gli altri, dovremmo farlo anche noi. Ma me ne pentirò molto perché penso che stiamo andando alla deriva. Non prenderò mai l’iniziativa da solo, perché oltre all’aspetto della sicurezza penso anche che questo non sia nel DNA del ciclismo”.
“Per me l’essenza del ciclismo è che si deve andare il più veloce possibile con le proprie gambe e il proprio corpo, su una bici quasi identica a quella del proprio avversario. Anche questo non va dimenticato. Ma il team di Mohoric ha le risorse per farlo, mentre ci sono anche molti team che non hanno l’opportunità di cercare innovazioni. Certo che sono per il progresso, ma sono anche per l’uguaglianza“.
Però per le categorie giovanili un limite mi sembra possa essere ragionevole.
Magari esiste già.
Cert'altri le sparano molto più grosse dalla tastiera di un computer, senza essere team manager nemmeno della squadra di briscola del paese.E senza che nessuno vada lì con la chiara intenzione di intervistarli.