Vingegaard è l’unico avversario di Pogačar?

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Dopo la vittoria di ieri alla Super Planche des Belles Filles Tadej Pogačar sembra aver aver fatto chiaramente capire che questo Tour è suo e di nessun altro.

Allo stesso tempo Jonas Vingegaard, dopo essersi ripreso dal violento sforzo dello sprint sulla rampa finale (per cui è quasi caduto per terra sfinito), battuto solo sulla linea del traguardo dallo sloveno, era piuttosto soddisfatto e sorridente mentre si aggirava attorno all’autobus della Jumbo-Visma, ed ha spiegato così il motivo:

Ero veramente vicino all’obiettivo…è un peccato, ma in fondo non sono disperato per questo 2° posto. Il fatto che Primoz (Roglic -ndr-) ed io siamo a questo livello è importante. La sensazione durante tutta la salita è stata quella di ricevere delle coltellate alla schiena ad ogni colpo di pedale. Gli ultimi metri sono stati terribili, ma ho tenuto. Continuerò a battermi cercando di recuperare ogni giorno“.

Vingegaard

Fiducioso anche Sepp Kuss, il gregario della Jumbo che ha pilotato i suoi capitani nella salita ed è arrivato 10° a +41″:

“Questa salita, corta ed estremamente ripida era perfetta per Pogačar e per Primoz, se non fosse stato handicappato dai postumi della caduta, ed essere stato così vicini a batterlo deve dare fiducia a Jonas. Deve esserne fiero, trarne forza, perché questo genere di sforzi non sono quelli in cui lui è più portato. E’ un buon segno, soprattutto che si senta sempre meglio. Quando arriveranno le tappe alpine sarà ancora più forte“.

Cosa confermata anche da Grisha Niermann, DS della Jumbo-Visma, secondo il quale Vingegaard da il meglio di se in salite lunghe, come sulle Alpi ed i Pirenei.

Il perché lo ha spiegato Lars Johansen, medico e specialista della performance della nazionale danese, che ha raccontato che da U23 Vingegaard, nei test fisiologici, esibiva una Vo2max del 15% superiore a tutti gli altri suoi colleghi, valori che secondo Johansen sono presenti solo in “meno del 5%” di tutti i ciclisti del mondo.

Questo sembra non essere abbastanza per battere Pogačar, che evidentemente fa parte di una percentuale ancora più ristretta, ma spesso nei grandi giri  l’oggi non serve a determinare il domani.

Vingegaard potrà anche contare sull’aiuto di Roglic, 13° in classifica generale a +2’45”, ma che potrebbe facilmente risalire la classifica, a patto che la smetta di cadere ed avere problemi.

Insomma, come spiegato da Niermann: “continueremo a rendere difficile la vita a Pogacar, faremo quello che potremo, altrimenti questo Tour sarà veramente noioso“.

 

 

Commenti

  1. Al di là del risultato con la vittoria sul filo di lana, lo sloveno ha voluto con tutte le sue forze vincere il corpo a corpo .....mica che un domani il danese possa vantare quel vantaggio psicologico.
  2. Fesso è sicuramente chi non ci prova, e non chi viene battuto,ovvio che contano in primis le gambe ma serve anche coraggio e determinazione!
  3. Kaiser Jan:

    L'unico avversario è il covid!
    Stesso pensiero che ho io , trovo assurdo fare tamponi di massa se i corridori stanno bene . Sono dei lavoratori come noi e non mi risulta che noi dobbiamo fare un tampone alle settimane se non abbiamo sintomi . Così si rischia di far morire il tour . È assurdo che Pogacar debba temere il covid per la vittoria finale , non sta ne in cielo ne in terra siamo alla follia.
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