Tiesj Benoot racconta il proprio incidente

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Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) ha raccontato il proprio incidente sulle pagine di Sporza, incidente nel quale si è fratturato una vertebra e per cui è stato costretto a chiudere anticipatamente la stagione:

Considerate le circostanze sto bene. Percorro quella strada ormai da 8 anni. Stavo andando a 67 km/h in discesa, ma un’auto è uscita dal suo parcheggio, non mi ha visto e mi è venuta addosso. Sono stato privo di sensi per 15 minuti. Non sapevo cosa fosse successo, ma sapevo di aver chiamato Fien (la sua partner -ndr-) e di aver condiviso la posizione dell’incidente

Benoot è stato poi elitrasportato a Bolzano dove è stato subito sottoposto ad esami per verificare che non avesse emorragie interne:

Durante il volo in elicottero mi hanno chiesto di muovere i piedi e le mani. L’ospedale italiano era davvero brutto: un letto troppo piccolo in una stanza per due e 30 gradi di temperatura. Nessuno sapeva parlare inglese, il dottore non poteva mai venire a trovarmi. Ho deciso di lasciare quell’ospedale perché non mi fidavo“.

Anche il medico della squadra pare abbia avuto problemi nel comunicare con il personale dell’ospedale e pertanto è stato subito organizzato un trasferimento.

La mia seconda vertebra cervicale è rotta a livello dell’articolazione. Ho bisogno di indossare un tutore per 6 settimane, giorno e notte. Il 20 settembre avverrà la lunga preparazione verso le classiche, se il medico mi da l’ok.”

Sulla causa dell’incidente Benoot la prende con molta filosofia ed equilibrio: “Mi rendo conto al 100 percento di essere stato molto fortunato. Ho sentito abbastanza storie di persone a cui è andata peggio, e quando ti chiedono di muovere mani e piedi te ne rendi conto…sapevo anche che questi sono i pericoli nel traffico e spesso dopo un allenamento ti dici : oggi è andata bene. Ecco, stavolta non è andata bene..”

Benoot si allena spesso in Spagna e traccia un paragone: “In Spagna le cose stanno andando bene. La gente è un po’ più rilassata e ci sono anche campagne per sensibilizzare gli automobilisti a tenere un metro e mezzo di distanza tra auto e ciclista. L’Italia in questo è il paese peggiore, con automobilisti molto stressati

Ma il corridore belga coglie il punto fondamentale: “É un questione di mentalità: forse è meglio essere al lavoro 20 secondi dopo che passare semplicemente sopra un ciclista o un pedone“.

Commenti

  1. iena plissken:

    Ha detto semplicemente la sacrosanta verità.
    Cit. "sono otto anni che mi alleno su queste strade" ...se era così pericoloso non ci tornava così assiduamente!
    Poi sulla sacrosanta verità non ci metto bocca ma è altrettanto sacrosanta verità che a quelle velocita su una bici da corsa il rischio aumenta in modo esponenziali e la possibilità di manovre correttive cala in modo drastico.
    Non era mia intenzione smentirlo ma forse non sono le sue esatte parole, i "giornalai" spesso colorano con tonalità più accese l'immagine!
  2. scoccy:

    e anche tutte le problematiche che ne comporta
    Certo, ma anche le alternative hanno problematiche non indifferenti.
    Fossi stato in USA, dove le assicurazioni sanitarie (se non sbaglio) non hanno obbligo a contrarre, dopo la mia prima operazione alla testa difficilmente avrei trovato una nuova copertura assicurativa a costi sostenibili.
    Con esiti di questo tipo: https://www.cnbc.com/2020/02/13/one-third-of-american-workers-have-medical-debt-and-most-default.html
  3. bradipus:

    Certo, ma anche le alternative hanno problematiche non indifferenti.
    Fossi stato in USA, dove le assicurazioni sanitarie (se non sbaglio) non hanno obbligo a contrarre, dopo la mia prima operazione alla testa difficilmente avrei trovato una nuova copertura assicurativa a costi sostenibili.
    Con esiti di questo tipo: https://www.cnbc.com/2020/02/13/one-third-of-american-workers-have-medical-debt-and-most-default.html
    Chi dice di prendere a modello la sanità USA semplicemente non conosce la situazione in quel paese. Non è una questione di pubblico vs privato, ma solo di un sistema disfunzionale. Io pagavo lo stipendio ad una persona di colore che faceva le pulizie. Il costo per me della sua assicurazione sanitaria superava il costo del suo stipendio, ma di fatto aveva diritto a prestazioni sanitarie ridicole, e sempre col timore che l'assicurazione non le rimborsasse. Un'aspirina in ospedale costa oltre 100 dollari, il rapporto tra costo e qualità è folle. Poi ci sono paesi in cui le cose funzionano meglio che in Italia, dove comunque si deve sperare di capitare con le persone giuste. Almeno nelle situazioni difficili, restano comunque degli aspetti positivi del sistema italiano, e ti auguro che la tua famiglia possa avere l'aiuto necessario.

    Sul ciclista oggetto della conversazione, non vedo perché non credere alle sue parole, in particolare sulla dinamica dell'incidente.
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