Cian Uijtdebroeks è il nuovo fenomeno di cui parlare, in un ciclismo ormai sempre più popolato di talenti giovanissimi. Uijtdebroeks, 19 anni, da quest’anno corre per la Bora-Hansgrohe, e lo farà almeno sino al 2024, e si appena imposto nel Tour de l’Avenir, una corsa che chiaramente ha ri-preso una nuova dimensione in tempi recenti.
Nel giro di pochissimi anni il ciclismo ha riscoperto i giovanissimi, principalmente grazie ai successi storici di Egan Bernal, Tadej Pogačar e Remco Evenepoel. Quest’ultimo, ormai diventato un caso nel mondo del ciclismo, tra entusiasti che lo vedono come “il nuovo Merckx” e detrattori (man mano zittiti nel tempo e pronti a passare dall’altra sponda). Ebbene in Belgio si è già oltre e Uijtdebroeks è stato prontamente bollato come il “nuovo Evenepoel”. Cosa abbastanza comica se si pensa che il buon Remco ha 22 anni….
Il trend però ormai è questo, e le squadre sono in costante caccia di nuovi giovanissimi talenti, che saltano a pié pari la categoria U23 per essere spediti direttamente nel WorldTour, e ormai persino la U19 sembra aver quasi fatto il suo tempo. I motivi di questo cambiamento nel reclutamento dei corridori è fonte di discussioni, ed i motivi possono plurimi, ma tant’è.
Per tornare a Uijtdebroeks, lo sbarco nel WT con la Bora è arrivato dopo il 3° posto alla course de la Paix, il titolo nazionale a cronometro ed il 2° posto all’europeo juniores a cronometro, ma soprattutto dopo la vittoria alla Classique des Alpes, una corsa per scalatori, vinta da Uijtdebroeks, il quale pareva essere soprattutto un eccellente cronoman, ed invece ha vinto questa corsa, e pure davanti un altro fenomeno promesso: Lenny Martinez (il prossimo anno alla Groupama).
La prima squadra ad averlo contattato per il passaggio al professionismo è stata nientemeno che la QuickStep, e se lo squadrone di Lefévère poteva sembrare la destinazione ideale per un belga come lui la sua scelta è invece caduta sulla tedesca Bora-Hansgrohe, che pare abbia per lui “un progetto più a lungo termine”. Nel complesso la scelta (corretta si direbbe) pare essere stata quella di allontanarsi dal patrio suolo per evitare pressioni esagerate, sia esterne dai media e tifosi, sia interne per l’inevitabile confronto con Evenepoel, che oltretutto non potrebbe certo fare da “chioccia” al connazionale all’età da U23.
E non si sta parlando per ipotesi: la stampa belga ha già aperto le danze con paragoni e pressioni di ogni tipo. A cominciare dallo stesso direttore del team Acrog-Tormans, squadra del giovanissimo Cian da juniores, la stessa dove hanno corso proprio Evenepoel ed un certo Tom Boonen: “Nessuno può eguagliare Cian in una crono o quando la strada sale. È una versione migliorata di Evenepoel“.
Una bomba mica da poco per entrambe i corridori. Uijtdebroeks, che pare essere un tipo riservato e poco propenso agli scontri ha nicchiato infastidito, mentre Remco non le ha mandate a dire: “se vincerà il campionato nazionale su strada e a crono, mondiale e europeo junior allora potremmo paragonarlo a me“.
Questi risultati Cian non li ha ottenuti, ma i paragoni si continuano a fare, come ha spiegato lui stesso: “Quando sono stato paragonato a Remco, la prima volta mi sono detto che è stato fantastico essere considerato bravo come lui, ma poi è diventato stressante perché è un po’ come se mi venisse chiesto di ottenere subito i suoi stessi risultati. Ora ho imparato come affrontare questo tipo di situazioni. Oggi imparo quando sono in gara, ma anche da tutte le cose intorno. Voglio solo crescere lentamente. Voglio darmi tempo per avere successo. Il progetto triennale della Bora-Hansgrohe è interessante e non ho alcun obbligo di risultati. Non è male per gestire qualsiasi tipo di pressione“.
All’inizio di questa sua prima stagione da pro ha un po’ faticato, con tre ritiri consecutivi, poi però ha ingranato con il 16° posto al Tour of the Alps (5° dei giovani), 8° al giro di Norvegia, 3° al Sibiu tour, per infine vincere il tour de l’Avenir, con anche 2 tappe vinte e la maglia di miglior scalatore (è alto 185cm per 68kg). Primo belga a vincere la corsa dal 2008, quando la vinse Jan Bakelants (o il 4° se si considerano i successi di Eddie Schepers nel 1977 e Johan Bruyneel nel 1990 quando la corsa aveva altra denominazione).
Uijtdebroeks però è il più giovane vincitore nella storia del tour de l’Avenir.
Però ha ragione.