I campioni nazionali australiani 2023

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L’Australia è da sempre la prima nazione nella stagione in cui si corrono i campionati nazionali, e per quest’anno ci sono alcuni nomi nuovi ed anche inaspettati. In campo femminile la corsa in linea su strada è stata vinta da Brodie Chapman (Trek-Segafredo) vittoriosa davanti Grace Brown (FDJ-Suez) e la compagna di squadra Amanda Spratt.

Nella cronometro femminile vittoria di Grace Brown (FDJ-Suez) davanti Georgie Howe (Jayco-AIUla) e ancora la Chapman (Trek-Segafredo). Da notare come questi podi siano composti da tutte ultratrentenni, a parte la Howe (28). Secondo titolo nazionale a crorometro per la Brown, già seconda agli ultimi mondiali.

Chapman ha vinto la gara in linea con un’azione solitaria, stessa ricetta vincente in campo maschile, con la vittoria di Luke Plapp (Ineos), il quale vestirà cosi’ la maglia di campione nazionale per il secondo anno consecutivo. Il suo attacco ai -2km gli ha fatto avere un vantaggio sul traguardo di 3″ su Simon Clarke e Michael Matthews.

Sfortunata per Plapp la prova a cronometro invece, infatti a causa di un guasto meccanico ha perso tempo ed ha concluso 4°. La prova è stata vinta a sorpresa da Jay Vine (UAE-Emirates), il “Mr. Zwift” che non finisce di stupire e secondo alcuni si candida ad essere una sorpresa anche al prossimo Giro d’Italia.  Vine ha strappato il titolo per 3″ a Luke Durbridge (Jayco). Terzo Kelland O’Brien (Jayco) a +25″ .

Curiosamente Vine ha corso la prova a bordo della Colnago utilizzata dalla UAE, ma con montaggio Campagnolo, quando il fornitore per quest’anno della squadra degli emirati dovrebbe essere Shimano. Altra curiosità, nella stessa prova corsa sullo stesso percorso l’anno scorso Rohan Dennis aveva fatto segnare 1′ in meno del tempo di Vine.

 

Commenti

  1. Ser pecora:

    Non direi. Campagnolo, legando fortemente la propria identità al made in Italy, ad un certo punto è andata fuori mercato per i costi nelle fasce medie e basse, non producendo in oriente. Ed infatti sono state tagliate.
    Gruppi come il Veloce, il Mirage o lo Xenon non erano certo inferiori a Tiagra & c.
    Vado a memoria, ma mi sembra abbiano introdotto il cambio indicizzato negli anni 80. A quel punto, negli anni 90 hanno sostanzialmente costretto tutti i produttori ad integrare altri componenti shimano (deragliatore etc) se volevano che il tutto funzionasse corretamente. Ed hanno vinto cosi'.
  2. Ser pecora:

    Mah, sono sempre concorrenze di eventi (tecnici, economici) a determinare un successo o insuccesso. Un paio di anni dopo rispetto Shimano anche SunTour aveva il cambio indicizzato, ed all'epoca era in una posizione di maggior forza di Shimano nel mercato.
    Comunque non è che Campagnolo ha tagliato i gruppi di fascia bassa perché erano peggiori di Shimano (o Sram...).
    Forse non erano competitivi coi prezzi allora, comunque Shimano si consolido' proprio 'forzando' la mano proponendo soluzioni integrate (ormai un mantra in ogni mercato). Quando ero ancora ragazzino ereditai bdc con campagnolo. Tra la mia incapacita di regolare il cambio, l'usura e la natura stessa del design, praticamente era una grattugia continua. Ricordo la prima volta che provai shimano, una soluzione sicuramente entry level sulla mtb di un amico inizio anni 90, fu una liberazione!
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