Vi avevamo già proposto un articolo in cui veniva descritto come nasce una nuova bici, grazie ad una visita a Scott. Per andare oltre un caso singolo e vedere se ci sono differenze tra le varie realtà del settore vi proponiamo qui un’intervista a Sam Ebert, Product Manager della nuova Cannondale SuperSix Evo, il quale ci ha spiegato i vari passaggi per arrivare a creare una nuova bici.
Bdc-Mag: Qual’è il punto di partenza per creare una nuova bici?
Sam Ebert (SE): E’ un processo molto lungo. Per questa bici è iniziato nel 2019, ed il primo passo è capire come la bici che attualmente hai sul mercato è percepita dai consumatori. Quindi, con la SuperSix gen.3 abbiamo cercato di capire cosa piaceva e cosa non piaceva ai clienti, e quello che avrebbero voluto per migliorarla. Poi abbiamo incrociato i feedback che abbiamo ricevuto, ovviamente anche dai corridori che l’hanno usata in competizione, con analisi di mercato, sia sul trend del mercato in generale che nel settore specifico. A quel punto si passa la soglia di quello che viene chiamato Gate Zero. Nello sviluppo di una bici ci sono varie “porte” che bisogna raggiungere ed oltrepassare prima di andare a quella successiva. Gate 0 è la parte “esplorativa” e teorica. In questa fase si propongono solo idee, dal punto di vista del design industriale ed ingegneristico. Ad esempio per la SuperSix gen. 4 è a questo stadio che abbiamo valutato l’idea del Delta Steering (il cannotto forcella triangolare per far passare le guaine dei freni internamente -ndr-). L’idea è nata dalla semplice necessità che il mercato richiedeva quel tipo di soluzione.
Bdc: Quante persone sono state coinvolte nel progetto?
SE: Un designer industriale, Nathan (un ingegnere aerodinamico che lavora per Cannondale -ndr-), un designer e me stesso. Questo è il team che si è occupato strettamente della nuova bici. Poi però c’è un gran numero di altre persone che si sono occupate di tutti gli altri aspetti, da quelli finanziari sino alla scelta dei colori da parte dei grafici. Ma le altre persone si occupano solo di aspetti limitati della bici e si occupano di vari altri prodotti contemporaneamente.
Bdc: A quale stadio vengono decisi i prezzi di vendita? Visto che dall’inizio del progetto alla commercializzazione passa molto tempo.
SE: E’ una cosa molto difficile da fare. Ad esempio la nuova SuperSix è compatibile coi gruppi meccanici e viene proposta con un solo montaggio meccanico, ma potevamo decidere di farla solo per gruppi elettronici. Ma all’inizio del processo ad esempio non potevamo sapere che in questa fascia di mercato Shimano avrebbe proposto solo gruppi elettronici, tagliando il Dura-Ace e l’Ultegra meccanici. Ma l’hanno fatto. Ma per me la sfida è proprio quella: capire quale sarà la bici giusta e relativo prezzo non oggi, ma tra 4 anni. Nel caso specifico il tutto è stato complicato dal covid. Abbiamo ordinato delle parti per il telaio ancora prima che il telaio fosse definitivamente pronto, prima della pandemia…questo ha complicato notevolmente tutta la catena di approvvigionamento ed il calcolo dei costi. Di solito però i prezzi vengono definiti al Gate 4, quello della commercializzazione, dopo che sono terminati i test sulla bici, che ogni taglia è stata provata e testata per i vari pesi di utilizzo. A quel punto si fanno le specifiche, scegliendo i vari montaggi. E si fissano i prezzi per la gamma.
Bdc: il tuo ruolo qual’è precisamente durante questo processo?
SE: mediare tra le varie proposte e la fattibilità. A volte gli ingegneri arrivano con alcune idee originali, ma i costi possono facilmente schizzare in alto, e tutto va tenuto sotto controllo. Poi bisogna continuamente fare un lavoro di affinamento del prodotto, vedere che sia compatibile con tutti i prodotti sul mercato, non solo al momento, ma anche per quelli che usciranno al momento della commercializzazione.
Bdc: quindi hai un ruolo a metà tra la concettualizzazione del prodotto ed il verificarne la fattibilità.
SE: Esatto. Dalle ricerche di mercato so che voglio una bici più leggera della precedente, ma con specifiche aerodinamiche che siano pari o migliori della concorrenza, e questo è il mio input agli ingegneri. Poi però il tutto deve essere controllato a livello di costi per pezzo. Devo sapere i costi dei materiali dai fornitori e capire quanto il loro utilizzo inciderà sul prezzo finale, in modo da non andare fuori mercato e rimanere competitivi. Ci sono un sacco di aspetti da considerare e considerarli è il motivo per cui esistono i Product Manager.
Bdc: hai lavorato anche su altre bici da Cannondale?
SE: Si, ho lavorato anche su altri modelli. Ad esempio sulla SuperSix Evo SE, con lo stesso team che ha lavorato sulla gen. 4. Poi sulla Topstone in alluminio e sulla Synapse in alluminio. Anche sul Caad Optimo
Bdc: Pensi che al momento ci siano troppe categorie di bici sul mercato?
SE: Si e no. Al momento sicuramente ci sono delle sovrapposizioni. Il Gravel-race e l’Endurance ad esempio, con l’All-Road in mezzo…ma penso che in Cannondale al momento abbiamo un buon approccio. Ad esempio se pensiamo al Gravel, che va considerato come “un’esperienza”, c’è il gravel-racing, c’è il gravel ed il gravel “hardcore”. Per ogni categoria abbiamo una bici: la Topstone per il gravel, la SuperSix SE per il gravel-racing e la Topstone ammortizzata per il resto. E penso che la gente sappia navigare attraverso queste categorie in base all’utilizzo che è solita fare. Altre case invece hanno scelto un approccio diverso, con una bici sola a coprire tutto lo spettro, come la Trek Checkpoint. Per quanto riguarda le bici da corsa vediamo ancora del margine per mantenere la SystemSix, che è ancora una delle migliori bici aero sul mercato in termini di cx. Ora la nuova Madone ha delle caratteristiche simili, ma le hanno ottenute fondamentalmente montando manubri meno larghi.
Bdc: Quindi rimarrà a catalogo?
SE: Si. Anche perché la possiamo migliorare in alcuni dettagli, montando i nuovi portaborracce della SuperSix ad esempio.
Bdc: Ma ora che le bici “All-round”come la SuperSix Evo sono progettate con molta attenzione all’aerodinamica, oltre che sul peso, non c’è una sovrapposizione con bici strettamente aero come la SystemSix?
SE: Si, sicuramente. Ma penso che per una gara totalmente piatta la SystemSix sia ancora la bici migliore. Per tutto il resto la SuperSix è migliore, compreso l’aspetto del comfort. Ad una Roubaix userei sicuramente la SuperSix Evo.
Bdc: la SuperSix resta la vostra bdc più venduta quindi?
SE: Si, è la bici più “democratica”. Resta la bici più adatta per un largo spettro di utilizzo e di utenti.
Bdc: Quindi non pensi che questo contraddica la proposta di bici molto specifiche?
SE: Penso sia importante comunque offrire una scelta. Ed abbiamo visto alcuni concorrenti essere stati puniti dal mercato per aver combinato le due categorie, e poi proprio oggi (era il giorno della 2^tappa della Volta ao Algarve -ndr-) Magnus Cort ha vinto con la SystemSix per pochi millimetri, forse a quel livello la differenza l’ha fatta proprio la bici (in realtà rivedendo poi le foto non sembra che Cort abbia vinto con la SystemSix -ndr-).
Bdc: tornando al processo di creazione. Come si svolge il lavoro con i vostri fornitori di componenti?
SE: Questo è molto complicato. Ed ancora, con il covid lo è stato ancora di più. I nostri fornitori ci devono ovviamente dire che cosa produrranno con grande anticipo, spesso ancora prima che loro abbiano dei pezzi funzionanti. Ad esempio, la SuperSix evo l’abbiamo dovuta disegnare tenendo conto di componenti di cui i fornitori non avevano nemmeno ancora i rendering. I dimensionamenti sono una cosa molto difficile da fare. Il telaio deve poter montare tutti i gruppi sul mercato e senza interferenze, sembra facile, ma non lo è. Dobbiamo verificare che ogni guarnitura, di ogni misura, con magari Q factor diversi non interferisca coi foderi. O, altro esempio, per la Gen.4 abbiamo voluto il movimento centrale BSA, ma non per una scelta arbitraria. É dovuta anche a quello che propongono i fornitori di gruppi, con SRAM che usa guarniture con i rapporti X-Gearing, che hanno la loro specifica larghezza di catena, o Shimano che ha un nuovo profilo di catena per la sua ritenuta ed operano con una linea catena leggermente diversa, o ci sono gruppi sul mercato a 13V…il mercato è molto molto variegato, e non in tutti i mercati sono facilmente disponibili tutti i componenti ed adattatori…pertanto la scelta del BSA si è imposta, essendo lo standard più diffuso. E poi questo telaio non deve essere compatibile solo coi gruppi sul mercato ora, ma anche con quelli che usciranno nel 2024…. Ad ogni modo lavoriamo bene con i nostri fornitori, che cercano di mantenere quando possibile gli stessi standard, come il FlatMount ad es..
Bdc: il lavoro con i fornitori a che stadio inizia?
SE: Al Gate 1. Quando compiliamo il PSD, che sta per Product Specification Dcoument. In quel documento specifichiamo tutte le caratteristiche che andremo a montare. Come ad esempio le dimensioni delle viti, che poi vanno ordinate e testate. Per montare le pinze freno con i vari adattatori ad es. E ci assicuriamo che i nostri fornitori producano quelle parti e che siano compatibili tra di loro.
Bdc: in totale quanti Gate ci sono?
SE: 4 Gate. Lo zero e l’1 vanno via veloci di norma. Il Gate 2 è la creazione o l’acquisto dei macchinari e delle attrezzature necessarie per la produzione, come gli stampi. A quel punto si cominciano a produrre i primi prototipi. Il Gate 3 è l’inizio dei test, che prende 1-2 anni. Il Gate 4 è tutta la parte relativa alla commercializzazione, in cui entra in gioco anche il reparto marketing.
Bdc: alla fine sei tu il responsabile dell’intero processo? Viene validato man mano o a differenti Gate?
SE: La validazione avviene al Gate 1. Li devo presentare tutte le mie ricerche, idee e costi ai dirigenti. E per dirigenti intendo tutti di tutti i settori: prodotto, finanze, etc.. e li devo convincere della bontà del progetto per avere l’ok a continuare.
Bdc: Quindi se poi va male è colpa tua.
SE: Assolutamente (ride). Se, incrociando le dita, tutto va bene il product manager può prendersi i meriti, senza dubbio, ma se va male sei il capro espiatorio.
Grazie a Sam per la disponibilità.
io credevo che i grossi marchi andassero presso il produttore di telai (lui si che ha qualche ingegnere immagino) che gli propone una decina di telai diversi e poi il grande marchio decide per uno/due modelli e li compra, magari in esclusiva, per poi farli colorare con le proprie grafiche
invece a sentire loro ci sono team di ingegneri per ogni marchio.....ma poi alla fine arrivano tutti alle stesse conclusioni visto che le bici si assomigliano o comunque prendono sempre direzioni simili
e considerato il detto "ingegnere non mangia ingegnere" :mrgreen: cosa serviranno mai 3-4 ing per fare un telaio
Se io fossi un ingegnere che lavora in una di queste aziende sinceramente mi verrebbe poco da sorridere a leggere quello che hai scritto. Non solo perché il mio lavoro viene valutato costantemente meno di zero ("solo cancellati in carbonio"), ma persino perché viene messo in dubbio che esista come figura professionale.
Tacciamo pure del messaggio sottinteso che qui si propinano 4 cazzate intervistando ingegneri immaginari, quando in realtà ce n'è solo 1 in un sottoscala in cina che fa telai per tutti....
Allo stesso tempo ne approfitto per un messaggio alle aziende che non ci leggono (si contano sulle dita di una mano le aziende che ci leggono, come noto) e che però si lamentano di quello che scrivono "i miei utenti".
Memorandum: prima che miei lettori sono i vostri clienti. E se non sono sempre lodi e like fatevi una domanda.