Cosa manca a van Aert?

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Wout van Art è un corridore straordinario, questo è il primo punto fondamentale da tenere a mente. Uno dei pochissimi  (se non l’unico da decenni) corridori capaci di vincere su ogni terreno: sprint di gruppo, sprint ristretti, tappe con salite multiple, classiche di un giorno e cronometro. In ognuna di queste discipline se non vince se la gioca al massimo livello. Tre volte campione del mondo di ciclocross, 40 vittorie su strada in carriera, corre tutta la stagione sempre a tutta, con un picco estivo, coincidente col Tour de France, in cui è persino strabordante, con attacchi praticamente quotidiani quando è a caccia di tappe, ad un lavoro enorme per il proprio capitano di turno come gregario di extra-lusso. Salitoni compresi.

Però recentemente è criticato, in particolare in patria, in Belgio, paese non tenero coi propri eroi del pedale, soprattutto quando non soddisfano le loro, elevatissime, aspetttative. In particolare comincia a salire la frustrazione verso la mancanza di risultati di van Aert nelle classiche monumento, le gare in cui è sempre sembrato predestinato a mietere successi, con la corsa di casa, il giro delle Fiandre, in testa.

La costanza di risultati di Wout è granitica, e ne fa un campione tra i più regolari nell’ottenerli, a livelli assoluti. Ma il pubblico vuole le vittorie, gli unici segni che restano, mentre i piazzamenti sembrano segni sulla sabbia.

Da quando è passato professionista van Aert ha colto 30 secondi posti in gare World Tour, mondiali e olimpiadi. Alcuni di questi sono brucianti sicuramente. Vediamoli.

I mondiali 2020

Ai mondiali di Imola 2020 van Aert ha colto due argenti. Il primo a cronometro, battuto per 26″ da Filippo Ganna, il quale giocava in casa su un percorso tagliato a misura per lui. Quindi l’argento su strada, 24″ dietro Julian Alaphilippe. Due secondi posti brucianti in quanto Wout sembrava sulla strada giusta per cominciare la propria marcia di trionfi, in una stagione iniziata con le vittorie alla Milano-Sanremo ed alla Strade Bianche, due tappe al Tour de France ed il titolo nazionale a crono. Invece i due argenti mondiali sembrano aver aperto una crepa su questa strada. Venti giorni dopo i mondiali (era l’anno del covid) è arrivato un altro duro colpo per lui.

Fiandre 2020

Duello con il rivale di sempre, perso dopo una corsa perfetta per una volata sbagliata. Pochi centimetri per farsi battere da Mathieu van der Poel, che invece alla sua seconda partecipazione al Fiandre avrebbe aperto il contatore (da allora 2 vittorie e 2 secondi posti).

Il 2021 si apre con il 4° posto alla Strade Bianche dove MvdP ha ri-asfaltato la salita di S. Caterina per poi proseguire con il 2° posto in classifica generale alla Tirreno-Adriatico dietro Tadej Pogačar. Prosegue con il 3° posto alla Sanremo vinta dal connazionale Stuyvens, per poi rifarsi alla Gent-Wevelgem. Altro 2° posto alla freccia brabante battuto sul fil di lana da Pidcock. Poi però mette in cascina Amstel e titolo nazionale su strada. Al Tour de France compie l’impresa storica delle tre tappe vinte su Ventoux, a crono e sugli Champs-Elysées. La stagione lo consacra, ma il finale lascia un po’ di amaro in bocca.

Olimpiadi 2021

Argento olimpico su strada dietro Richard Carapaz. L’ecuadoriano approfitta della marcatura a uomo su van Aert di mezzo gruppo che a Wout non resta che regolare allo sprint. Quattro giorni dopo manca il podio a cronometro su un percorso che esalta i crono-scalatori come Roglic (oro) e Dumoulin (argento).

Mondiali 2021

Il mese successivo vince un Tour of Britain al cardiopalmo per 6″, con la vittoria all’ultima tappa su Ethan Hayter. Poi però sempre per 6″ perde il mondiale a cronometro in casa, dietro Filippo Ganna. Ci sono delle recriminazioni sul percorso, non abbastanza adatto a lui (o non abbastanza penalizzante per Ganna), ma tutti gli occhi sono puntati comunque su di lui per il mondiale su strada, in cui invece trionfa ancora Alaphilippe. Wout non va oltre l’11° posto e vola anche qualche straccio in casa belga per le incomprensioni con l’astro nascente Evenepoel. La stagione si chiude con l’anonimo (per lui) 7° posto alla Roubaix vinta da Colbrelli.

Roubaix 2022

Nel 2022 si riparte con le promettenti vittorie a Omloop e E3, ma alla Roubaix è 2° posto dietro Dylan van Baarle. Wout ha anche una squadra rafforzata ad aiutarlo, ma perde il momento giusto. Coglie un prestigioso 3° posto alla Liegi successiva.

Al Tour de France per la Jumbo-Visma è un trionfo, con la vittoria di Jonas Vingegaard. Wout sembra spiritato durante le 3 settimane di corsa: vince 3 tappe, ma arriva quattro volte 2° ed una 3°. Dopo un altro 2° posto al GP Montréal (battuto incredibilmente allo sprint da Pogačar) si deve accontentare del 4° posto ai mondiali di Wollongong, vinti dal compagno di nazionale Evenepoel.

E siamo al 2023, con il 3°posto alla Sanremo, la vittoria alla E3, il regalino a Laporte che gli fa incamerare il 2° posto alla Gent-Wevelgem. Quindi il deludente 4° posto al recente Fiandre.

Per quanto riguarda il gradino più basso del podio ha colto 21 terzi posti in carriera, tra cui: Strade Bianche 2018 e 2019, Europeo 2018, campionato nazionale 2019, Milano-Torino 2020, Milano-Sanremo 2021 e 2023, Liège-Bastogne-Liège 2022.

Dal 2017 gli unici ad aver collezionato più secondi posti in stagione di van Aert sono Sagan (11 nel 2017) e Valverde (13 nel 2019). nel 2022 van Aert condivide il primato (11) con Philipsen e Pedersen.

Il leggendario Roger De Vlaeminck (4 Roubaix vinte ed uno dei 3 soli corridori della storia ad aver vinto tutte le classiche monumento) ha recentemente commentato che van Aert ha difficoltà in gare sopra i 270km….l’idea sembra abbastanza curiosa visto che l’unica classica monumento vinta da Wout è la Sanremo…ma pensare che non abbia endurance sembra abbastanza improbabile.

Cosa si può dedurre quindi ricapitolando? Cosa manca a van Aert? Personalmente credo gli manchi niente. Anzi, è proprio la sua versatilità che probabilmente lo limita, con praticamente ogni pretendente alla vittoria che lo marca stretto evitando di dargli cambi per non farsi poi infilare in volata. Ed infatti se si considerano le sue corse quello che appare è che probabilmente si fida molto della propria volata, in particolare nei confronti degli altri avversari diretti. Questo lo si vede bene dal fatto che raramente cerca la fuga solitaria, che gli è riuscita in 2 tappe al Tour (11^2021 e 4^2022) alla Strade Bianche 2020 ed alla Omloop 2022.

Dalle volate invece gli sono arrivati non pochi grattacapi. Anche quando ha vinto spesso lo ha fatto non con margini enormi. Basti ricordare l’Amstel 2021 vinta su Pidcock per un capello (pure storto forse), il quale poi pur non essendo un armadio lo ha fregato alla freccia brabante dello stesso anno.

Totale, aldilà di gare dove palesemente  non ne aveva abbastanza per stare coi migliori, vedi recente Fiandre, quello che veramente potrebbe mancare a Wout è cercare di provarci da un po’ lontano, sfruttando la capacità di fare una sparata, che sicuramente non gli manca, e poi le proprie doti da cronoman-passista, spesso messe in secondo piano rispetto la propria convinzione nelle volate.

Quindi caro Wout, ora che lo hai letto, mettilo in pratica domenica!

 

Commenti

  1. igor_ferro:

    Al tour dell’anno scorso se Vingegaard avesse voluto gli avrebbe potuto lasciare la maglia a pois e avrebbe fatto un’accoppiata credo (se mi sballio mi corrigerete) mai riuscita a nessuno di vincere maglia verde e pois.
    Se Vingegaard al TdF dello scorso anno avesse 'lasciato' la maglia a pois, l'avrebbe vinta Simon Geschke che è arrivato secondo in classifica (WVA quinto):
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  2. martin_galante:

    Semmai il contrario. Pogacar qualche gara da gregario l'ha fatta (per caso) come i Paesi Baschi del 2021. MVDP mai, al più tira una volata in giri di una settimana, in tappe non sue, o in gare di un giorno in cui arriva il gruppone. Ma questo lo fanno tutti, incluso Pogacar. In ogni caso nessuno dei due fa da gregario nel senso di Van Aert. Tirare il gruppo tutto il giorno, andare regolarmente a prendere le borracce, andare in fuga per avvantaggiarsi ed aspettare il capitano al momento giusto, rinunciare alle proprie possibilità per la squadra, e soprattutto (per quel che si discute qui), organizzare la preparazione per essere al top nelle corse che altri devono vincere. Pogacar e MVDP non fanno questo, in primo luogo perché nelle loro squadre non ci sono gli equivalenti di Vingegaard e Roglic per giustificare un tale approccio (le squadre stesse non glielo lascerebbero fare), e poi anche perché forse non riuscirebbero a farlo ai livelli di Van Aert.
    https://www.eurosport.it/ciclismo/scheldeprijs/2023/mathieu-van-der-poel-perfetto-come-gregario-vince-philipsen-che-batte-cavendish_sto9543554/story.shtml
  3. valleyman:

    E chi lo ha paragonato a WVA?
    MVDP ha fatto il gregario per far vincere un suo compagno.
    L'aiutare nel far vincere una corsa in linea o una tappa é un po' diverso che fare il gregario per far vincere il Tour, ma oltre a questo Van Der Poel non mi é mai sembrato che sia stato spremuto come un limone per un compagno di squadra.
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