Gli scontenti della stagione (sin qui)

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Questa stagione hai dei nomi chiari per i vincenti, con un poker di nomi ormai ospiti fissi sui podi di qualunque gara importante, siano classiche che corse a tappe, ma chi invece per ora rappresenta una delusione o quantomeno un punto interrogativo in questo avvio di stagione?

 

Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep)

Il due volte campione del mondo sembra non riuscire a tornare a galla dopo il tuffo nel pozzo che è stata la scorsa stagione, segnata da cadute a raffica e conseguenti infortuni. Al momento paga la botta rimediata al giro delle Fiandre che gli ha causato una borsite al ginocchio sinistro per cui è a riposo ed antibiotici. Già l’avvio di stagione non è stato scoppiettante come le sue dichiarazioni. Dopo una vittoria alla Faun-Ardèche, allo sprint contro David Gaudu, è passato nell’anonimato alla Strade Bianche (43°), poi abbastanza in palla alla Tirreno (ma impotente contro Roglic nella 4^tappa), e quindi di nuovo anonimo, prima alla Milano-Sanremo (mal piazzato all’inizio del Poggio, ha concluso 11°), quindi forfait alla E3 (malato), 29° alla Dwars van Vlaanderen, e 51° al Fiandre. Ora salterà Amstel e Freccia Vallone, sperando di essere presente alla Liegi, ma solo in supporto di Evenepoel, praticamente saltando le “sue” gare.

Kasper Asgreen (Soudal-QuickStep)

Per rimanere in casa QuickStep deludente anche l’avvio di stagione di Asgreen. Mai veramente in palla nelle sue gare, ovvero le classiche del nord. Dal ritiro al Samyn a quello alla Paris-Nice, a risultati anonimi alla E3 (51°), alla Gent-Wevelgem (93°), un bagliore al fiandre (7°) fino all’amaro ritiro alla Roubaix per caduta. Ma non sembrava comunque in grado di fare grandi sorprese. Per ora il suo programma stagionale si ferma qui in attesa di ricalibrarlo, ma per il momento non è gran cosa.

Nel complesso la Soudal è 3^per numero di vittorie tra le squadre WT, con 18, quindi lungi dall’essere scadente, ma ben 5 vittorie sono di Tim Merlier e 3 di Evenepoel tra quelle di “peso” (tappa e generale all’UAE Tour, tappe generale al Catalunya). Jakobsen ha fatto sua una tappa alla Tirreno, ma per una squadra abituata ad altri ritmi mancano le vittorie di grosso calibro per ora.

Egan Bernal (Ineos-Grenadiers)

Considerarlo tra le delusioni di questo avvio di stagione può sembrare ingiusto visto il terrificante infortunio subito lo scorso anno, ma allo stesso tempo i messaggi lanciati da lui sono stati quelli di un quasi pieno recupero. E qualche lampo del Bernal pre-incidente si è visto, ad esempio alla 4^tappa del tour de S.Juan, dove ha terminato 4°, a 2″ da Higuita e soprattutto davanti Remco Evenepoel. Poi però un copione che sembra ripetersi inquietante: caduta e ritiro. Dal rientro dall’infortunio ha corso 7 gare, terminandone solo 2: la coppa Sabatini l’anno scorso (28°) ed i recenti Paesi Baschi (92°) dove ha lavorato come gregario (tirando anche in pianura) per Daniel Martinez. Speriamo quindi che di delusione si tratti e che torni ai livelli migliori.

Geraint Thomas (Ineos-Grenadiers)

Tra 20 giorni compirà 37 anni, quindi probabilmente si centellina come un vino da meditazione, ma per ora la sua stagione è impalpabile: due corse completate, Tour Down Under (88°) e Catalunya (45°). Il tutto senza nemmeno mezzo acuto. Ora pare venuta l’ora della verità, con il Tour of the Alps in vista (vinto nel 2017) in cui dovrebbe essere il capitano di uno squadrone composto da Thymen Arensman, Tao Geoghegan Hart, Pavel Sivakov, Laurens De Plus, Salvatore Puccio e Ben Swift. I primi tre potenzialmente possono facilmente sottrargli la fascia di capitano però….

Peter Sagan (TotalEnergies)

Il bomber al suo tour d’addio per ora è l’ombra di se stesso. Partito bene e sempre nei giochi al Tour S.Juan , dove non è andato oltre un 2° posto, ma sempre contro un parterre dei migliori velocisti, poi è scivolato nell’ombra più total: 117° alla Omloop, 33° alla Kuurne, 104° alla Strade Bianche, mai nei giochi alla Tirreno, 44° alla Sanremo, 83° alla Gent-Wevelgem e poi un filotto di ritiri a E3, Fiandre e Roubaix. Quest’ultima con una caduta in cui ha rimediato una commozione cerebrale che lo terrà a riposo per un po’. Per ora il suo programma prevede un rientro a luglio al Tour de France, speriamo che da qui ad allora riprenda un po’ di smalto. E con lui tutta la Total, che latita.

Guillaume Martin (Cofidis)

Il ciclista filosofo quest’anno sembra essere piuttosto opaco. In mezzo a risultati mediocri il solo lampo del 3° posto nella classifica della montagna al Catalunya, dietro Roglic ed Evenepoel, ma 27° in classifica generale ad un quarto d’ora dallo sloveno. Per ora la Cofidis si affida al solito Coquard (3 vittorie sulle 8 totali della squadra), ma sembra aver trovato corridori più solidi in salita in Herrada e Ion Izagirre. Da qui al Tour de France il suo programma prevede il solito giro delle piccole parrocchie francesi. Vedremo.

Richard Carapaz (EF EasyPost)

Il corridore ecuadoriano è stato eclissato dai risultati della sua squadra, essendo la EF quest’anno partita col botto, con ben 13 vittorie, 4^per vittorie tra le squadre WT, meglio della Ineos, ma dopo la vittoria al campionato nazionale (dove onestamente aveva solo i cugini Cepeda come avversari, il 4° ha preso 11′) con cui ha aperto la propria stagione poi si è eclissato pure lui: 71° alla Milano-Torino, 51°al Catalunya, ritirato per un’allergia ai paesi baschi. La EF lo considera senza ombra di dubbio un “leader solido” per il Tour de France…nel mezzo ci saranno Amstel, Liegi e Dauphiné. E soprattuto la squadra gli ha detto di riposarsi per ora. Ad ogni modo il livello è molto poco omogeneo nella EF, con alcuni corridori che sembrano caricati con la dinamite, come Powless, Cort e Healy, alcuni sulle montagne russe (Bettiol), altri evanescenti (Bissegger, Carthy, Eiking) fino al livello “chi l’ha visto?” (Padun).

La Astana

Uno dei misteri a livello di performances di questo avvio di stagione è la Astana-Qazaqstan, tutta intera. 26^ nella classifica per punti UCI (le squadre WT sono 18) è in caduta libera da mesi. Nel 2023 ha centrato 1 vittoria, alla 3^ tappa della volta a la comunitat valenciana con Simone Velasco. Stop. Il resto dei migliori risultati sono due terzi posti di Cavendish all’UAE Tour e Scheldeprijs, ed altri due terzi posti di Samuele Battistella in Spagna. Lutsenko ha fatto sapere di essere vivo col 4° posto nella tappa di Jebel Jais all’UAE Tour, e tutto il Kazakistan ha festeggiato la miglior prestazione di sempre di un loro connazionale alla Roubaix, con il 26° posto di Fedorov. Insomma, una squadra che gira a livelli preoccupanti, con tutta una batteria di corridori desaparecidos, da Dombrowski, a De la Cruz a Felline. Per le classiche delle Ardenne saranno in pista Lutsenko e Moscon, quest’ultimo alle prese da mesi con il long-covid.  Nel frattempo la Astana ha 699 punti UCI in cascina (la capolista Jumbo-Visma ne ha 9000 e passa), superata da Tudor e Q36.5 e col fiato sul collo della Bingoal…

Commenti

  1. robeambro:

    Secondo me la Ineos in generale andrebbe messa tutta negli scontenti. Ok qualche piazzamento di Ganna, ma a parte Pidcock il vuoto assoluto.. L'anno scorso mi pare che la campagna primaverile fosse stata ben più redditizia.
    Hanno una squadra in gran parte giovanissima, ci sta che non ingranino subito.
  2. Anche in Jumbo Visma pare siano scontenti perchè non hanno raggiunto gli obbiettivi minimi prefissati d'inizio stagione, l'hanno definita una "primavera non del tutto positiva".
  3. Mi sembra piuttosto presto per trarre conclusioni.
    Con le classiche (che non si sono ancora concluse...) finisce la prima parte di stagione, c'é poi la seconda che finisce con il Tour, e infine la terza con il Lombardia.
    Già al Giro (e poi al Tour) per me ci saranno sorprese perché qualcuno ha tirato troppo la corda a inizio stagione.
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