Anche BMC in difficoltà

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Ormai è noto che il mercato delle biciclette stia attraversando un momento difficile. Ora è interessato anche il produttore di biciclette BMC con sede a Grenchen, in Svizzera. A causa del calo della domanda l’azienda ha presentato domanda per un possibile lavoro a orario ridotto (la versione svizzera della cassa integrazione), ma non è ancora chiaro se questo verrà effettivamente introdotto.

Il CEO di BMC David Zurcher conferma la richiesta di lavoro a orario ridotto: “Il consiglio di amministrazione e la direzione dell’azienda si sono adattati tempestivamente a questa situazione e hanno adottato le misure preventive adeguate e apportato gli adeguamenti necessari”.

Diversi dipendenti sono stati licenziati nell’autunno 2023 ed il motivo risiede, come noto, negli enormi problemi di consegna nel 2022 che hanno portato anche a conseguenze a lungo termine, poiché alcuni ordini hanno potuto essere consegnati solo l’anno successivo.

Tutto il mercato si aspetta che le oscillazioni della domanda prima al rialzo e poi al ribasso si stabilizzino nuovamente, e che la situazione ritorni alla normalità. Ma ci vorranno almeno ancora 12 mesi come riferito da più aziende.

Per questo motivo è stata avanzata la richiesta di lavoro ridotto: “Vogliamo solo essere pronti quando se ne presenta la necessità“, dicono da BMC.

In Svizzera BMC non è l’unico a lottare con l’attuale situazione del mercato. Nell’autunno del 2023 il produttore di biciclette elettriche Flyer ha chiuso per la prima volta il suo reparto Adventure a Huttwil e alla fine ha licenziato quasi un quarto dei dipendenti della sede.

L’azienda DT Swiss, con sede a Bienne (10km dalla sede di BMC a Grenchen) ha invece rifiutato di fornire dati sulla propria attuale situazione economica al quotidiano Grenchner Tagblatt.

Sede DT Swiss a Biel

 

Commenti

  1. thornn:

    certo. non ho capito però quanto tempo necessita per un pieno
    irrilevante, per i diversi motivi già citati.

    Banalmente ad oggi, con un'auto plugin che possiedo dal 2021 e una full elettric che possiedo dal 2022, il tempo necessario alla ricarica ad oggi è stato ZERO ovvero non ho MAI dovuto aspettare che l'auto "si caricasse" per muovermi n'è ho MAI dovuto cercare un "distributore".
  2. longjnes:

    [OT] per mia comprensione non è il numero di colonnine, ma i tempi di ricarica il problema. per il parco circolante e la tecnologia di ricarica di oggi servirebbe un rete di colonnine estesa e distribuita su marciapiedi, parcheggi. e l'auto si ricarica mentre il driver fa altro. questo modello è impossibile e non scalabile.
    per le batterie di domani basteranno delle aree simili ad aree di sosta dove entri, ti posizioni in una piazzola, in 15-20minuti ricarichi 500-1000km e riparti. una piccola area con 20-30 piazzole equaglierebbero il volume di servizio erogato da un distributore odierno autostradale. direi che quasi la stessa area di un distributore odierno potrebbe bastare.
    La tecnologia si evolve rapidamente, quello che noi pensiamo sia tecnologia di oggi magari è già diventata quella di ieri.
    Giudicare l'efficienzo o meno di un sistema, come se fosse scolpito per sempre e non in continua evoluzione, è un errore: è un po' come se si vedesse il sistema della trazione a carburanti fossili con gli occhi di chi andava a fine ottocento a comprarsi il gallone di carburante in drogheria...
    Comunque, per farsi un'idea di come sia all'atto pratico l'utilizzo di un'auto elettrica, e delle evoluzioni della tecnologia, consiglio di seguire il giornalista svizzero Paolo Attivissimo. Qui un suo interessante articolo: https://attivissimo.blogspot.com/2022/06/due-anni-di-guida-puramente-elettrica.html

    L'importante, come dicevo prima, è non avere pregiudizi ideologici: la mobilità elettrica da sola non salverà certo il pianeta, ma assieme a tutti gli altri accorgimenti (dalla migliore coibentazione degli edifici alla diversificazione delle fonti di energia, dall'attenzione al minor spreco all'efficientamento dei motori, dall'attenzione a ciò che consumiamo eccetera) si. Ma, come ho detto più volte, se non si comincia mai...
  3. thornn:

    certo. non ho capito però quanto tempo necessita per un pieno
    Non esiste una risposta univoca e non è una domanda che ha un senso con l'auto elettrica, su due piedi ti potrei rispondere da 5 minuti a più di 12 ore, dipende dalla potenza di ricarica e da quanto ricarichi.
    Articolando la risposta di direi che prima bisogna fare la distinzione tra carica DC e carica AC. In DC mediamente con mezz'ora fai 0/80% ma si utilizza solo nei lunghi viaggi, nell'utilizzo quotidiano invece è preferibile utilizzare la corrente alternata e i tempi sono simili a quelli che hai riportato, ma come ti hanno già detto va cambiato l'approccio. Non si deve fare come si fa con le auto a combustione interna in cui si aspetta che si accenda la luce della riserva, si ci ferma ad un distributore e si fa il pieno o si mettono i classici 20 euro. Con l'elettrica utilizzi l'auto normalmente ma la sera quanto torni a casa invece di rientrarla nel box scendere e chiudere la serranda devi collegare la presa elettrica, oppure fare la stessa cosa quando parcheggi l'auto al lavoro o al supermercato, quando torni stacchi la presa e l'auto è pronta per affrontare tutta la giornata (e anche di più).
    Quindi, ricapitolando, se consideriamo un arco di tempo che può essere una settimana, a parità di km e di utilizzo perde più tempo un possessore di auto termica a fare rifornimento che io a ricaricare la mia auto.
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