Il circuito ONE Cycling prende forma

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Prende forma il progetto di un circuito ciclistico professionale finanziato da investitori arabi di cui avevamo già dato notizia. Il nome di questo circuito/lega dovrebbe essere ONE CYCLING, e dovrebbe prendere il via dal 2026.

A parlarne è stato il Team Manager della Bahrain-Victorious, Milan Eržen, che da molti anni cura oltre che gli interessi della squadra che dirige anche altre settori finanziati dai propri investitori del regno arabo.

Secondo Erzen One Cycling includerà alcune grandi gare WorldTour esistenti e alcuni nuovi eventi,  5 o 7 al momento, per riempire gli spazi rimasti in un calendario ciclistico di competizioni già parecchio pieno. Nella stagione 2026 il progetto avrà idealmente un totale di 12 o 13 eventi.

Anche se non molto tempo fa si diceva che avrebbero partecipato al progetto solo 8 squadre WorldTour ora la stragrande maggioranza delle 18 squadre WorldTour pare sia già inclusa nell’accordo.

L’idea è di non mettere questa lega in competizione contro le gare più famose e già affermate, in modo da attrarre le principali stelle del ciclismo senza che queste siano costrette a scegliere se concentrare la loro preparazione sui Grandi Giri e le classiche monumento e questi nuovi eventi. In particolare alcuni di questi nuovi eventi saranno gare su 3 giorni.

Il formato non è stato ancora finalizzato, ma Eržen sostiene che le gare di tre giorni siano il format più interessante e che eventi come il Giro delle Fiandre o gare su percorsi come quelli dei mondiali di Glasgow siano le più interessanti da includere nel progetto.

In particolare il focus sarebbe quello di avere eventi in cui tutti i tipi di ciclisti dovrebbero avere le loro possibilità. Un giorno sui tre potrebbe essere dedicato alla cronometro, uno agli sprinter, etc., anche se il tutto è ancora in fase di idea. In ogni caso le gare in alta montagna con grandi dislivelli verrebbero escluse, per non entrare in competizione coi Grandi Giri.

Al momento il calendario sarebbe focalizzato in Europa, ma la nuova serie One Cycling sta cercando di organizzare eventi anche in Sud America, Nord America e Asia. L’Australia invece è considerata poco attrattiva per via degli spostamenti necessari, che durante la stagione sarebbero poco graditi ai corridori impegnati in un calendario prevalentemente europeo.

Il motivo per cui i corridori e le squadre dovrebbero essere interessate a partecipare a questo progetto è presto detto: i montepremi, che gli investitori di One Cycling garantirebbero essere cospicui, in particolare se in relazione a quelli irrisori delle corse attuali. Inoltre One Cycling condividerebbe i propri profitti tra ciclisti e squadre, in futuro. Secondo le simulazioni fatte durante la progettazione della serie, le entrate nel quinto anno di realizzazione del progetto dovrebbero raggiungere l’attuale budget totale di tutte le squadre del World Tour, circa 450 milioni di euro.

One Cycling non sarà solo una serie di gare, ma sarà anche una nuova piattaforma digitale in cui il pubblico in abbonamento riceverà riassunti delle gare, dietro le quinte, interviste e potrà acquistare merchandising.

Categorico il pensiero di Christian Proudhomme, direttore del Tour de France, a riguardo: “ogni volta che il ciclismo ha tentato di evolversi solo grazie ai soldi ha fallito”. “[…]la forza principale del ciclismo è che è sempre stato uno sport gratuito per la gente a bordo strada. La famiglia Amaury (proprietaria di ASO-ndr-) ha sempre voluto che i diritti tv delle nostre gare siano venduti alle televisioni generaliste, se non proprio di servizio pubblico“.

Commenti

  1. Ser pecora:

    Zero, ma il punto di Proudhomme è che i diritti tv si vendono, ma poi lasciando che la visione nel mondo sia gratuita. Implicando che invece facendo pagare per vedere le gare il bacino di utenti si restringerebbe drasticamente, con conseguenze anche per le squadre, visto che gli sponsor pagano per la visibilità globale data dagli eventi, non per 4 abbonamenti.

    tecnicamente non paghiamo già per vederle? Canone RAi e/o abbonamenti vari (sky/eurosport)
    Ser pecora:

    Vari organizzatori saranno sicuramente attratti dai soldi arabi, ma devono farsi bene i conti sulla copertura che poi avranno dell'evento. Quelli del Fiandre immagino se li siano fatti e sappiano che comunque loro possono contare anche su un pubblico locale mostruoso per numeri. Gli eventi Arabi possono solo che stare contenti visto che il pubblico in strada è zero invece.

    Ma per tutti gli eventi "nel mezzo", che godono della visibilità gratuita starei attento. Una Strade Bianche o una Sanremo solo pay-per-view non so sarebbero conveniente. No views->no sponsors.
    Però, se partono con quelle minori (Coppi e Bartali, giro dell'Emilia.....) ed il prodotto viene "costruito" bene.......

    Che poi, ok c'è la "casalinga di Voghera" che si guarda la corsa famosa, e fà visibilità lo sponsor, ma, più andiamo avanti con gli anni, meno ci saranno di questi casi
  2. Non è certo un segreto che ormai i paesi arabi sono diventati quelli dove si ricicla molto facilmente denaro senza che nessuno faccia domande...
    Si stanno buttando su ogni evento sportivo che muove milioni di dollari e anche il ciclismo ne fa parte...
    Vedremo cosa verrà fuori.
    Io,personalmente sono d'accordo con Prudhomme.
  3. Pare ci siano stati ulteriori incontri tra i vari protagonisti, ed è venuta fuori una cosa veramente imprevedibile: il fondo arabo vorrebbe qualcosa in cambio per il proprio investimento!

    Dei 250 milioni che ci metterebbero vorrebbero però almeno un ritorno di 100 in un anno. Più parte dei diritti di immagine di squadre e corridori singoli.

    Pare che vari Team Manager abbiano avvertito un brivido lungo la schiena.
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