Giallo ai piani alti di Scott

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La grande crisi che sta attraversando il settore bici si tinge anche di giallo, perlomeno dalle parti di Givisiez, in Svizzera, dove ha sede Scott Sports. Ad inizio anno avevamo dato la notizia che l’azienda svizzera aveva ottenuto un prestito da uno dei suoi maggiori investitori, la coreana Youngone (fornitore di marchi come Patagonia, Adidas, Lululemon, Outdoor Research e The North Face, con stabilimenti in Corea, Bangladesh, Cina, Vietnam e Tailandia con 90.000 dipendenti) per 177 milioni di dollari.

Beat Zaugg

Ai più distratti l’operazione, che si inseriva in un progressivo aumento nel tempo delle quote di Youngone in Scott, poteva sembrare una sorta di acquisizione da parte dei coreani (iniziata nel 2013 con il 20% delle quote, divenute poi il 50,1% nel 2015) che ormai detengono la maggioranza, ed un prestito (il terzo dal 2020) di quell’entità a 12 mesi faceva presagire che la direzione fosse quella. Venerdì scorso il consiglio di amministrazione di Scott Sports ha dato la notizia che il CEO, e fondatore di Scott, Beat Zaugg, è stato licenziato e sarà rimpiazzato dal coreano Juwon Kim, un investment banker coreano, che guarda caso curava le fusioni ed acquisizioni da parte di Youngone.

Zaugg però non ci sta a quanto pare, ed ha fatto sapere (tramite l’agenzia Keystone-ATS) che “Questo annuncio è stato fatto per destabilizzare l’azienda e i suoi dipendenti. L’annuncio è stato fatto tramite un’agenzia di pubbliche relazioni (Furrerhugi -ndr-) che lavora per l’azionista di maggioranza di Scott, la coreana Youngone, e non da parte di Scott Sports.”

Dichiarazione a cui è seguita quella di Youngone: “Comprendiamo che potrebbe essere difficile per il signor Zaugg accettare il suo licenziamento, dato il suo ruolo di lunga data come CEO. Ma questo è in definitiva irrilevante dal punto di vista giuridico: l’organo decisionale ultimo di un’azienda è il consiglio di amministrazione e il consiglio ha chiaramente il diritto di porre fine al rapporto di lavoro con l’amministratore delegato. La maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione ha deciso di licenziare il Sig. Zaugg dalla carica di CEO con effetto immediato e tale licenziamento è stato debitamente notificato al Sig. Zaugg la scorsa settimana. Le ragioni che hanno portato a tale risoluzione non possono essere rese note in questa fase.”

I motivi per i quali Zaugg ora punta i piedi non li descrive molto chiaramente. Si è limitato a dire che il prestito richiesto a Youngone serve ovviamente a far fronte al momento critico della Bike Industry, ma anche perché Youngone “ha distrutto le nostre relazioni bancarie… anche se avevamo altri modi per finanziarci non hanno permesso che accadesse”.

Zaugg ha ammesso che, evidentemente, Youngone controlla la maggioranza del consiglio di amministrazione, ma ha detto che il consiglio non lo ha licenziato nel modo corretto “Finora hanno sbagliato“. In che modo? “Questo deve essere il mio segreto per il momento”, ha detto il manager svizzero.

Ed il giallo si infittisce.

 

 

Commenti

  1. bene, forza col casino e gli sconti che ho la scimmia sul groppone che mi dice di comprare una e-bike da enduro :mrgreen::mrgreen:
  2. matteof93:

    confermo. ci sono casi di ebike che normalmente erano scontate del 15-20% che ora sono scontate al 40%.
    quindi devo aspettare a comprare? proprio nell'ultimo mese dopo un lungo confronto fra vari modelli e marche, mi sono deciso per una Scott Addict...
  3. Chi ha la maggioranza in consiglio decide chi amministra l'azienda, forse la votazione ha avuto delle pecche cui si appiglia il CEO licenziato, ma se chi ha deciso ha il 51% delle azioni (questo ho capito dall'articolo) l'esito è scontato, magari con una nuova votazione, e le resistenze del CEO uscente sembrano un po' patetiche, anche ammettendo che magari lui vuole rilanciare l'azienda e l'azionista magari vuole solo liquidarla, non spetta più a lui decidere.

    Anche il fatto che l'azionista di maggioranza abbia tagliato le fonti alternative di finanziamento per l'azienda è normale, chi controlla un'azienda vuole come minimo gestirne le finanze, anche se non entra direttamente nella gestione e nelle decisioni industriali. Il valore delle azioni è influenzato molto dal valore del debito e lasciare indebitare l'azienda che si possiede è decisione che spetta all'azionista di maggioranza.
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