La caduta di Chris Harper al ToTA

36

Brutta caduta al Tour of the Alps per Chris Harper (Jayco-AlUla), ma fortunatamente senza serie conseguenze, solo escoriazioni ed un lieve trauma cranico.

 

Come si vede nel video ha preso un lampione di testa, ma fortunatamente il casco in corsa è obbligatorio ed ha sicuramente evitato danni maggiori.

Pochi secondi dopo anche Ben O’Connor (Decathlon-AG2R) è caduto nello stesso punto, ma si è subito rialzato, andando a chiudere al 3° posto la tappa e ritrovandosi ora al 2° in classifica generale.

Le due cadute sembrano causate da qualche irregolarità sull’asfalto. Un’occorrenza che andrebbe indagata visto che è stata anche alla base della maxi-caduta al giro dei paesi baschi.

Commenti

  1. andry96:

    si ma questa a vedere l'imbarcata mi pare parecchio bastarda, capisco che ce ne siano tante perchè fanno le toppe [S]col buco del culo [/S]che sembrano dossi artificiali ormai, però sono inevitabilmente pericolose
    Non ci piove, ma se ti metti nei panni dell'organizzatore è chiaro che monitorare tutte le toppe lungo 140km di strada e pensare che pure una in piano sia pericolosa e da segnalare non ne esci più. Ti servono 5000 volontari lungo ogni tappa.
    Infatti una volta ri-asfaltavano tutto e fine. Ma era l'epoca d'oro dell'Anas...
  2. partiamo dall'idea che questi sono professionisti e il loro lavoro è vincere o far vincere perciò vanno forte e rischiano "teoricamente" più degli amatori ( che per altro a volte sono peggio dei professionisti...vogliamo parlare delle cadute per vincere niente dell'ultima strade bianche amatori? viste in prima persona..). Il problema sono le strade italiane spesso in totale abbandono, nel caso specifico harper ha preso una toppa o un tombino profondo e lì, in piega, sei per terra... ma se vedo ogni volta che esco cosa trovo a partire da buche profonde come piscine , tracce DELLA FIBRA!!!! dappertutto, toppe mezze fatte o sbriciolate, dossi rallentatori non segnalati perchè hanno la vernice scolorita e via così, ogni volta da solo rischio la vita oltre a distruggere se va bene solo i cerchi...altro che andare in gruppo a 60 all'ora...
  3. longjnes:

    Ma la vedo impraticabile, cioè da una parte il manubrio aero, il telaio aero, la ruota aero, il calzino ravato, il casco favato e dall'altra le gomme grosse e sgonfie? secondo me caso mai ci dovrebbero essere delle norme di sicurezza a partire anche dal posizionamento in sella. aumentando le medie di 4-5km/h rispetto a 10 anni fa l'aspetto aero è diventato sempre più determinante magari a scapito della capacità di controllo del mezzo. quindi caso mai andrebbero normate certi aspetti. Manubri troppo stretti, leve alla pogy, profili manubrio difficili da impugnare ecc ecc. posizioni troppo pancia a terra, Tutte cose che sommate contribuiscono a controllare peggio il mezzo. la riflessione secondo me dovrebbe partire da qui.
    Dovresti avere più fiducia nel marketing della bike industry...

    Le bici aero-gravel che montano i gommoni le fanno già, con annesse ruote, calzini, caschi e mutande super filanti quindi il materiale tecnico è già bello che pronto... Check larghezza gomme e pressione pre/post gara (nel cx le gomme le controllano di già con una specie di calibro fisso prima della partenza). Chi vuole fare gare deve usare i "gommoni" a basse (decenti) pressioni, che non vuole dire sgonfie/a terra. Nel giro di due anni la bike industry rifiorirà perché gran parte degli amatori "evoluti" avranno due bici, quella da gara e l'altra da allenamento. L'unico dubbio che ho, di quanto calerebbero le velocità? Forse troppo poco...

    Ripeto, pura fantasia.
Articolo precedente

9 salite intorno allo Stelvio chiuse al traffico per 15 giorni

Articolo successivo

Ottimizzato per la velocità: il nuovo casco POC Procen Air

Gli ultimi articoli in Gare