Ne ha dovuto avere veramente tanto di coraggio Stefano Nicoletti, domenica 11 marzo, alla Granfondo Città di Camogli, quando si è lanciato in picchiata nell’ultima discesa, tanto da arrivare al traguardo a braccia alzate con mezzo minuto di anticipo rispetto ai compagni di fuga.
Compagni del calibro di Manuele Caddeo, ex professionista, che di come si vada in bici ne sa qualcosa, ma che a un certo punto ha dovuto tirare in remi in barca per non rischiare la pelle.
Bisogna anche ammettere che il massaggiatore modenese, da quest’anno è entrato a far parte del Max Team, la compagine che vede in Davide Montanari il leader indiscusso; proprio quel Davide Montanari capace di staccare chiunque in discesa. Sicuramente qualche consiglio glielo avrà dato.
Ma veniamo alla manifestazione.
Vive senza pace la Granfondo Città di Camogli che vede la sua principale risorsa, il mare del Golfo del Paradiso, come il suo più grande limite.
Un vero angolo di Paradiso quello compreso tra la cittadina di Recco, che quest’anno ha visto sul mare tutta la zona logistica, e la cittadina di Camogli, appunto, che ne ha invece visto la partenza. Uno spazio ridotto che mette in un angolo la manifestazione, stretta tra la mancanza di parcheggi e un’unica strada per raggiungerla. Più o meno come tutti i paesi della costa di Levante.
Oltre 1000 iscritti, di cui 850 alla partenza e 825 all’arrivo. Numeri di tutto rispetto per una manifestazione basata su un percorso unico, ma che non rendono il giusto onore ad una granfondo giunta alla sua 7a edizione.
Abbandonato l’hotel Portofino Kulm in cima alla vetta, la logistica e l’arrivo sono stati posizionati sul lungo mare di Recco, in una piazza intima e accogliente, capace però di contenere tutti i servizi necessari. La vasta area espositiva, il pasta party e tutta la segreteria logistica.
Anche l’arrivo, infatti, è stato posto sulla via principale di Recco e non più in cima a Portofino Vetta; arrivo che di fatto ha favorito i discesisti.
Alle 10:15 viene dato il via dalla via centrale di Camogli – così come è ormai d’abitudine da alcuni anni – per dirigersi subito verso la prima salita di giornata, che sarà poi l’ultima discesa. Il percorso infatti è un’andata e ritorno tra Recco e Chiavari, sfruttando la statale dell’entroterra di Cicagna, ovviamento infarcito di qualche salitella. Ciò che si percorrre fino a Chiavari, lo si ripercorre all’inverso tornando verso Recco.
Una corsa molto molto veloce, caratterizzata da continui scatti e controscatti, con le salite che vengono affrontate come se nulla fosse, incapaci, quasi, di operare una vera e propria selezione. Tant’è che sulla statale di Cicagna i gruppi sono ancora folti e compatti. E’ finalmente la salita di Leivi a sistemare un po’ le cose, selezionando il battistrada formato dai nomi più noti del granfondismo. Una quindicina di atleti scollinando in testa alla corsa.
Neanche la discesa tecnica verso Valfontanabuona riesce a creare selezione, nonostante non manchino i tentativi da funamboli. Il falsopiano diventa terreno di battaglia. Scatti e controscatti nel tentativo di avvantaggiarsi per la successiva salita. Il GPM è posto in cima Moconesi Alta ed è il vigile del fuoco Bruno Sanetti ad accaparrarselo, seguito da Stefano Nicoletti (Max Team), Paolo Castelnovo (UC Ezio Borgna) e Manuele Caddeo (Team X-Bionic – Lapierre). A poca distanza gli inseguitori. Intanto rientra Piergiorgio Camussa (BikeEvolution).
Si procede uniti fino alla salita di Calcinara dove è il milanese Castelnovo a dettare il passo. Qui Camussa si stacca e lascia andare indisturbato il quartetto. Finita la salita, come è giusto che sia, inizia la discesa, stretta e impegnativa. Chi è abile si gioca il tutto per tutto. Nicoletti vola letteralmente, Caddeo si prende un paio di rischi e decide di desistere.
Il modenese giunge sul rettilineo dell’arrivo già a braccia alzate, ben consapevole della sua impresa di giornata. Alle sue spalle il terzetto si lancia nella volata al fulmicotone che vede il piccolo scalatore milanese avere la meglio sul giovane imperiese. Quarta piazza per il vigile del fuoco.
Una corsa tirata con medie decisamente elevate (Nicoletti ha vinto con oltre 38km/h di media), che ha visto il suo epilogo con le gambe sotto al tavolo a gustarsi trofie al pesto e le tipiche focaccette al formaggio.
La corsa femminile è stata vinta dalla spezzina Daniela Passalacqua che ha preceduto la bolognese Marina Lari e la novarese Cristina Leonetti.
Una location ideale quindi, che speriamo possa essere riproposta anche nella prossima stagione.
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