Andrea Piccolo licenziato dalla EF Education-EasyPost

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Andrea Piccolo, 23 anni, corridore italiano in forza alla EF Education – EasyPost è stato licenziato dalla squadra in seguito al fermo del corridore, avvenuto ieri da parte delle autorità italiane in quanto Piccolo pare stesse importando in Italia dell’ormone della crescita. Dalle prime ricostruzioni, non ancora confermate, Piccolo potrebbe essere stato fermato dal suo rientro dalla Colombia dopo un periodo di allenamento per partecipare al campionato italiano che si svolgerà domani in Toscana.

La sua squadra ha fatto sapere che Piccolo era stato già sospeso internamente a marzo, dopo che aveva assunto dei sonniferi permessi, ma non dal regolamento interno della squadra. La EF lo aveva quindi sospeso senza stipendio oltre ad aver “immediatamente segnalato l’accaduto all’UCI, ma per motivi legali legati ai contratti dei corridori, non abbiamo potuto rescindere il suo contratto in quel momento”. Un comunicato da parte del Team americano un po’ bizzarro, visto che non sono riusciti a licenziarlo all’epoca a quanto pare, ma lo hanno poi, a sospensione interna conclusa, portato al Giro d’Italia, dove Piccolo si è messo in mostra in svariate fughe, arrivando 4° alla 6^ tappa.

Commenti

  1. Notizia triste e vicenda alquanto strana.... Però devo ammettere che Piccolo beccato con un ormone della crescita è alquanto geniale come abbinamento, mai cognome fu più azzeccato !mabbasta!;::==
  2. bicilook:

    Per come la vedo io la squadra già voleva liberarsi di lui,e hanno colto la palla al balzo.
    Per quel che riguarda il doping,secondo me ormai gira troppo denaro nel ciclismo per venire fuori degli scandali come in passato.
    Passa tutto in sordina come negli altri sport e lo show va avanti.
    E' in inglese ed è un articolo molto lungo, ma vale la pena leggere la storia di Lizzy Banks, ormai ex ciclista della EF.
    https://lizzybanks.co.uk/

    Ser pecora:

    Ed anche Uci e Wada mi sembra vadano con un filo di gas sulla questione, consci che scandali non hanno mai fatto bene a nessuno dei loro predecessori.
    Se poi Wada e le varie agenzie nazionali non si pestassero i piedi e non generassero confusione sarebbe anche più semplice. Non è strano poi che atleti che vantano grossi guadagni e si possono permettere avvocati a 7 cifre riescano a farsi annullare le sentenze dal TAS: vedi il caso Halep in cui è stato derubricato il doping fuori dalla competizione.
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