Ha assaporato per poco il profumo della libertà il “Dottor Mabuse”, al secolo Bernard Sainz, condannato a 3 anni per “esercizio illegale della professione medica” e “incitazione all’utilizzo da parte di sportivi di sostanze e metodi dopanti proibiti” nel 2016: uscito dal carcere il 20 marzo scorso dopo quattro mesi di detenzione provvisoria (il massimo autorizzato dal diritto francese) è tornato dietro le sbarre dal 18 ottobre.
Gli era stata concessa la libertà condizionale, ma è stata revocata perché Sainz non ha potuto pagare la cauzione fissata a 30.000eu nei tempi stabiliti.
L’avvocato di Sainz, Hector Bernardini, ha commentato alla stampa: “Questa misura era di una tale severità che era materialmente impossibile rispettarla. Ho la sensazione di lottare contro un’idra. In questo caso ogni volta che taglio una testa ne rincrescono due. A 65 anni è dura, ma il sig. Sainz è una forza della natura ed ha sempre il morale alto”.
Sainz ha fatto appello contro la misura detentiva e nei prossimi giorni la sua causa verrà ridiscussa. Nel frattempo, entro la fine dell’anno dovrebbe essere chiusa l’istruzione dell’inchiesta denominata Cash Investigation per cui Sainz è indiziato riguardo casi di doping in ambito amatoriale.
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