Che l’equipaggiamento ciclistico ormai abbia prezzi elevati è un grido di dolore che si sente da anni, ed ora un’intera federazione ciclistica, quella canadese, ha pensato di reagire a questo con una misura volta a bandire l’utilizzo delle bici da cronometro, prolunghe e ruote lenticolari per le categorie U17 e U19:
Le seguenti restrizioni sull’attrezzatura, modificate rispetto alla loro implementazione iniziale per i soli under-17 nel 2024, saranno formalmente applicate per le categorie under-17 e junior maschili e femminili a partire dai campionati canadesi su strada del 2025:
• Per le categorie under-17 e junior può essere utilizzato un solo telaio di bicicletta.
• Le prolunghe al manubrio non saranno consentite per le categorie under-17 e junior.
• Le ruote a disco non saranno consentite per le categorie under-17 e junior.
La motivazione del cambiamento è “garantire coerenza, correttezza, accessibilità, aumentare la partecipazione e l’identificazione dei talenti e migliorare l’efficienza dei trasporti.”
Se le biciclette da corsa, e relativi accessori, hanno preso da anni la tangente verso costi sempre più elevati, in particolare proprio per attrezzature da competizione, ancora più care sono sempre state le bici da cronometro e triathlon, per il semplice motivo che l’utenza interessata da questa tipologia di attrezzi sportivi è mediamente più matura anagraficamente e benestante.
Nella quotidiana schizofrenia del pubblico di consumatori, che vorrebbero bici top di gamma per tutti, che l’UCI togliesse ogni limite a pesi e dimensioni limitandosi a fare quello che gli piace, al non credere alle panzane del marketing che ci dicono che ogni anno le bici sono più rigide, aerodinamiche e veloci, ma poi constatare che le medie orarie aumentano, ma solo e soltanto per le migliorie tecniche o perché i corridori mangiano di più. “E se no smettete di guardare la tv”, qualcuno ha avuto un’idea più netta.
Secondo la federazione canadese, a livello junior (sotto i 19 anni), i corridori corrono in squadre con budget limitati o si autofinanziano, e la spesa per essere competitivi in questa disciplina tramite un equipaggiamento di alta gamma restringerebbe ancora di più l’imbuto per i corridori che si avvicinano a uno sport già costoso.
La differenza che fa un equipaggiamento di alta gamma, a livello di componenti e posizionamento (in galleria del vento ad es.) è tale che i margini sono significativi. Con una posizione sbagliata o una bicicletta lenta il corridore più forte potrebbe non essere un contendente alla vittoria in una cronometro. Quindi gli adolescenti e i loro genitori non dovrebbero preoccuparsi di acquistare una bici da cronometro da 15.000eu, su cui possono gareggiare solo una manciata di volte a stagione, per essere competitivi, come spiega Michael Barry, ex pro canadese (e coproprietario di Mariposa cycling) ed ora padre di un forte junior, che corre per la squadra juniores della Visma-Lab: “La ricerca della velocità attraverso l’aerodinamica può essere una corsa agli armamenti finanziaria” ha commentato.
Vanno ricordate ad esempio le parole di Michael Tarling, padre dello specialista delle crono Joshua (Ineos) e suo fratello Finlay (Israel devo), che tempo fa aveva raccontato sui social come: “Abbiamo sacrificato, risparmiato, implorato e chiesto prestiti per aiutare i nostri ragazzi ad arrivare dove sono. Come risultato saremo fottuti finanziariamente per anni. Lo rifarei in un batter d’occhio.”
Forse è il momento di fare un passo indietro rispetto a questi costi e sacrifici?
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