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Botte al Memorial Valentini

[Comunicato stampa]

Il 16°Memorial Valentini di Camponogara sarà ricordato soprattutto per le intemperanze fra Federico Zurlo e Massimo Coledan. Quando mancavano circa due chilometri all’arrivo, con il gruppo sul filo dei 60 all’ora, l’atleta della Zalf Fior ha disarcionato Coledan, che è finito a terra riportando varie abrasioni e contusioni, una botta al fianco e una allo sterno. Al pronto soccorso gli è stata formulata una prognosi di 20 giorni.

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La giuria ha rilevato la scorrettezza di Zurlo, che aveva tagliato il traguardo al primo posto, e l’ha retrocesso all’ultimo. Una volta raggiunto il traguardo, Coledan ha scagliato la bicicletta addosso a Zurlo.

Azioni e reazioni riprovevoli che il team manager della Trevigiani Dynamon Bottoli, Mirko Rossato, condanna senza esitazioni: “Posso capire la rabbia di Coledan, ma il suo gesto non è in alcun modo scusabile – ha dichiarato Rossato -. Aspettiamo la sanzione che verrà decisa dal giudice unico e noi stessi prenderemo provvedimenti nei confronti del nostro corridore. Detto questo, considero altrettanto inaccettabile che un concorrente sposti deliberatamente il manubrio di un altro per farlo cadere. Quel gesto, che il collegio di giuria ha prontamente punito, avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori, e resto allibito dall’atteggiamento dei direttori sportivi della Zalf che hanno giustificato e difeso il comportamento del loro atleta anziché stigmatizzarlo. Allo stesso modo, dopo aver letto alcuni commenti – aggiunge Rossato -, non accetto lezioni di stile da una società che ultimamente, in fatto di stile, mi sembra stia lasciando molto a desiderare”.

Quanto a Massimo Coledan, riavvolgerebbe volentieri il nastro di quegli ultimi due chilometri: “Sono davvero dispiaciuto per quello che è accaduto e mi scuso per la reazione che ho avuto nel dopo gara – afferma il corridore della Trevigiani Dynamon Bottoli -. Non avevo dato fastidio a nessuno e improvvisamente mi sono visto girare il manubrio mentre si viaggiava ad alta velocità. In quell’istante ho visto la morte in faccia. Poi purtroppo ho perso il controllo ed è successo quello che è successo”.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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