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Campagnolo a rischio scioperi

Campagnolo, IL marchio storico di ciclismo italiano, ha annunciato il taglio di 68 dipendenti e la delocalizzazione in Romania di parte della produzione nel quadro di una ristrutturazione dell’azienda. Ristrutturazione necessaria secondo il management di Vicenza per rimanere competitivi rispetto la concorrenza.

Campagnolo possiede già due stabilimenti di proprietà in Romania, realizzati e gestiti dalla ditta vicentina: Mechrom 1 (a Pitesti)  e Mechrom 2 (a Slatina), dove vengono ora assemblati i componenti delle trasmissioni. Secondo i sindacati Fim Cisl – Fiom Cgil questi tagli e questa delocalizzazione daranno un  “evidente danno occupazionale e svilimento della sede storica della Campagnolo, anche perché non prevede gli investimenti, da tempo richiesti e discussi, per rendere lo stabilimento vicentino efficiente e competitivo all’altezza delle nuove sfide del mercato globale. Decidere, come è stato fatto, di non investire e di tagliare l’occupazione trasferendo all’estero le produzioni, significa scegliere una scorciatoia che non porta da nessuna parte. Per altro stiamo parlando di un’azienda con bilanci in positivo e di un prestigiosissimo marchio del “made in Italy” che fa della sua qualità il suo segno distintivo nel mercato sia dello sport agonistico che amatoriale. Non vorremmo che diventasse nel più o meno breve tempo, sostanzialmente “made in Romania”, come riportato dal quotidiano il Gazzettino.

I lavoratori pertanto minacciano scioperi e chiedono nuove trattative, mentre la procedura di mobilità è già partita.

La delocalizzazione permetterebbe a Campagnolo di poter contare su una manodopera meno cara (3 volte e mezzo) e quindi competitiva rispetto i concorrenti asiatici, ed al contempo mantenere la produzione all’interno della comunità europea, con vantaggi sulla protezione delle proprietà intellettuali (brevetti) rispetto il FarEast.

Nonostante i bilanci positivi il monopolio Campagnolo in ambito ciclistico, in particolare professionistico, è finito da tempo, basti pensare che dei 17 Team WorldTour solo 3 utilizzano Campagnolo (13 utilizzano Shimano). A questo si aggiunge la concorrenza di nuovi brand come SRAM, ed altri che si affacceranno nel corso del prossimo anno; la quasi scomparsa del marchio vicentino nella fascia entry-level ed OEM, ed un gruppo elettronico, l’EPS, che stenta a decollare, in particolare rispetto la concorrenza ormai dominante in questo settore. Senza contare l’assenza totale in ambito MTB e il forte ritardo nell’emergente settore freni a disco strada.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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