Categorie: Test

[Test] Cannondale Super Six Hi Mod carbon Sram Red

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Fin dal suo esordio nel 2006, la Cannondale Super Six ha suscitato molto interesse tra gli appassionati, incuriositi dalle soluzioni tecnologiche poste in essere dai progettisti statunitensi.

Il triangolo anteriore di questo telaio è in carbonio unidirezionale ad alto modulo, con lavorazione monoscocca. Il carro posteriore è invece fasciato con sottili strati di carbonio, in modo da assicurare solidità e rigidità d’insieme all’intera struttura.
I foderi bassi sono asimmetrici. Quello destro è sagomato in modo da ripartire al meglio i carichi generati dalla trazione della catena, mentre quello sinistro è più esile, per risparmiare peso.
I foderi obliqui hanno invece profilo “a clessidra”, soluzione che, secondo Cannondale, migliorerebbe l’assorbimento delle asperità provenienti dal terreno senza far perdere precisione di guida.
La scatola del movimento centrale è decisamente sovradimensionata, per accogliere lo standard Cannondale BB30, cercando così di massimizzare la rigidità torsionale.
Anche il tubo sterzo a diametro differenziato (1.5” in basso e 1.1/8” in alto) presenta una sezione vistosamente maggiorata nelle giunzioni con l’orizzontale e l’obliquo, scelta che si traduce sul campo in rigidità e precisione di guida. I bicchierini interni, per ospitare i cuscinetti della serie sterzo, sono in carbonio anziché nel tradizionale alluminio.

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Il trave obliquo ha una impressionante sezione di 61 mm, ed è arrotondato in prossimità dell’innesto con la scatola del movimento centrale, alla quale si raccorda con grande pulizia estetica.
Il tubo orizzontale ha il profilo laterale ovalizzato lateralmente, per migliorare la rigidità in fase di sterzata e accelerazione. Il peso dichiarato da Cannondale per il telaio è di soli 890 grammi.
La forcella è interamente in carbonio monoscocca, inclusi i forcellini, e ha il cannotto sterzo in carbonio fasciato, ovviamente a diametro correttamente differenziato per innestarsi nel tubo sterzo.
Per questa Super Six gli ingegneri Cannondale hanno preferito utilizzare la fibra di carbonio unidirezionale anziché intrecciata, poiché con la fibra unidirezionale si possono ottenere molti più filamenti di carbonio per unità di superficie, e quindi si creano strutture telaistiche molto più rigide, in grado di tradurre in moto rettilineo tutta la forza impressa sui pedali, senza dispersioni di potenza.

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La prova
Il modello avuto in prova, taglia 56, è stato da me utilizzato per tre uscite, tempo totale di 14h55min, coprendo una distanza di 415 km con circa 2.900 metri di dislivello, pedalati nei rigori invernali tra le colline brianzole e le salite lecchesi e comasche prospicienti il lago lariano.
Condizioni meteo variabili dalla nebbia invernale alla brina, al freddo secco. Non sono state effettuate uscite con la pioggia. Il fondo è risultato umido solo in presenza di nebbia, in pianura.
Personalmente sono alto 180 cm e peso 71 kg, ma con l’abbigliamento invernale si aggiungono quasi 2 kg.
Pressione pneumatici adottata nel corso delle uscite: anteriore 7 bar, posteriore 7.5 bar.

La bici in prova era equipaggiata con gruppo trasmissione Sram Red, ruote Mavic Ksyrium Elite, pneumatici Schwalbe Ultremo ZX, sella Fi’zi:k Antares, mentre piega, attacco e reggisella erano FSA (per tutti i dettagli si rimanda alla scheda tecnica a fondo pagina).
Nel complesso si tratta di ottimi componenti, con i quali si può tranquillamente gareggiare nelle granfondo amatoriali senza sfigurare.

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Il feeling con la Super Six si è rivelato immediato. A patto di eseguire scrupolosamente la procedura corretta di set-up, in base alle misure antropometriche e alle preferenze del pilota, perché la Super Six è sensibilissima a ogni minima variazione d’assetto.
La guidabilità è eccellente, i carichi sono ben distribuiti con il giusto equilibrio tra avantreno e retrotreno. Il telaio è certamente classificabile come rigido, risponde quasi come un alluminio, trasmettendo al ciclista tutte le sensazioni captate dal terreno. Ma è anche confortevole e mai scorbutico, perché in presenza di fondi accidentati è esente da vibrazioni, consentendo lunghe percorrenze senza mai affaticare. Qualità che può essere ulteriormente migliorata adottando coperture tubolari al posto dei classici copertoncini forniti di serie.
Ottima la direzionalità e le reattività nel misto, dove si guida con un dito, buonissima la stabilità alle alte velocità, soprattutto in curva dove non dà segno di scomporsi. Situazioni nelle quali la forcella lavora molto bene.

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In frenata emerge il grande equilibrio telaistico e la solidità d’insieme, consentendo staccate al limite ed entrando velocemente in traiettoria.
Sprint e accelerazioni sono il suo pane, anche se le ruote di serie non rappresentano il massimo per scorrevolezza e leggerezza. Per andare forte in gara occorre altro, e infatti i pro utilizzano queste Ksyrium come ruote da allenamento senza pretese.
In salita la resa del telaio è molto buona, migliorerebbe adottando un wheelset più leggero.
In discesa è molto precisa, percorre fedelmente le traiettorie impostate e premia la guida fluida e sicura, che lasci scorrere la bici il più possibile anche sulle asperità.
Non è dunque una bici adatta ai neofiti, con la Super Six occorre sapere padroneggiare una creatura “racing” in tutto e per tutto. Le imprecisioni di guida si pagano, il telaio non perdona indecisioni o sbavature. Fa esattamente ciò che gli si chiede. Ed è evidentemente anche ciò per cui è stato progettato.

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Valutazione componenti di serie
I copertoncini Schwalbe hanno una mescola abbastanza morbida, il che permette un discreto comfort, consentendo anche elevati limiti di piega, senza mai perdere bruscamente aderenza. Non sono tuttavia stati provati in condizioni di pioggia, ma solo con asfalto umido.
Delle ruote abbiamo già detto, non brillano per scorrevolezza e leggerezza (peso dichiarato 1.550 grammi). Contribuiscono però a mitigare l’indole “racing” della Super Six, che con due ruote in carbonio diventerebbe un mezzo dalla risposta ancora più severa.
I comandi Sram al manubrio sono eccellenti, sempre precisi in tutte le situazioni. Il cambio posteriore non sbaglia un passaggio, mentre il deragliatore anteriore appare inadeguato all’utilizzo gravoso. La gabbia flette parecchio, strutturalmente sembra debole. Non a caso, alcuni professionisti preferiscono utilizzare il modello Sram Force, più robusto anche se più pesante di una trentina di grammi rispetto al più esile Red.
Il pacco pignoni è un po’ rumoroso, potrebbe non piacere ai perfezionisti.
I freni sono molto modulabili ed efficaci, almeno in condizioni di asciutto.
La piega manubrio è ergonomica, consente di variare agevolmente l’appoggio delle mani in base alle esigenze di guida. Le cuffiette dei comandi, di colore bianco, risultano esteticamente gradevoli ma anche molto sporchevoli, al pari delle guaine.
La sella ha la seduta molto rigida, praticamente priva di imbottitura. Però ha lo scafo un po’ largo, che non flette lateralmente assecondando i movimenti della pedalata, come avviene invece con altri modelli della casa vicentina. Personalmente amo le selle rigide ma avrei preferito una sella più stretta, questa infastidisce un pochino.

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Problemi riscontrati
Il deragliatore anteriore Sram Red mal tollerava il passaggio della catena dalla corona piccola a quella grande. Problema risolvibile sostituendo la catena Sram con una Shimano. Oppure, scelta consigliata, sostituendo il deragliatore con uno Shimano (Dura Ace o Ultegra).

Rapporto qualità/prezzo
Quattromila euro di listino non sono pochi in valore assoluto. Considerato però che le ruote hanno un prezzo attorno ai 475 euro e l’intero gruppo Sram Red 1.300 euro, siamo quasi a metà del costo d’acquisto della Super Six. Stante gli attuali costi dei telai in carbonio rivolti alle competizioni, e valutato il livello tecnologico e prestazionale di questa specialissima stradale, i 3.999 euro appaiono tutto sommato più che giustificati. Vanno inoltre ricordati la garanzia “lifetime” Cannondale e la buona quotazione dell’usato in caso di rivendita.

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Scheda tecnica
Telaio: Cannondale Super Six Hi Mod Carbon
Forcella: Cannondale Super Six Hi Mod, full carbon
Serie sterzo: Cannondale Super Six integrata 1,5” – 1,1/8”
Curva manubrio: FSA SL-K Compact, 31.8mm
Attacco manubrio: FSA SL-K (conchiglia in carbonio diametro 31.8 mm, attacco forcella 1,1/8”)
Comandi e leve freno: Sram Red double tap
Freni: Sram Red
Deragliatore: Sram Red
Cambio: Sram Red
Guarnitura: Sram Red grafica Cannondale, compact 50-34
Movimento centrale: Sram Red BB30
Pignoni: Sram PG-1070 12-26
Catena: Sram PC-1070
Reggisella: FSA SLK Carbon SP-RK-260, diametro 31.8 mm, lunghezza 350 mm
Sella: Fi’zi:k Antares, carrello in magnesio
Ruote: Mavic Ksyrium Elite
Coperture: Schwalbe Ultremo ZX, 700×23
Prezzo: 3.999 euro
Peso: 6,8 kg (da noi rilevato – senza pedali)
Misure disponibili: 48, 50, 52, 54, 56, 58, 60, 63
Colorazioni disponibili: carbonio/bianco (avuto in prova), magnesio/bianco
Sito web del prodotto: [url]http://www.cannondale.com/ita/ita/Products/Bikes/Road/Elite-Road/SuperSix/Details/2832-1RSH2C-SuperSix-Hi-MOD-SRAM-RED[/url]

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Dettaglio della scatola BB30

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L’innesto dei foderi obliqui

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Il deragliatore SRAM Red

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