Caso Froome: Tony Martin ritratta. Per Bardet ad aver perso è la credibilità è il ciclismo

Il caso Froome attira tutte le attenzioni, in particolare in questo periodo appena precedente le prime gare, e via via tutti dicono la loro a proposito. E’ la volta di Romain Bardet (AG2R), 3° al Tour 2017 proprio dietro il britannico, si lascia andare alla seguente considerazione in occasione di una visita ad una gara di coppa del mondo di Biathlon a Grand-Bornand:

“Non è mai una buona notizia, e non è una buona notizia per il mondo del ciclismo. Ne Avremmo fatto volentieri a meno. C’è  poco da gioire per un caso come questo. Tutti ne sono più o meno toccati, la credibilità del ciclismo per prima. Ma vedo anche i progressi nella lotta antidoping nel corso degli ultimi anni. L’UCI e la WADA hanno tutte le competenze per aprire un’inchiesta obiettiva e chiarire tutti i fatti perché il ciclismo esca dall’ambiguità. Aspettiamo di vedere la parola fine su questa storia. Spero che questo caso sia risolto il più velocemente possibile e che eventuali sanzioni siano comminate, e che lo siano nei tempi più opportuni in modo che il 2018 parta su buone basi, e che la stagione possa iniziare sotto i migliori auspici e senza sospetti”.

 

Allo stesso tempo il cronoman tedesco Tony Martin ha in parte ritrattato le proprie dichiarazioni sul caso:  “Capisco ora che l’UCI sta gestendo il caso rispettando le regole e che Chris Froome non sta beneficiando di un trattamento particolare. Ho ricevuto molti feedback dopo il mio commento, e pure una telefonata da un responsabile UCI che mi hanno chiarito il modo in cui il caso è trattato. Conformemente al regolamento, in un caso che implica una sostanza specifica ogni atleta deve avere il diritto di spiegarsi se i risultati delle analisi possono essere attribuiti a cause naturali”

A questi si aggiungono le considerazioni di Brent Copeland, Team Manager della Bahrain-Merida (il quale ha vissuto in prima persona un caso simile con Diego Ulissi):

“Conosco Chris da anni e devo dire subito che quello che dico non è contro di lui. Penso che Chris possa tornare più forte di prima. Conosco lui e la sua forza mentale. [Ma] Se hai un codice di condotta o un codice etico allora devi seguirlo. Il 20 Settembre gli è stato notificato (della posititivà -ndr-) e Chris si è comunque presentato a vari eventi mentre il Team Sky negoziava con RCS sulla sua partecipazione al Giro d’Italia sapendo cosa c’era in ballo, cosa difficile da capire per me come direttore di una squadra. Anche se fosse squalificato per 9, 8 mesi o altro, potrebbe comunque correre il Giro d’Italia. Ma nel frattempo il codice di condotta della maggior parte delle squadre imporrebbe che il corridore sia sospeso”.

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