L’altro ieri ho ritirato una delle primissime Colnago C59 Disc mai fatte ed oggi sono andato a provarla sul Passo Giau, nelle Dolomiti. Si tratta di un primo assaggio, non del test vero e proprio che necessita di più tempo, dato che non vedevo l’ora di provare la performance di questi freni a disco idraulici prodotti da Formula. 1000 metri di dislivello in salita, ma sopratutto 1000 metri di dislivello in discesa, da Cortina al Giau e ritorno (qui i dati del giro).
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I freni necessitano di un breve rodaggio, dato che il disco e le pastiglie sono nuovi: con 4-5 frenate da 20 a 0 km/h si è già pronti. Arrivo su al Passo, non faccio tempo a fermarmi che un gruppo di ciclisti polacchi si mette a fotografare me e la bici. Giro i tacchi e mi fiondo giù, facendo attenzione al traffico che a fine luglio é composto per la maggior parte da turisti abituati alle strade dritte del nord Europa.
Prima curva. Rullo di tamburi. Pigio per bene le leve, ed ecco che freno (gli scettici avrebbero scommesso che sarei andato diritto)! L’asfalto in tanti punti é nuovo, quindi ce la metto tutta per fare le staccate all’ultimo momento, sopratutto per superare le macchine che mi precedono. Andando molto in mountain bike con dischi anteriori del diametro dai 180 ai 200 mm mi aspetto una potenza frenante simile, ma pian piano, durante la discesa, vengo portato alla realtà dei dischi da 140 mm e, pur trovandomi su una bici da soli 7.2 kg (paragonati ai 15 della mia enduro), questi Formula non inchiodano come sono abituato. Il motivo é facilmente spiegato: se il fondo stradale fosse sconnesso, sporco o, peggio ancora, bagnato, con più potenza finirei per terra in fretta. Così invece Colnago e Formula hanno pensato ai ciclisti non abituati ai freni a disco, offrendo loro una frenata decisa, ma non esagerata. Per chi volesse, comunque, sono disponibili anche freni da 160mm di diametro, che conto di montare prossimamente per vedere se si riescono a fare staccate più al limite.
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La frenata é ben modulabile. Bisogna tirare con molta decisione la leva per bloccare la ruota, ed il limite fra frenata e bloccata é facilmente riconoscibile. Le leve dei freni, prodotte da Formula (qui la foto degli stampi e l’intervista al proprietario di Formula), sono ergonomiche e non affaticano le dita anche su una discesa relativamente lunga come quella del Giau. Sono montate su un Durace elettronico 10v. Per ora sono compatibili solo con questo gruppo (anche 11v).
Veniamo alla domanda che tanti scettici si pongono: i freni e i dischi si surriscaldano rendendo l’impianto inutilizzabile durante una discesa? La risposta è: NO! Non c’é stato nessun fading, cioè diminuzione della potenza quando il disco si é scaldato. Contate che ci sono diverse rampe dal 14-15% seguite da curve o tornanti, dove bisogna frenare con molta decisione per non andare diritti. Dal punto di vista dell’affidabilità, per ora, i Formula non deludono.
Rispetto ai freni normali la potenza di frenata é molto simile, sull’asciutto. I vantaggi maggiori si hanno ovviamente sul bagnato, dove i cerchi con la pista frenante in carbonio diventano un problema, e sul fatto che non ci saranno più camere d’aria che esplodono perché il cerchio é bollente. Non dimenticate poi che il cerchio da x-mila euro non verrà più consumato dalle frenate e potrete usarlo all’infinito, in teoria.
Come dicevo prima, questo é solo un assaggio. Conto di terminare il test entro fine agosto e di farvi quindi sapere come si comportano i freni a disco e le ruote in diverse condizioni. Da notare che le gomme sono da 25mm. Si tratta di normali copertoncini.
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