Commenti ai mondiali. Leuven 2021

167

Julian Alaphilippe ci ha regalato un mondiale superbo. O meglio lo ha regalato a se stesso ed alla Francia, ma ogni appassionato di ciclismo non può che aver goduto della gara di ieri sulle strade belghe. E a onor del vero bisogna ricordare anche la gara femminile, che non è stata da meno, con attacchi e contrattacchi continui per 50km della nazionale olandese seguiti da un’azione splendida del duo azzurro Longo-Borghini – Balsamo, con quest’ultima a vincere l’iride resistendo nientemeno che alla Vos in volata. Il tutto in Belgio, la nazione del ciclismo.

Belgio che termina questo mondiale con l’amaro in bocca, con 1 argento e 3 bronzi come bottino, peraltro tutte medaglie vinte a cronometro. L’amaro in bocca ovviamente è soprattutto dovuto proprio alla gara maschile élite in linea, dove il Belgio schierava uno squadrone, ma che ieri, nonostante ottimi segnali, niente ha potuto fare contro un Alaphilippe scatenato.

Alaphilippe che ha fatto un capolavoro, di forza e follia. Ma la follia era già nei piani del loro CT Thomas Voeckler, che come strategia aveva quella di “far esplodere la corsa molto presto”, portando un primo attacco dopo 60km. Strategia che lui stesso ha ammesso aver causato delle grattate di testa ai propri corridori nel briefing pre-corsa, in particolare a Florian Sénéchal, che era, nei piani di Voeckler, l’uomo per giocarsi lo sprint finale. Ad ogni modo i suoi corridori hanno rispettato le consegne: “pesare sulla corsa senza portarne il peso”.  E cosi, ad ogni salita ripida è stato Alaphilippe a scremare il gruppo con degli attacchi prima decisi poi sempre più violenti. Ai -22km è ancora Alaphilippe, lanciato da un grande Madouas a fare lo scatto n°3, quello che è stato una vera bastonata sulla schiena di Van Aert, che in quel momento ha capito che era finita (parole sue). Stupendo il racconto di Voeckler prima di questo scatto, quando si è avvicinato con l’ammiraglia ad Alaphilippe per discutere il da farsi e con sua sorpresa Alaphilippe gli ha chiesto come organizzare lo sprint finale per Sénéchal. Voeckler non ci crede (“non volevo crederci, è il campione del mondo in carica, in una fuga di 17 corridori e mi fa questa domanda!“) e gli dice secco che Sénéchal si arrangia e che lui deve seguire l’attacco di Madouas e poi “correre d’istinto”.  Per Alaphilippe un invito a nozze.

Alaphilippe è stato poi ripreso in piano da Stuyven, Madouas, Powells, Van Baarle, Pidcock, Colbrelli, Nizzolo e Hoelgaard. Quarto attacco di Alaphilippe ai -19km proprio quando il duo Van Aert-MvdP stava rientrando per tenerli lontani il giusto, e quindi il 5°, ultimo attacco decisivo ai -17km.

Puro istinto, perché Voeckler gli aveva detto di aspettare, di non partire cosi presto. Ma istinto doveva essere ed istinto è stato. Voeckler ha detto che all’ultimo giro ha spento tutto: telefono, radioline, whatsapp. Ha tenuto solo lo sguardo fisso sulla televisione. E ai -2,5km ha capito che era fatta. Ma sempre in silenzio radio “per scaramanzia”.

Alaphilippe nella storia dunque. Non solo per essere il primo francese a vincere due campionati del mondo, ma anche per essere il settimo corridore della storia a vincerne due consecutivi, dopo George Ronnse (1928-29), Rik van Steenbergen (1948-49), Rik van Looy (1960-61), Gianni Bugno (1991-92), Paolo Bettini (2006-07) e Peter Sagan (2015-16-17).

Chapeau.

Cosa dire degli altri? In realtà non molto. Non ci sono stati evidenti errori da parte delle nazionali favorite. Gli italiani nel finale avevano ancora gli uomini migliori, ma Colbrelli semplicemente non ha avuto le gambe per controbattere ad Alaphilippe. I belgi erano marcatissimi, ma lo stesso Van Aert ha ammesso che al terzo attacco di Alaphilippe non aveva più le gambe per tentare qualcosa. Sperava solo di riprendersi nel circuito, ma non è stato il caso. Idem van der Poel, che ha dichiarato di essere stato sorpreso dal ritmo infernale già dall’inizio e che infatti ha lasciato luce verde a van Baarle, che è andato a prendersi un meritato argento (corridore sottovalutato, in altre squadre che non la Ineos avrebbe vinto di più). Remco Evenepoel ha fatto quello che gli è stato chiesto di fare, andando a tirare e coprire Van Aert per 150km (facendo fischiare le orecchie di Eddie, ma conquistandosi l’amore belga), ma per come si è sviluppata la corsa è ragionevole pensare che niente avrebbe potuto fare contro le bombe sganciate da Alaphilippe. Bravi i danesi ad infilarsi nelle fughe giuste, ma hanno giocato sempre di rimessa, ed il bronzo di Valgren è probabilmente il risultato insperato. Forse l’unico che può avere qualcosa da recriminare e che avrebbe potuto fare meglio è Tom Pidcock, che però ha sbagliato i tempi nel finale per contrattaccare, ma è sembrato l’unico ad avere la gamba per eventualmente contrastare Alaphilippe. Sarà per la prossima volta.

Per concludere: un mondiale bellissimo in cui ha vinto il più forte senza dubbi.

Commenti

  1. jan80:

    ma infatti su quello non aveva tutti i torti,seguirlo da solo a 45km dal traguardo era veramente rischioso......
    Lui non è d'accordo con te, tanto è vero che se ne rammarica. E per me il rammarico è fondato.
  2. monfri:

    Avete fatto 4 pagine di trend definendo che li bisognava andare, e avendo il proivilegio di sapere com'è andata a finire.
    A 45 km dal traguardo con quel percorso, dove il gruppo di 15 era composto da ottimi corridori sicuramente si poteva presupporre che era presto per fare all-in. Probabile che se fossero usciti li, senza un belga, anche per LouLou era troppo presto.
    In quel caso cosa avremo detto al Francese? Io me lo immagino: Ala, troppo presto, troppo esuberante, dovevi avere la "testa" per capire che non era ancora il momento.
    Dovresti dirlo a Colbrelli che si rammarica. Io ho solo commentato il suo rammarico, dandogli ragione, perchè il rammarico è fondato.
    fulvosam:

    però ragionare sull'attacco a 50km è un po' troppo difficile, non c'è alcuna certezza che sarebbe arrivato, per me no. Diverso su quello ai 18km di cui abbiamo parlato prima.
    Ovvio che non c'è alcuna certezza. Tu conosci qualche azione che prima di farla sai se va certamente in porto? No, perchè se ci riesci, fatti assumere da DS da qualcuno di loro che sarebbero informazioni fondamentali :-)xxxx
    monfri:

    Non ha mai detto che sa fossero partiti li sarebbero arrivati. Si rammarica di aver perso il momento quando ha dato la fiammata vincente. E qui il rammarico DEVE esserci.
    No. Si rammarica del primo scatto, quello da lontano. Riascolta l'intervista. E poi si rammarica di non aver almeno seguito i contrattaccanti che poi si sono giocati le medaglie.
    Teo66:

    A "difesa" di Colbrelli devo dire che questi ragionamenti li facciamo a bocce ferme.
    Lui fa i ragionamenti a bocce ferme. Noi condividiamo, in quanto fondato, solo il suo rammarico.
    Teo66:

    Se errore c'è stato secondo me è stato nell'inseguire Alaphilippe per poi non andare con lui.
    Di quello lui si rammarica. E di non aver poi seguito i medagliati.
    Teo66:

    Ha agito da gregario-stopper e non da capitano. Come capitano non avrebbe dovuto seguirlo e lasciare fare agli altri (mancavano 45 km).
    Il gruppetto era formato da grossi calibri e le probabilità di chiudere su Ala erano altissime.
    Su uno solo si. Ma su due, che ognuno aveva 2 compagni di squadra a fare da stopper no....tanto più che una chiusura poteva favorire proprio i compagni di squadra che a quel punto erano a rimorchio.
    Teo66:

    Uno sforzo inutile, meglio tenere la sparata per uno degli attacchi successivi più prossimi al traguardo.
    Non è come ha ragionato il campione del mondo. E ci ha vinto il campionato del mondo. Colbrelli si è tenuto le forze per quale attacco? Nemmeno quello dei medagliati.
    Teo66:

    Però dopo 230 km a tutta può capitare di fare errori di valutazione, lo vedi partire e in un attimo l'istinto ti dice di seguirlo, lo raggiungi e poi pensi di aver fatto un errore e non collabori. Sono attimi, con le pulsazioni a 180 e le gambe che bruciano.
    Ci sta, i campioni che hanno la lucidità di azzeccare le mosse sono appunto campioni. E a volte sbagliano pure loro, vedasi lo stesso Ala a braccia alzate che si fa uccellare da Roglic.
    Quindi si, peccato, poteva forse ottenere di più ma in quel frangente non era chiaro a nessuno che Van Aert era quasi cotto e tutto quello che ne conseguiva...
    Sicuramente ha tutte le attenuanti che dici. Ma non mi pare dalle sue parole che attenuino troppo il suo rammarico.
  3. Infatti,ed aggiungo che anche se collaborava,Per me non arrivavano,ai meno 50 wwa,vdp ,stuyven,re e van barle non erano ancora " finiti"...e avrebbero inseguito
    Teo66:

    A "difesa" di Colbrelli devo dire che questi ragionamenti li facciamo a bocce ferme.
    Se errore c'è stato secondo me è stato nell'inseguire Alaphilippe per poi non andare con lui.
    Ha agito da gregario-stopper e non da capitano. Come capitano non avrebbe dovuto seguirlo e lasciare fare agli altri (mancavano 45 km).
    Il gruppetto era formato da grossi calibri e le probabilità di chiudere su Ala erano altissime.
    Uno sforzo inutile, meglio tenere la sparata per uno degli attacchi successivi più prossimi al traguardo.
    Però dopo 230 km a tutta può capitare di fare errori di valutazione, lo vedi partire e in un attimo l'istinto ti dice di seguirlo, lo raggiungi e poi pensi di aver fatto un errore e non collabori. Sono attimi, con le pulsazioni a 180 e le gambe che bruciano.
    Ci sta, i campioni che hanno la lucidità di azzeccare le mosse sono appunto campioni. E a volte sbagliano pure loro, vedasi lo stesso Ala a braccia alzate che si fa uccellare da Roglic.
    Quindi si, peccato, poteva forse ottenere di più ma in quel frangente non era chiaro a nessuno che Van Aert era quasi cotto e tutto quello che ne conseguiva...
    Ala li ha demoliti dopo, a forza di scatti.
Articolo precedente

Julian Alaphilippe conserva il titolo mondiale

Articolo successivo

Come alimentarsi quando si va in bici da corsa

Gli ultimi articoli in Magazine