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Cresce il mondo della bici, ma crescono anche i prezzi

È notizia di ieri che anche per il capo della FED Usa, Jerome Powell l’inflazione non è transitoria (al momento in USA segna +6,2% sull’anno, ai valori massimi da 31 anni), come ripetuto (maldestramente) dalle banche centrali negli ultimi mesi. E così anche il mondo ciclistico si deve confrontare con l’aumento dei prezzi, che evidentemente non sarà temporaneo, spostando molte discussioni dai ritardi nelle forniture (ormai per alcuni modelli di bici appena presentati si parla di 3-400 giorni di attesa) al rincaro dei listini.

Secondo i dati pubblicati da un’agenzia di ricerche di mercato, NPD Group, i ricavi delle attrezzature da ciclismo sono cresciuti del 15%, ovvero a 8,5 miliardi di dollari nei 12 mesi terminati a luglio 2021 rispetto all’anno precedente. Alcuni vedono un calo di interesse nel settore facendo i confronti con il 2020, quando la pandemia ha preso il via e con la fine dei lockdown c’è stata l’esplosione del mercato in termini di vendite. La realtà è che la crescita dei ricavi delle attrezzature per il ciclismo tra il 2019 e il 2020 è stata enorme e sostenere quei livelli avrebbe richiesto un’espansione sia della domanda che dell’offerta che sarebbe stata impossibile.

Guardando però alla tendenza più ampia si può ipotizzare che questo recente periodo abbia costretto i consumatori a cambiare i propri comportamenti, considerato anche il cambiamento di sensibilità verso i temi “green”, di sostenibilità, etc.. e questi cambiamenti comportamentali  dovrebbero essere di lungo termine e di buon auspicio per il ciclismo. Come mostrano le infografiche allegate, tratte dallo State of the Nation Report annuale di Shimano.

Il risultato è stata una crescita enorme in tutte le principali categorie di attrezzatura da ciclismo. La categoria delle biciclette è attualmente un business da 5,3 miliardi di dollari, in crescita del 65% nei 12 mesi terminati a luglio 2021 rispetto a due anni fa; gli accessori per bici hanno rappresentato 903 milioni di dollari di entrate e sono cresciuti del 36%; la componentistica ha raggiunto 1,1 miliardi di $, in crescita del 31%;  caschi, scarpe e guanti hanno raggiunto i 445 milioni di dollari, con un aumento del 20% rispetto ai livelli del 2019.

Ovviamente vanno fatte delle distinzioni tra le varie tipologie di biciclette. Anche per vedere quali potrebbero essere i trend futuri. Negli ultimi 12 mesi, rispetto a due anni fa, le vendite di mountain bike sono aumentate del 70%, le biciclette per bambini sono aumentate del 57% e le e-bike sono cresciute di un enorme 240%, ovvero le bici a pedalata assistita sono ora la terza categoria di ciclismo più grande in termini di vendite. Questo numero è notevole perché rende le e-bike una categoria più ampia rispetto alle bici da corsa, che è stata tradizionalmente una delle categorie più grandi in tutto il ciclismo.

Parlando di bici da corsa, anche questo segmento ha registrato una crescita notevole, con ricavi in ​​crescita del 41% fino a luglio. Le bici da cross e gravel sono state il motore di crescita di questa categoria, con un fatturato in aumento del 109%, rispetto a due anni fa.

Il successo delle gravel sembrerebbe legato alla possibilità di affrontare i percorsi su strada con maggiore sicurezza. Ovvero le bici gravel e le mountain bike si rivolgono ai consumatori che cercano “utilità” e sicurezza nel percorrere strade trafficate, oltre ad essere viste dai consumatori come meno specifiche e più versatili, un concetto che è stato vincente (sia i termini di percezione, ma evidentemente anche di vendite) per le auto, con gli Sport Utility Vehicles. In pratica anche il settore delle bici da corsa si starebbe “suvvizzando”.

Le bici da corsa “dure e pure”, nonostante un certo ingentilimento dovuto a freni a disco, geometrie più comode e copertoni dalle dimensioni generose, semplicemente non soddisferebbero le esigenze dei consumatori che cercano quel senso di versatilità che invece le bici gravel e mountain bike apparentemente soddisfano.

Questa lo si vede anche nelle e-bike, che attraggono sia i ciclisti “nuovi” che quelli di ritorno, preoccupati dall’impossibilità di affrontare subito (in un mondo sempre meno paziente) salite impegnative o tenere il passo con i compagni di uscita più veloci. Poi, una volta che i ciclisti provano una e-bike, la maggior parte sembra attratta dal lato divertente e meno impegnativo e vi rimangono legati.

E sin qui le note positive, ma si diceva appunto dell’inflazione: il prezzo medio di vendita di una nuova bicicletta negli Stati Uniti a settembre è stato di 346$, in aumento del 28% rispetto al 2020 e del 54% in più rispetto al prezzo di vendita medio di una bicicletta nel 2019.

Nel Regno Unito, i prezzi delle biciclette sono stati più alti del 26% nell’ottobre 2021 rispetto all’inizio del 2020, secondo le statistiche ufficiali sull’inflazione. E non si tratta nemmeno di un effetto dovuto alla Brexit, infatti nella maggior parte dei casi questa non ha causato dazi sulle importazioni di biciclette o componenti dall’UE, sebbene abbia interrotto le forniture dei produttori dell’UE.

In Germania, i prezzi delle biciclette erano più alti del 9% a ottobre rispetto a gennaio 2020, secondo le statistiche ufficiali sull’inflazione pubblicate da Eurostat. In Svezia e Polonia, i prezzi sono aumentati rispettivamente del 15% e del 13% nello stesso periodo. In Lituania sono aumentate del 16%, in Ungheria del 19% e in Slovenia del 18%.

I prezzi di produzione di una bici sono saliti mediamente del 5%, a causa delle note mancanze di materie prime e di colli bottiglia nella logistica, in particolare con costi di trasporto dei container via mare aumentati anche di 10 volte.

I prezzi dei reggisella sono aumentati del 20% negli ultimi 12 mesi. Così come i manubri sono aumentati dell’11%. Leve freno e pinze sono in aumento del 14%. I prezzi delle catene sono aumentati del 17% e i riflettori catarinfrangenti sono aumentati del 50%. Questo al costo per gli assemblatori della bici intera (prezzi medi su tutte le categorie di biciclette).

Questo ovviamente avrà un impatto che sarà tutto da valutare per le aziende e per i negozianti, impegnati ad assicurarsi stock di materiale con più anticipo possibile, ma senza la certezza dell’andamento dei prezzi e delle reali forniture fintanto che la catena logistica non sarà tornata a livelli pre-pandemici e non vi saranno altre cattive notizie sul fronte sanitario globale.

Per quanto riguarda i consumatori cosa aspettarsi è facilmente intuibile.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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