David Gaudu (Groupama-FdJ) è un’altra voce nel gruppo che si aggiunge a quelle che già da tempo constatano (ed un po’ lamentano, pare) che il livello del gruppo pro stia gradualmente aumentando.
Lo scalatore francese, vincitore di due tappe alla Vuelta (2020) in carriera, e quest’anno 3° alla Liège-Bastogne-Liège e 6° al Lombardia di pochi giorni fa, in un’intervista a Ouest-France, ha dichiarato che “dall’inizio della stagione non ho mai prodotto tanti watt come quest’anno. Nel finale di ogni corsa per sperare di essere davanti, o almeno per stare nei Top10, bisogna battere i propri record su tutti gli arrivi un po’ difficili. È un anno in cui si corre veramente molto molto veloci, ed in cui tutti corrono più veloci….Ci sono dei gregari che sono tanto forti quanto certi capitani e questo fa aumentare il livello, e pertanto tutti lo devono aumentare. Ma è chiaro che non si è mai corso così veloci“.
Gaudu è professionista da 6 stagioni, ed evidentemente è uno degli scalatori più forti in circolazione, con 3 TopTen in 7 monumento corse, un 8° posto come miglior piazzamento in un GT (alla Vuelta 2020), un 13° ed un 11° posto come migliori piazzamenti al Tour de France (2019-2021).
Quindi le sue parole possono essere interpretate in svariati modi ovviamente, ma danno almeno una prospettiva diversa alle parole di altri corridori, che erano stati liquidati come “vecchi” o “bolsi che non tengono più il passo”, come il 34enne Thomas De Gendt e il 36 enne Greg van Avermaet, citati sopra, ma anche il 30enne Romain Bardet, che in un tweet di solo una settimana fa si era stupito delle andature dei migliori al giro dell’Emilia:
Quand je vois ces images du Tour d’Emilie, une de mes courses préférées, j’ai pas l’impression d’avoir monté le même versant de San Luca ces années là (pour la faire simple 2 bornes à 10%), c’était du moto GP cette année ? 💥😮 https://t.co/9fSouNc4T2
— Romain Bardet (@romainbardet) October 2, 2021
“Quando vedo queste immagini del giro dell’Emilia, una delle mie corse preferite (2° nel 2016 dietro Esteban Chaves -ndr-) non ho l’impressione di essere salito dallo stesso versante di San Luca in quegli anni (per farla semplice 2 km al 10%), è della MotoGP quest’anno?”
Il 25enne Gaudu, di una generazione ciclistica più giovane dei sopracitati, ne da una conferma di prima mano, anche di quelle che sono solo “altre voci” del gruppo, ma sempre dello stesso tenore.
A ricordarci che il ciclismo pro presenta dei dubbi anche al suo interno, e non solo dal gruppone del divano.
Al loro livello le differenze le fanno i dettagli, figuriamoci un qualcosa che dettaglio non è. Se pensiamo che ancora oggi Pogacar si fa alcune gare con la disc (Liegi ad esempio) ed altre con la rim (Lombardia) facendosi il Tour mezzo con una bici e mezzo con l'altra, è segno che differenze di bici ce ne sono eccome. Ora, nel suo caso non credo ce ne siano effettive, ma 25 anni di progresso sono tanti.
Per me prima andavano piu' forte,ma c'era anche un grande uso di doping,cosa che adesso in ogni caso e' molto meno.
Se oggi corresse con i volori dell'epoca,Pantani,Ullrich,Armstrong non sono cosi convinto che Pogacar e Roglic vincerebbero tanto facilmente per dire