David Richter è un veterano della guerra in Afghanistan. Dopo 1 anno di terapia per sindrome da stress post-traumatico, una malattia comune per chi ritorna da quei luoghi di villeggiatura, ha aperto un negozio di bici nella sua città natale, Cochrane, un paesino non lontano da Calgary in Canada.
Il negozio è orientato alla bici da corsa, già dal nome: Café Roubaix, dal nome della mitica città francese capitale dell’Inferno del Nord come viene chiamata la zona del temibile pavé, i ciottoli su cui tutti i grandi campioni hanno sudato sangue.
David ha voluto fare del suo negozio la classica boutique in cui trovare materiale di alta gamma, proponendo anche componenti custom, come delle ruote con cerchio in carbonio montate con mozzi a scelta. Café Roubaix le decals messe sul cerchio per far riconoscere la provenienza.
Idea buona? Forse, fino ad un paio di mesi fa, quando un’azienda con trascorsi in merito piuttosto noti grazie alle testimonianze su internet, ha fatto causa a David Richter.
Motivo? Il nome e marchio Roubaix è registrato per “biciclette, telai di biciclette e componenti di biciclette, come manubri, forcelle anteriori e pneumatici“. Come recita la registrazione.
Ecco che quindi Mr. Richter è caduto dalla parte del torto e rischia una causa, nel caso voglia farla, che i suoi avvocati stimano in un costo di 150.000$.
Cosa resta da fare quindi se non cambiare nome? Niente forse, ma per un piccolo negozio che si è fatto “un nome” partendo dal nulla cambiare ragione sociale vuol dire ripartire da zero. Visto che il suo proprietario afferma anche di aver venduto abbastanza ruote anche via internet.
Dall’altra parte c’è un’azienda che afferma che, viste le regole legali del Canada in merito, non difendere la proprietà intellettuale che si detiene equivale a perderla.
Il popolo internettiano però al momento sta al fianco di Richter e del Café Roubaix, offrendo supporto legale gratuito e manifestando la propria insofferenza verso un’azienda che viene percepita più come “bullo” che come qualcuno che fa valere i propri diritti. Verso un piccolo negozio canadese che ha scelto il nome di una città francese. Un nome probabilmente considerato patrimonio del ciclismo e non di chi ha pagato per registrarlo.
Aggiornamento 11 dicembre 2013
Mike Sinyard di Specialized è andato di persona nel negozio di Dan per scusarsi, come si vede in questo video:
“Apprezziamo la passione e il sostegno espressi in merito all’arrivo di una soluzione amichevole tra noi e Café Roubaix. Purtroppo abbiamo complicato le cose non agendo direttamente di persona fin dall’inizio di tutta la questione. Cerchiamo di lavorare in situazioni di business come questa in modo equo e confidenziale, ed in questo caso ci siamo resi conto che il nostro silenzio prolungato ha ulteriormente frustrato gli appassionati e la community ciclistica che si è subito schierata al fianco di Mr. Richter. Mentre continuiamo a crescere come azienda, siamo sicuri che questa esperienza ci rimarrà nel cuore, anche perché i negozi sono il fondamento della nostra industria e sono estremamente importanti per noi.”
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