Demi Vollering e Tadej Pogačar si impongono anche a Huy

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Ennesima vittoria stagionale oggi, alla freccia vallone, per due campioni che stanno facendo razzia in questa stagione, entrambi realizzando la doppietta Freccia-Amstel: Demi Vollering (SD Worx) in campo femminile ha vinto la 26ª edizione della Flèche Wallonne femminile in cima al Mur de Huy. Impressionante sui pendii più ripidi dell’ultima salita la ciclista olandese ha preceduto Liane Lippert (Movistar) e l’italiana Gaia Realini (Trek-Segafredo).

Demi Vollering ha accelerato sull’ultima salita della Côte de Cherave, prima di fare un’azione decisa ai piedi del Mur de Huy. Solo Liane Lippert è stata in grado di seguirla, ma si è staccata negli ultimi metri e ha lasciato a Vollering la vittoria. L’atleta olandese nelle 7 gare stagionali fin qui corse ha ottenuto 4 primi posti, due secondi posti ed un 17° come peggiore. Silvia Persico ha terminato 8^.

Dominio anche in campo maschile, con la 12^vittoria stagionale in 18 giorni di corse per Tadej Pogačar (UAE-Emirates): perfettamente guidato dalla sua squadra, in testa al gruppo per tutta la gara, il corridore sloveno ha mostrato tutta la sua potenza e facilità nel dominare il muro di Huy. Ha preceduto Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo) e Mikel Landa (Bahrain-Victorious).

Ora non resta che la Liegi per completare il trittico delle Ardenne per Pogačar, ma prima deve vincere il primo scontro stagionale con l’altro fenomeno Evenepoel.

 

Commenti

  1. 123lorka:

    Poi magari è pulito, ma non ha modo di dimostrarlo, come non si può dimostrare l’esatto contrario.
    Scusa, ma la frase in grassetto trasuda, se non puzza, di giacobinismo. Negli stati di diritto non è la persona che deve dimostrare di essere innocente, ma è chi indaga che deve dimostrare il contrario.
    Se passasse questo concetto finiremmo dritti al Periodo del Terrore della Rivoluzione Francese, e non mi sembra il caso. I dubbi possono permanere, ma limitiamoci a questo.
  2. 123lorka:

    Se il caso LA e quello russo sono 2 esempi per dimostrare che l’antidoping funziona siamo messi bene. A questo punto parliamo pure del caso del laboratorio dell’Acqua Acetosa e abbiamo un meraviglioso trittico di onesta.
    Per definizione l'anti-doping può solo inseguire il doping, la cosa migliore che può fare è avvicinarsi sempre di più senza mai poterlo/doverlo superare (non puoi essere in anticipo su di lui, altrimenti "cambia strada" al primo bivio).
    i casi citati dimostrano certamente che l'anti-doping, più che non funzionare, sono stati ben distanti nell'inseguimento del doping ed il tutto è stato scoperto o di riffa o di raffa o semplice opportunità o convenienza con grande ritardo!
    Ci dobbiamo accontentare però, già poter punire retroattivamente togliendo titoli/vittorie come nel caso L.A. (evitando i casi Riis con il TdF poichè passati 10anni) è un deterrente imho.

    Fossi nei panni dei campioni di adesso, che senso avrebbe esagerare con le vittorie facendo un uso esagerato di doping? più in alto vai peggio è la caduta, meglio sarebbe attuare un profilo basso vincendo e guadagnando il giusto per assicurarsi "la pensione" una volta appesa la bici al chiodo piuttosto che scialacquare tutto in avvocati nei processi che a volte sfociano nella giustizia ordinaria.

    Questo mio ragionamento non certifica certo la pulizia di Pogacar sia chiaro, ma per il momento è inutile fasciarsi la testa.
  3. Shinkansen:

    Negli stati di diritto non è la persona che deve dimostrare di essere innocente, ma è chi indaga che deve dimostrare il contrario.


    Si vede che non hai mai avuto a che fare con l'genzia delle entrate, dice niente redditometro e spesometro ?
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