Due cicliste sono state trovate positive all’antidoping ai campionati del mondo Master su pista di Manchester lo scorso 16 ottobre: l’argentina Adriana Perino, oro nei 500mt, e la australiana Julie Barnett, campionessa del mondo in inseguimento e detentrice del record di velocità nella classe di età 55-59 anni.
La cosa potrebbe essere archiviata come la solita triste positività di due ultracinquantenni, ma è curioso come entrambe siano state trovate positive al LGD-4033, un anabolizzante proibito che serve ad aumentare la massa muscolare (o recuperare quella che si perde con l’età). Allo stesso tempo, l’LGD-4033, conosciuto anche come Ligandrol, è ritenuto dall’USADA, l’agenzia antidoping USA, uno steroide comunemente inserito abusivamente in alcuni integratori alimentari per renderli efficaci, già trovato nei campioni di svariati atleti nell’ultimo anno.
In compenso la Perino è stata trovata positiva anche al Meldonium, salito alla ribalta tre anni fa grazie alla positività della tennista Maria Sharapova.
Al momento le due atlete sono sospese provvisoriamente.
I produttori di integratori a mio, e quello dell'USADA, avviso non sono responsabili, in quanto sono supplementi e non medicinali. Cosa ci mettono dentro sono prodotti non nocivi alla salute (per quanto se ne sa ora), ma "solo" proibiti dalla WAda.
La domanda dovrebbero farsela chi li assume: perché ci infilano certi ingredienti?
"L'abusivamente" in effetti vale per questi. Anche se non è reato farlo, almeno negli USA.
Poi che tanti atleti "ci marcino" sopra è anche un'ipotesi.