Quali considerazioni dopo la più calda (climaticamente) Eurobike degli ultimi anni?
Ogni edizione é sempre contraddistinta dal lancio di novità che pare debbano rappresentare un trend futuro. Questa pareva dovesse essere l’edizione del Gravel. Questa trovata d’oltreoceano che dovrebbe essere l’anello di congiunzione tra la Mtb e la Bdc. Bici simil-CX, ma con geometrie più rilassate e passaggi copertoni abbondanti per ospitare gomme simil-Mtb se non proprio.
Bici che invocano “libertà!” (o Freedom! –urlato alla Braveheart-) di lasciare i sentieri battuti per avventurarsi dove si vuole, magari seguendo i trail infiniti del Continental Divide. In Europa pero’ é un po’ meno bucolico il tutto, e lasciare una ordinata ciclabile tedesca o infilarsi in qualche strada sterrata laterale in Italia può voler dire beccarsi una multa o farsi impallinare da qualcuno…scherzi a parte le bici Gravel in fiera erano pochette, principalmente di marchi americani e gli altri marchi europei pare abbiano tolto semplicemente dalle retrovie le bici da Cx per metterle in vetrina.
Va da se che anche i gruppi monocorona non facessero la parte del leone, figurarsi sulle Bdc. Tanto che si orecchiava di utilizzi alla prossima Paris-Roubaix per rilanciarne l’immagine. Vedremo.
Tutte le case presentano bici con freni a disco. La cosa non é nemmeno forzata come l’anno scorso o particolarmente messa in evidenza. E’ più una cosa data ormai per scontata, o quantomeno inevitabile. D’altronde la categoria di bici più venduta al mondo é quella endurance, che si sposa bene coi dischi, ed il cui target di clienti presumibilmente é poco interessato a cosa fanno i Pro.
Proprio dal mondo racing infatti si percepisce una certa freddezza, dimostrata anche dal fatto che Campagnolo sembra fare tutto tranne che affannarsi a sfornare dei freni a disco strada, il cui lancio pare comunque imminente.
Freddezza che continuano a dimostrare anche i produttori di componenti. Già tutti attrezzati, ma probabilmente ancora alla finestra in attesa di vedere quali standard (battute mozzi, diametri dischi, etc.) avranno più fortuna.
Fortuna che sembra sorridere agli audaci, che in questo caso si chiamano SRAM. Il Red eTap é probabilmente il reginetto della fiera (anche se totalmente assente sui montaggi), e se si dimostrerà alla prova dei consumatori un prodotto funzionale e durevole sarà sicuramente un bel asso calato da SRAM. Anche in prospettiva dei futuri Force eTap & c. Di colpo tutti i vecchi gruppi, anche elettronici, con fili, (che oltretutto oggi si fanno passare internamente ai telai), sembreranno vecchi. E già vecchi in questo senso sembrano gruppi neonati come il Rotor e l’eterna promessa FSA.
Per il resto si sono più che altro visti raffinamenti di prodotti già conosciuti, ed una tendenza a sviluppare anche gli accessori e l’abbigliamento in modo sempre più tecnico ed evoluto. In questo senso il “ciclismo come nuovo golf” é una tendenza che si vede più nel mondo degli accessori e gadget che non sulle bici nude e crude, che oltretutto, a dispetto della percezione di parte del pubblico, non diventano poi sempre più care (in particolare per chi ha la memoria dei prezzi in milioni di lire o unità-stipendi delle bici top di gamma di anche 20 o più anni fa).
Altra sensazione é che non si ricerchi nemmeno più un trend da promuovere, in particolare in un momento in cui gran parte dei prodotti hanno raggiunto un ottimo livello prestazionale e di affidabilità, ma si spinga verso una frammentazione del mercato in tante nicchie con cui accontentare tutti. Buon esempio la spinta di quest’anno del settore delle 27,5+ in ambito Mtb. Spinta relativa, dato che i produttori ben sanno che si tratta di nicchia di un già preciso segmento (Trail/Enduro).
Non resta che attendere, rinfrescarsi le idee con questa fine di estate caliente, e vedere che consigli porterà l’autunno e l’ipnotico rumore dei rulli.