Categorie: Eurobike 2017

Eurobike 2017: considerazioni e commenti

Come ogni anno, da 8 anni a questa parte, eccoci a tirare un po’ le somme della fiera appena terminata. Eurobike è stata per decenni la fiera più importante d’Europa, ma ormai è evidente che non lo è più, e non tanto perché sia stata superata da altre fiere, ma perché il concetto stesso di fiera ha fatto il suo tempo.

All’inizio è stata Trek a tracciare la linea, decidendo ormai 3 anni fa di non esporre più a Friedrichshafen per gestire in proprio le presentazioni dei nuovi modelli. Poi è seguita Specialized, e molti hanno a quel punto capito che non si trattava solo di un azzardo. Quest’anno non c’era Cannondale, ma soprattutto Canyon, Rose e Cube. Dico “soprattutto” perché questi tre marchi fanno il principale volume di vendite in Germania, essendo marchi tedeschi. Di colpo, per tutti quanti anche gli irriducibili, è diventato ovvio che la fiera non ha più senso…

BLKTech, marchio francese

Stand rimpiccioliti, pochissime o punto novità anche per i marchi presenti. In realtà bisogna dare atto ai due giganti americani di aver visto bene quale fosse la direzione da prendere: slegarsi dal pensare per “Model Year” con la premura dell’approntare i nuovi modelli con la scadenza della fiera. Ora i modelli vengono preparati secondo logiche di visibilità, quindi i modelli endurance vengono presentati in occasione delle classiche del nord, i modelli top di gamma per il Tour, e via dicendo. E per ogni prodotto vengono fatte presentazioni specifiche in modo che il prodotto abbia tutta l’attenzione che merita, e non, come accade nelle fiere, che venga magari fagocitato nel marasma di nuovi prodotti, col rischio di venire pure ignorato nel caso un concorrente riceva più attenzione perché presentato meglio, o più interessante tout court. Senza dimenticare i costi esorbitanti raggiunti da Eurobike per gli stand, a fronte di una logistica pessima, con un aeroporto piccolissimo e carissimo, e dintorni assolutamente poco ricettivi dal punto di vista alberghiero. Sul traffico attorno alla fiera meglio sorvolare, il giovedì sera, con la pioggia ci abbiamo messo 30′ solo per uscire dal parcheggio….

PZero

Ecco che la stessa Eurobike è venuta ai ripari, così la fiera per la prossima edizione si terrà a Luglio. Questo per cercare di anticipare le novità, visto che a Settembre ormai è stato tutto presentato o quasi. E’ nostra opinione che sia una mossa in extremis che non servirà a tenerla viva. Sia per quello esposto sopra, sia per la scelta di cominciare la Domenica dopo un solo giorno di “stacco” rispetto i Demo Days. Giorni di prova bici che già sono diventati una barzelletta nel corso degli ultimi anni, spostandosi da Argenbuhl, a 30′ da Friedrichsafen, per poi finire all’interno del parcheggio della fiera (…), o, solo per la stampa finire a Kitzbuhel e quindi a Bressanone a fine Giugno nelle ultime tre edizioni. La prossima destinazione sarà a Serfaus, in Austria. E va bene che il Tirolo è uno dei grandi sponsor di Eurobike, ma il fatto che ormai questi DemoDays siano frequentati solo da piccoli marchi germanici (con l’eccezione di Scott) dovrebbe far suonare qualche allarme agli organizzatori…

Alessandro Petacchi e Heinz Obermayer

Pertanto, con ogni probabilità, questa sarà l’ultima copertura che faremo da Eurobike. E con questo non vogliamo dire che il “nuovo modello” non sarà scevro da pecche…il rovescio della medaglia per i consumatori è evidente. Le presentazioni saranno spalmate lungo tutto l’anno in momenti a volte imprevedibili, con le conseguenti difficoltà nel pianificare eventuali acquisti, o comunque dover aspettare le presentazioni dei modelli concorrenti per farsi un’idea di cosa acquistare. Mentre, chiaramente, per i media diventa difficile partecipare ad una moltitudine di eventi, che a volte si tengono in posti lontani e/o improbabili. Senza contare che spesso seguono il calendario delle gare, quindi a volte si tengono in contemporanea più eventi, con la conseguente difficoltà di coprirli tutti. Non ultimo poi il fatto di essere dipendenti dagli umori delle aziende, che chiaramente invitano chi vogliono, oltre al fatto che al momento non c’è nessun coordinamento tra le aziende stesse, quindi spesso gli inviti arrivano con poco preavviso (ed ovviamente non menzionano mai il prodotto che verrà presentato) e diventa difficile pianificare spostamenti & c. Insomma, vedremo.

Manca la scaletta per salirci

Per quanto riguarda lo specifico di questa fiera le novità, come avrete potuto vedere, sono poche, proprio per il fatto che la maggior parte dei prodotti erano già stati presentati, e se non li avevate visti su questi schermi era proprio per mancanza del relativo invito.

In generale, dopo un po’ di anni dove si era cercato di creare e sfruttare qualche nicchietta come le Fixie, le Fat, l’acciaio neo-retró, una spruzzatina di hipsterismo e cose così, ora tutti hanno fiutato un vero filone d’oro, e sono le E-Bikes. E la cosa fortunatamente ha un senso che va aldilà di una vendemmia stagionale, visto che si tratta di rivoluzionare il concetto di mobilità per il futuro. Chiaramente questo esula in gran parte dall’oggetto di questo sito (e di molti altri), ovvero l’attività sportiva. E c’è da giurarci che anche molte aziende si riconvertiranno, sempre non lo stiano già facendo, verso il nuovo target.

Se non serve un deragliatore un apribottiglie non può mancare

Per quanto riguarda lo sport ciclistico, e strada in particolare, le novità sono molto poche. A grandi linee stanno andando verso una sempre maggior integrazione con l’elettronica e la connettività. Ma tutto sommato è quello che sta succedendo in ogni ambito, quindi si tratta di una transizione inevitabile e piuttosto scontata. Per quanto riguarda i freni a disco, tormentone perenne, in realtà le aziende ormai, in sintesi, sono già “oltre”, nel senso che nel mercato di bassa e media gamma i freni a disco “sono già partiti” (sic), mentre resta il problema dell’alta gamma, per i noti problemi col mondo professionistico “che è stato molto mal gestito” (sic). Cosa che diventa più evidente proprio in mercati molto legati all’alta gamma come l’Italia ad es.

Ma anche lì la strada è stata tracciata, visto che “gli investimenti fatti ormai non consentono passi indietro” (sic)*.

Le bici usata la Tour da Michael Matthews

*La fonte vuole rimanere anonima, ma si tratta di dipendente di un molto grosso produttore di componentistica.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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