Ecco la nuova Canyon Aeroad, la 4^ generazione del modello introdotto nel 2011 e portato al successo negli anni da campioni come Philippe Gilbert, Alejandro Valverde, Alexander Kristoff, Annemiek van Vleuten sino ad oggi con Jasper Philipsen e Mathieu van der Poel.
Per creare questa nuova iterazione della Aeroad in Canyon hanno raccolto i feeback di 50 corridori professionisti per alla fine intervenire su alcuni punti ben precisi per migliorare la generazione precedente:
Incrementare in ogni dettaglio la robustezza per renderla capace di affrontare ogni sollecitazione in gara; un nuovo manubrio integrato modulare (PACEBar) che consenta un maggior spettro di regolazioni; raffinarne l’aerodinamica; alleggerirla, grazie a nuove fibre di carbonio e nuovo layup; migliorare la rigidità del telaio in alcune zone specifiche per migliorarne la guidabilità; evitare l’utilizzo di strumenti proprietari per rendere il montaggio e la manutenzione facile per il consumatore; aumentare la capacità di montare copertoni più larghi, ora fino a 32mm.
Nel concreto questo si è tradotto in un profilo dei foderi della forcella esteso, sfruttando le ultime direttive sull’aerodinamica UCI; riduzione della superficie frontale del tubo sterzo; un manubrio più rigido ed aerodinamico; un tubo orizzontale più largo e rigido, con un rinforzo interno per resistere ad eventuali impatti col manubrio in caso di caduta; cosa che ha consentito di ridurre la sezione del tubo diagonale migliorandone l’efficienza aerodinamica; nuovo design del reggisella, più leggero e flessibile senza essere meno aerodinamico;
rinforzo del tubo piantone e della giunzione del carro posteriore per una migliore distribuzione dei pesi; dropouts chiusi lato opposto trasmissione per una migliore estetica.
Peso del telaio CFR (verniciatura Stealth): 960gr. 2070gr il frameset (+reggisella, forcella, manubrio)
Il manubrio PACE offre alcune novità: la possibilità di maggiori regolazioni, possibilità di avere 50mm in larghezza su 3 distinte posizioni, e 20mm in più in altezza con incrementi di 5mm. Due tipologie delle parti esterne (Drops) dove si montano i comandi: classiche ed aero, montabili senza dover tagliare le guaine freno grazie alla scanalatura che consente di farle passare esternamente, ma in modo integrato. Le classiche hanno un drop di 130mm ed un flare identico a quello edl manubrio della 3^generazione. Le Aero hanno un drop di 105mm, un reach maggiore di 10mm ed un flare di 19°.
Il Gear Groove, la scanaltura centrale presente già sulle Grail per consentire il montaggio di diversi accessori, dal ciclocomputer alle luci alle prolunghe.
Il precarico della serie sterzo ora è effettuabile con una torx 25 e non più con un attrezzo proprietario.
Tutte le viti del manubrio sono in titanio. Tutte le viti sulla Aeroad sono Torx25 per ridurre la possibilità che si rovini l’ingaggio, e sono della miglior qualità, fornite da un terzista tedesco, prodotte in Germania.
L’anello della testa forcella (Crown Race) è in titanio, mentre il cuscinetto inferiore della serie sterzo ha una doppia linguetta di protezione dei cuscinetti. Cuscinetti che sono in acciaio per la serie SLX e ibridi in ceramica sulla CFR. Aumentata la dimensione della sede che accoglie il cuscinetto superiore.
Non poteva mancare la miglioria aerodinamica, che ha reso la nuova Aeroad tra le migliori in galleria del vento, superando di poco la regina del mercato, la Cervélo S5 (test effettuato a 45kmh, con manichino e ruote DT ARC1100 50mm, Schwalbe ProOne 25/28mm)
La nuova Aeroad con ruote da 50mm ha la stessa efficienza della vecchia con ruote da 62mm. La Aeroad CFR DI2 in taglia media pesa “fuori dalla scatola” 7,07kg.
Ho avuto la possibilità di utilizzare questa nuova Aeroad nella versione CFR montata Shimano DuraAce DI2 e colorazione Alpecin, davvero splendida e ottimamente realizzata. In taglia XL la pesa pesava senza pedali 7,3kg.
La nuova Aeroad è esattamente quello che si propone, ovvero un miglioramento, dove possibile, della 3^generazione. Ovviamente ci sono i miglioramenti intangibili, se non misurati, come quelli aerodinamici, anche se il lavoro fatto da Canyon è evidente, in particolare a livelo del movimento centrale, ora largo alla base e profilato in alto, e sui foderi della forcella, veramente larghissimi.
A livello di comportamento questa Aeroad si conferma una bici facile da utilizzare, molto simile alla Ultimate. L’evidente differenza è un peso leggeremente inferiore per la sorella da salita ed un pelo più di rigidità per la Aeroad. Rigidità che si può apprezzare a livello torsionale sullo sterzo. La Aeroad infatti è veramente molto precisa e granitica negli inserimenti in curva in discesa.
A livello di comodità non è molto diversa dalla Ultimate, segno che ormai le soluzioni adottate consentono buona comodità anche su bici aerodinamiche. Sul modello in prova i copertoni erano gli Schwalbe Pro One da 25mm all’interiore e 28mm al posteriore. La scelta del 25mm all’anteriore è chiaramente dettata dalla ricerca di un’ottimizzazione aerodinamica, ma ormai fa quasi strano avere un copertone così stretto, in particolare come impatto visivo tra i larghi foderi della forcella.
Questo si traduce anche in un filo più di secchezza all’anteriore e instabilità in discesa a forte velocità se c’è vento. Ad ogni modo cambiare un copertone è facile, e la possibilità di montarne fino a 32mm di sezione lascia grande spazio a personalizzazioni sul tema e quindi sul comportamento. La nuova Aeroad infatti è chiaramente una bici che offre anche molta versatilità, e non indulge troppo su una specializzazione solo aerodinamica.
Ottima anche la possibilità di personalizzare le misure del manubrio. Questo un reale passo avanti rispetto la concorrenza, visto che non limita la scelta, ma consente di variare la larghezza, drop, reach e flare in base alle preferenze. Il tutto senza dover smontare niente di complicato, ma solo svitando ed avvitando le 4 viti Torx poste nella parte inferiore. La mia impressione è che sia realmente anche più rigido della versione precedente.
Così come è evidente che la viteria è migliore. Sono dettagli, ma sono spesso anche quelle cose che fanno realmente la differenza a livello di qualità per il consumatore, come il non ritrovarsi con viti spanate dopo 1 montaggio. Anche la scelta di avere cuscinetti di alta qualità e l’anello della forcella in titanio è una cosa molto apprezzabile, enfatizzando che si tratta di un prodotto di qualità non solo per il prezzo. Cosa visibile anche nella verniciatura, che aldilà dell’estetica (splendida) è anche molto spessa e ben realizzata, insensibile ai graffi.
Quindi non si tratterà di una rivoluzione rispetto alla versione precedente, ma sicuramente si tratta di un prodotto di qualità, ben pensato, ottimamente realizzato e con caratteristiche non estreme che lo rendono anche molto equilibrato per qualunque tipologia di consumatore.
Unica nota negativa la sella. Già la SLR è un modello con cui non mi sono mai trovato bene, questa versione 3D se possibile è pure peggio; dura e la texture rende impossibile scivolare avanti e indietro.
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