La Trek Emonda si rinnova, e lo fa completamente, in particolare dal punto di vista aerodinamico, infatti i tubi del telaio sono stati ridisegnati con profili troncoconici per migliorarne il coefficiente aerodinamico. La Emonda però resta la bici “da salita” di Trek, quindi questa riprogettazione in chiave aero non è stata fatta a discapito del peso, che resta sotto i 700gr per il telaio. Per fare questo gli ingegneri di Trek si sono affidati ad una nuova fibra di carbonio, l’OCLV 800, che ha permesso, tramite una differente stratificazione delle pelli, un risparmio in peso del 30% a parità di rigidità rispetto l’OCLV 700.
Sempre nell’ottica di una ottimizzazione aerodinamica è stato sviluppato un nuovo manubrio integrato, l’Aeolus RSL, in cui i cavi sono a scomparsa, anche se non con passaggio interno. Per una integrazione ottimale i tubi dei freni sono fatti passare davanti il cannotto della forcella tramite uno spessore ed una ghiera con i fori per guidarli internamente.
Trek già da un pezzo punta decisamente verso i freni a disco, quindi la nuova Emonda è disponibile solo in questa configurazione su tutta la gamma. Anche la geometria proposta è unica, la H1.5, a metà strada tra la H1 e la H2 proposte in passato.
La gamma è divisa in versioni SLR, e la SL più economica, in carbonio OCLV 500 e senza piega integrata. Anche i montaggi saranno conseguenti.
Venendo al profilo dei tubi, quelli ridisegnati con profilo troncoconico sono: il tubo diagonale, i pendenti del carro, gli steli della forcella ed il tubo piantone. Il carbonio OCLV 800 ha permesso un risparmio di 60gr rispetto lo stesso telaio con le stesse forme in OCLV 700. Il peso dichiarato del telaio nudo, con forcellino, ma sverniciato, è di 698gr per la SLR e 1142gr per la SL. 365gr la forcella SLR e 380gr la forcella SL.
Vengono anche dichiarati dei dati aerodinamici desunti dalla galleria del vento sul risparmio cronometrico tra questa nuova versione e la vecchia: 1′ su 1h a 350W medi in piano e 18″ su 1h a 350W su una salita all’8%.
Altra grande novità, già introdotta con la Domane, è l’abbandono del movimento centrale BB90 per il T47. Il T47 è un movimento centrale filettato con un diametro interno delle calotte di 46mm ed un passo M47x1.0mm. In pratica è una versione oversize del tradizionale BSA, o filetto inglese, ma con la possibilità di montare cuscinetti compatibili con tutti i diametri di perni esistenti: 30mm, 29mm DUB, 22/24mm GXP o 24mm Shimano, sia con calotte interne che esterne. Il fatto che sia filettato lo rende molto facile da manutenere e lo rende esente dai famosi scricchiolii dei movimenti PressFit. La scelta di allontanarsi dai problematici Pressfit sembra inserirsi in un trend che sta prendendo piede tra vari costruttori.
Novità per l’alta gamma è anche la piega-attacco manubrio integrata Aeolus RSL. Manubrio dal profilo alare centrale, realizzato interamente in carbonio ha un Reach di 93mm ed un Drop di 123mm, con un Rise dell’attacco manubrio di -7°. Nella misura con attacco più lungo (120mm) e larghezza 42cm pesa 295gr. Sulla parte frontale è presente l’attacco per base Blendr Mono e Duo e supporti per luci Ion e computer Garmin. nella parte inferiore è presente la scanalatura per far passare i tubi dei freni, tenuti fermi al centro con un fermo da serrare tramite una semplice vite M4. Sarà disponibile in 14 versioni, combinando lunghezze dell’attacco da 80-90-100-110-120mm a larghezze 38-40-42-44cm. Con pesi tra i 272gr e 295gr.
Nuove anche le ruote Bontrager RSL 37, le quali succedono nel top di gamma alle note XXX. Sono ruote per copertoncino con un cerchio dal profilo di 37mm, con un canale esterno di 28mm e interno di 21mm. Il peso è inferiore alle XXX: 1325gr.
Abbiamo potuto utilizzare la nuova Emonda saggiandone le differenze rispetto la versione precedente grazie a Trek che ci ha messo a disposizione la top di gamma, la SLR9 montata SRAM Red AXS che vedete in foto. La bici completa in taglia 60 pesa 7kg esatti. Per via della conformazione degli spessori dell’attacco manubrio e del non poter tagliare il cannotto della forcella abbiamo dovuto utilizzarla con tutti gli spessori, ben 4cm (con un impatto estetico che senza spessori è decisamente migliore -vedere foto sotto-).
Togliendoli il peso va sotto i 7kg. In una taglia media sicuramente si perderebbe almeno un 100gr abbondanti, arrivando quindi ai 6,78kg dichiarati per la bici completa. Peso al limite UCI con freni a disco, ruote per copertoncini 25mm e powermeter integrato.
Il gruppo è il top di SRAM, il Red AXS con Quarq integrato. Corone 44-35 e pacco pignoni 10-33.
La nuova Emonda si è rivelata diversa dalla vecchia. In particolare in quanto a rigidità, in ogni senso. Il carattere della bici è decisamente più simile a quello di una aero che non di una bici da salita. L’impressione è quella di una bici assolutamente granitica in qualsiasi circostanza, dagli sprint alla discesa. La cosa è evidente anche a livello di movimento centrale in occasione come rilanci “a tutta forza” su contro-strappi dopo discese, un frangente in cui un minimo di flessibilità in quel comparto era percepibile nella vecchia Emonda.
Il rovescio della medaglia è una bici molto secca su asfalto rovinato e buche. La flessibilità verticale non è molta e non ci sono IsoSpeed come sulla Domane e Madone a stemperare. Inoltre il passaggio ruota ammette massimo copertoncini da 28mm. Scelta sensata per quella che resta una bici da salita.
Anche gonfiando al minimo i copertoncini il carattere della Emonda resta quello di una bici senza compromessi dal punto di vista della rigidità. Peralto i copertoncini montati, i Bontrager R4, fatti a mano da 320 TPI, sono ottimi per grip e peso, ma piuttosto delicati. Tenuti al minimo ho pizzicato un fianco su una buchetta in discesa.
Una bici decisamente “Pro-Oriented” quindi, o per chi cerca un mezzo da gara, non per lunghe passeggiate tranquille. La frenata degli impianti SRAM è ottima, molto aggressiva e potente coi dischi da 160mm sia all’anteriore che posteriore. Anche in staccate violente la bici non si scompone mai. Un po’ rognosi a livello di rumorini vari in quanto la luce tra disco e pastiglie, da nuovi, è veramente minima, anche agendo sulla vite “Pad Contact” sui comandi.
Nel complesso le soluzioni votate a migliorare l’aerodinamica stanno facendo convergere nel comportamento le varie categorie di bici (Endurance/Climb/Aero) rendendole molto rigide a meno che non si montino ausili come l’IsoSpeed. Questa Emonda ad esempio si sovrappone abbastanza alla Madone essendo una bici più leggera, ma perfettamente in linea a livello di comportamento e rigidità, ed assolutamente utilizzabile per ogni tipo di competizione. Con delle ruote alto profilo è a livello di altre bici aero. Una bici che immagino farà felici i pro della Trek-Segafredo (Lizzie Deignan si è sbilanciata dichiarandola “la miglior bici mai avuta”).
La bici in test è il modello più costoso della gamma, a 10.999eu di listino. A cui vanno aggiunti 1200eu se la volete nella stessa colorazione ICON di quella in foto con vera foglio d’oro per le scritte ed i dettagli sotto la verniciatura.
Questo il listino per gli altri modelli:
Ogni ulteriore informazione sul sito Trek.
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