Categorie: Interviste

[Forum People] Silvia Negri -micronauta-

Nel monolitico mondo dell’agonismo su bici da corsa sempre più spazio si sta ritagliando la disciplina del cicloturismo “lunga distanza”, le cosiddette randonnées. Un po’ cicloturismo, un po’ sfida con se stessi ed un pochino sfida con gli altri, ma senza l’agonismo dell’ultracycling o del granfondismo, né i fuorisoglia da circuito.

Nel forum molta dell’attenzione su questa disciplina e sui suoi variegati aspetti l’ha portata, squillo di trombe, una donna: micronauta. Ecco l’occasione di conoscerla un pochino meglio.

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Bdc-forum: Puoi presentarti brevemente?

Micronauta: mi chiamo Silvia, sono nata nel 1971 e mi guadagno da vivere facendo l’impiegata. Attualmente sono libera da vincoli familiari.

 Bdc: Quando hai iniziato ad andare in bici seriamente?

micronauta: ciclisticamente “nasco” sulla mountain bike, si parla della prima metà degli Anni ’90. La prima bici da corsa è arrivata nel 1999.

Bdc: quando hai iniziato con le randonnée? Perché le randonnée?

micronauta: nel 2000 il fallimento del mio matrimonio mi ha restituito libertà e tanto tempo libero, cosa che mi ha permesso di dedicarmi alla bici da corsa quasi a tempo pieno. Ho iniziato con qualche Granfondo, incoraggiata dagli amici, senza peraltro mai conseguire risultati di particolare rilievo. Ma nel novembre del 2002, tramite il mensile “Cicloturismo”, vengo a conoscenza del calendario brevetti per la qualificazione alla “Paris-Brest-Paris” del 2003… e da lì è iniziata la grande avventura delle randonnèe, che mi accompagna ancora oggi.

Bdc: Puoi dire qualche parola in più sul perché hai iniziato ad andare in mtb e perché poi proprio le randonnée? Cos’è che ti ha fatto “legare” in modo particolare con questa disciplina?

micronauta: La passione per la mtb fu dovuta ad un evento casuale. All’epoca il mio fidanzato (diventato poi mio marito) ebbe un brutto infortunio al ginocchio durante un corso di sci. Tipicamente in questi casi la bicicletta è un ottimo sistema per la riabilitazione, così su suggerimento dei medici acquistammo delle mtb di seconda mano e cominciammo a seguire alcuni amici già introdotti in questo mondo. Eravamo già sportivi ed appassionati di montagna, quindi fu tutto facile (e divertente!).

Il passaggio, invece, dalle Granfondo alle randonnée è stato un misto di “esigenze” che avevo in quel periodo della mia vita: voglia di avventura, di viaggiare, di conoscere persone nuove e di mettermi alla prova con sfide tanto improbabili quanto affascinanti. La cosa buffa è che sarebbe dovuta essere una occupazione “a scadenza”, limitata cioè alla partecipazione alla PBP del 2003… invece il “Ci provo, vediamo cosa capita” è diventato passione vera e non mi sono più fermata. Ancora adesso, ogni volta che pedalo di notte con 500 km sul groppone e altri 700 da fare penso che è una follia, che è pericoloso, che è l’ultima volta e poi basta, che una donna della mia età dovrebbe fare altro eccetera eccetera. Poi, quando è tutto finito provo immediatamente nostalgia, e non posso fare a meno di partire per un altro obiettivo. Le randonnée sono un modo molto particolare di intendere il ciclismo. In queste prove non vince il più veloce ma “il più adatto”, quello cioè che riesce ad ottimizzare le proprie risorse fisiche, psichiche ed organizzative per completare il percorso entro il tempo limite. Un obiettivo molto intrigante per me che non amo la competizione con gli altri, ma sono sempre in cerca di nuove sfide per mettermi alla prova.

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Bdc: Quando sei sola, in bici durante una randonnée, col sonno, la stanchezza, etc.. a cosa pensi? Preferisci parlare con qualcuno o “rifugiarti” nei tuoi pensieri? Quali sono le tue strategie per andare avanti mentalmente?

micronauta: Ho sperimentato personalmente che affrontare una randonnée completamente sola oppure all’interno di un gruppo presenta vantaggi e svantaggi da ambo le parti. Il “branco” è rassicurante (specialmente di notte e specialmente per una donna…), ma può metterti in difficoltà dal punto di vista organizzativo quando si tratta di gestire le esigenze personali di soste fisiologiche, sonno eccetera, che sono diverse da individuo a individuo. Comunque sia, tendenzialmente affronto le randonnèe con pochi e fidati compagni affiatati e sceltissimi (solitamente non più di due o tre), di provata fedeltà e affidabilità. Avere qualcuno con cui chiacchierare nei momenti difficili può aiutare molto, specialmente per restare svegli.

Bdc: Quindi in linea di massima preferisci stare con qualcuno piuttosto che da sola coi tuoi pensieri?

micronauta: Dipende dalle situazioni. Nelle randonnèe più impegnative in giro per l’Italia e per l’Europa raramente mi arrischio a pedalare di notte da sola, per evidenti motivi di sicurezza. Dunque sono spesso “obbligata” ad accordarmi con qualche amico, che però come ripeto sono sempre persone che conosco bene facenti parte di una ristretta cerchia di mia assoluta fiducia, in compagnia delle quali sono sicura di fare una randonnèe piacevole e divertente. Se non c’è di mezzo la notte, invece, pedalo molto volentieri anche da sola, anche per giornate intere. La solitudine è una dimensione molto particolare che non mi spaventa affatto.

Bdc: Puoi fare brevemente un riassunto delle tue rando o gare più importanti o quelle a cui tieni di più?

micronauta: sicuramente le rando che si ricordano di più sono le “over mille”: tre edizioni della “Paris-Brest-Paris” (di cui una sola omologata), tre volte la “Sicilia No Stop”, una “Londra-Edimburgo-Londra”.

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Bdc: Ti alleni? Se si come? Quanti km fai all’anno?

micronauta: mi alleno come capita, di solito nei fine settimana… carico i percorsi sul GPS e vado. Spesso sono da sola. Faccio “fondo”, salite, qualche volta anche ripetute negli anni delle randonnées più importanti (anche se, devo ammetterlo, è un tipo di allenamento piuttosto deprimente…). Faccio mediamente 10.000 km all’anno.

Bdc: puoi parlarci delle tue bici?

micronauta: ho avuto molte bici nella mia vita, mi piacciono molto. La passione per il mezzo mi ha spinta addirittura a cimentarmi nella meccanica, in modo da diventare autonoma nella manutenzione e anche nel montaggio. Recentemente ho assemblato personalmente la mia nuova bicicletta da randonnée in titanio…

Bdc: Quali sono i tuoi obbiettivi ciclistici futuri?

micronauta: per il 2013 ho fatto un pensierino sulla “Madrid-Gijon-Madrid”, una randonnèe di 1200 km “gemella” della prova parigina e ormai giunta alla terza edizione. Ma per ora è sono un pensiero, appunto.

Bdc: come donna ciclista e donna ciclista che frequenta un forum di bdc ed un ambiente prevalentemente masculo, come descriveresti la tua esperienza?

micronauta: effettivamente ci vogliono le spalle larghe e parecchio pelo sullo stomaco per farsi largo in un ambiente maschile al 99,9% come quello del Forum. Mi ero fatta le ossa in passato sui newsgroup, tant’è vero che alcuni utenti migrati a loro volta da quel mondo si ricordano di me. Comunque credo in questi anni di aver dato il mio modesto contributo al Forum condividendo idee e soluzioni. Ricevo a volte complimenti e manifestazioni di apprezzamento da parte degli utenti che ovviamente gradisco moltissimo e, spesso, mi mettono in imbarazzo. Tuttavia sento la mancanza di utenti donne con cui confrontarmi, soprattutto per affrontare le problematiche squisitamente attinenti al ciclismo femminile.

Bdc: cosa ti piace e cosa non ti piace di bdc-forum?

micronauta: Il Forum è uno strumento meraviglioso per condividere le idee, un luogo virtuale che, naturalmente, risente di tutti i pregi e i difetti delle community che, non dimentichiamolo, sono composte da persone vere, con tutti i vizi e le virtù che le contraddistinguono. Spesso assisto a discussioni feroci che degenerano per banali incomprensioni ed eccessiva suscettibilità dei forumendoli, quando per evitare scenate da bimbi dell’asilo il più delle volte basterebbe non reagire alle provocazioni (o presunte tali) e saper ritirarsi quando è il caso. L’atteggiamento giusto da tenere secondo me è quello dell’equilibrio e della moderazione, insomma. Cosa non mi piace? A volte mi sembra ci sia un po’ troppa ingerenza/severità da parte dei mod. E poi ci sono i “troll”, la cui presenza temo sia fisiologica e difficile da arginare (ma che la mia esperienza e il mio istinto mi consentono di smascherare abbastanza facilmente…).

Bdc: Grazie!

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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