8 marzo 2012 – Se botto doveva essere, botto è stato; e che botto! Il pentolone UDACE, che ribolliva da parecchio tempo (addirittura anni), alla fine ha fatto saltare il coperchio.
Un coperchio che, ahimè, è saltato a stagione iniziata mettendo in crisi ciclisti e organizzatori.
Ma vediamo nei fatti cosa è successo.
Abbiamo chiamato al telefono Pierangelo Vignati, responsabile della sezione ciclismo di ASI (Alleanza Sportiva Italiana), Ente riconosciuto dal CONI e componente della Consulta Nazionale Ciclismo, per farci spiegare per benino la faccenda.
L'UDACE, di fatto, non è un ente di promozione sportiva e non lo è mai stato. Fino al termine del 2011 UDACE è stato affiliato allo CSAIN, tenendo però sempre una sua caratteristica di autonomia politica e gestionale, tanto da essere spesso e volentieri confuso come EPS.
L'affare UDACE era già venuto alla luce qualche tempo fa proprio per mano del CONI che chiese a CSAIN di regolarizzare la posizione dell'Unione la quale avrebbe dovuto essere, di fatto, la sezione ciclismo dello CSAIN, quindi rilasciando tesserini CSAIN e affiliando ASD allo CSAIN e non all'UDACE.
Dal canto suo Barberis non ha mai voluto sottostare a qualcun altro, reclamando la propria indipendenza e, quando CSAIN ha imposto la regolarizzazione, UDACE è di fatto uscita dall'ente alla ricerca di qualcuno che l'appoggiasse, ma la lasciasse autonoma.
A novembre UDACE, alla conferenza di Rimini, ha dichiarato la propria adesione ad ACSI.
Purtroppo però questo, ad oggi, non è sufficiente.
Il CONI afferma che l'organizzazione di manifestazioni è opzione di federazioni e EPS e che non esistono EPS di 2° livello, pertanto UDACE deve diventare la sezione ciclismo di ACSI, quindi organizzare e tesserare a nome di ACSI.
Richiesto un chiarimento della posizione di UDACE in seno all'ACSI, il presidente Viti pare abbia inviato una lettera all'interno della quale si evince che UDACE ha una sua autonomia e che ACSI ha una propria sezione ciclismo.
Questo cosa significa? Che UDACE attualmente non è né carne né pesce. Non è un EPS, ma non è nemmeno inglobata in un ente. Diciamo che a livello CONI, di fatto, non esiste.
L'ultimo comunicato della Presidenza UDACE tranquillizza sul fatto che dal canto suo non vede problemi ed è tutto a posto, ma la Consulta il chiarimento della posizione lo esige dall'Ente, ossia da ACSI e non dalla stessa UDACE.
Non avendo avuto quindi le certezze da parte di ACSI, la Consulta, tutta unita, ha deciso di mettere “fuori legge” l'UDACE, compresi i suoi tesserati e le sue gare. Quindi di fatto gli udacini possono solo ed esclusivamente prendere parte alle gare UDACE, alle quali possono prendere parte solo gli udacini.
Un grosso, ma grosso problema, per le manifestazioni del prossimo settimana. Infatti la questione è la seguente:
- i tesserati UDACE – ACSI non possono partecipare alle attività sportive aperte alla reciproca partecipazione e concordate dalla FCI e dagli Enti facenti parte della Consulta Ciclistica Nazionale
- la partecipazione di tesserati FCI e degli Enti facenti parte della Consulta a gare organizzate dall’UDACE, non sono garantite dalle polizze assicurative che si applicano ad attività svolte nell’ambito delle manifestazioni della Consulta Ciclistica Nazionale, FCI-ASI-AICS-CSI-UsACLI-CSEN-CSIAN-UISP-LIBERTAS-ENDAS.
Quindi quali sono le possibili soluzioni per potere correre, ma soprattutto far correre, domenica 11 marzo?
1. Nel caso di gara della Consulta e tesserino del ciclista UDACE: il ciclista dovrà prendere una tessera giornaliera. FCI, CSI e ASI, al momento, sono gli unici a poterla gestire. Ha un costo relativamente basso 5/7 € e necessita avere con sé il certificato medico in originale.
2. Nel caso di gara UDACE e tesserino della Consulta: in questo caso l'organizzatore dovrà andare di fretta e furia ad affiliarsi ad un EPS sperando (pregando) che questo gli omologhi la gara in un due giorni.
3. L'organizzatore sceglie di fare partire gli iscritti indiscriminatamente, facendosi però carico di tutte le responsabilità.
Intanto si resta in attesa che UDACE e ACSI sistemino la situazione in casa propria. Ovviamente ciò che auspicano i 60.000 tesserati e le quante migliaia di società affiliate è che il proprio tesserino e/o affiliazione passi in maniera TOTALMENTE TRASPARENTE e senza costi aggiuntivi a ACSI.
Intanto attendiamo risposte da UDACE e ACSI. ECCO IN PAROLE SEMPLICE IL TUTTO